capitolo 43

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JUSTIN:

Los Angeles.

L'aereo è appena atterrato, ho già ritirato le valigie.

Ho già chiamato un taxi, affinché mi porti a destinazione.

Sono le 17:46 del pomeriggio.

Dovrei alloggiare in un hotel, dovrei cambiarmi, farmi una doccia.

Ho ricevuto varie chiamate da parte di Selena, non le ho potuto rispondere avrebbe capito tutto.

Mi avrebbe chiesto dove fossi, e a quel punto non avrei saputo come rispondere.

Voglio farle una sorpresa.

Una grande sopresa.

Non mi importa se sia la sorpresa più bella della sua vita.

Mi basta solo che lei sia felice.

Solo questo.

Mi basta vederla.

Starle accanto, e non lasciarla nemmeno per un secondo.

Vederla danzare, e rilassarmi, perdermi tra i suoi passi, e il suo modo di muoversi che mi fa impazzire da morire.

Una volta preso il taxi è arrivato nella bellissima città di Los Angeles, pago, e scendo.

Adesso devo trovare anche un piccolo beat and breakfast.

Devo passare solo due notti lì.

Aiutandomi con il satellite del telefono, cerco tra gli hotel più vicini.

Ne trovo uno a dieci minuti da dove sono io.

Sembra carino, e sistemato dalle foto.

Decido di recarmi lì.

Una volta arrivato, all'esterno sembra molto sistemato come nelle foto a dire la verità, vediamo il dentro.
Quando entro, la stessa sistemazione che ho visto nelle foto.

Mi avvicino al grande bancone, dove dietro mi si presenta un signore vestito elegantemente. Chiedo se c'è una camera libera, a solo. Ce ne sono più di una, così mi dà le chiavi, lo ringrazio, e mi reco sopra attraversando le scale arredate con dei tappeti rossi eleganti.

La mia stanza è la 127 una volta trovata, mi chiudo dentro.

Controllo se ci siano scarafaggi sotto il letto, o in qualunque posto.

Si bhe una volta ho alloggiato in un hotel a cinque stelle, che di stelle non me meritava nemmeno zero.

Ricordo che eravamo io e Alexis.. siamo partiti con mamma e papà a Miami, quando ancora la nostra famiglia era unita... Ricordo ancora la scena, quando sopra il tetto della stanza Alexis si accorse di uno scarafaggio, e ci svegliò all'una di notte, urlando.

Io me la ridevo mentre mamma e Alexis morte dalla paura,  imploravano papà di chiamare l'addetto all'hotel. Quelli si che erano bei tempi, e mi mancano ogni giorno.. da morire.

Alexis mi manca ogni giorno, ogni fottuta ora della mia inutile vita mi manca da morire. Da quando è andata via.. la mia vita è diventata più inutile di quanto già non lo fosse. Ma grazie a non so nemmeno chi.. forse dovrei dire Dio, anche se non credo nemmeno a quello, qualcuno si è accorto di me.

E mi ha regalato un Angelo. Che amo da morire. Che mi ha fatto perdere la testa come non lo mai persa. Forse sei stata proprio tu.. a portami un angelo però nella vita reale che mi salva tutti i giorni.

Pensai accarezzando la foto della mia piccola Alexis.. la posai delicatamente nello zaino.

Porto sempre questa piccola foto di lei con me.

I'll Save You.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora