capitolo 60

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SELENA:

"Non dimentico nulla?"-dice mia madre controllando dentro la sua borsa.

"No mamma hai preso tutto."-dico ridendo.

Oggi parte dalla zia e tornerà fra tre giorni. Si sta portando mezza casa e continua a ripetere se si è dimenticata qualcosa.

"Va bene, va bene. Giusto."-dice per poi guardarmi sorridendo.

"Rimarrai lì solo per tre giorni, non hai bisogno di portarti mezza casa."-dico ridendo.

"Giusto hai ragione. Ho preso l'essenziale."-dice guardandomi.

"Il tuo essenziale è sempre tanto."-dico sorridendo.

"Mi piace che tu lo sappia."-dice prendendo la valigia.

"Piace anche a me."-dico sorridendo.

"Ci penso io mamma."-dice Dylan prendendo la valigia e portandola fuori.

"Vi raccomando tesoro, qualunque cosa chiamatemi. Vi voglio bene. Stai attenta."-dice abbracciandomi per poi stamparmi un bacio sulla guancia.

"Sta tranquilla mamma, ti voglio bene anch'io."-dico stringendola.

"È tutto pronto."-dice Dylan.

"Va bene andiamo. Ti raccomando sta attento a tua sorella e non fate casini."-dice mia mamma facendoci ridere.

"Quando mai abbiamo combinato casini?"-chiede Dylan ridendo.

"Quando avevi quindici anni e organizzasti una festa qui senza che io lo sapessi."-dice puntandogli il dito contro. Scoppiai a ridere. Mi ricordo benissimo.

"Oh mamma ma ero un ragazzino."-dice Dylan portando gli occhi al cielo. Risi.

"Fa lo stesso, anche adesso lo sei però un ragazzone."-dice mia madre ridendo.

Dylan sorride.

"Ti promettiamo che non ci saranno feste o qualunque altra cosa."-dice Dylan abbracciandola. Sorrido.

"Va bene, va bene. Andiamo adesso o faremo tardi."-dice mia madre spingendolo verso la porta. Risi.

"Chiamaci quando sei arrivata."-dico appoggiata davanti la porta d'ingresso.

"Sta tranquilla."-dice mia madre mentre la vedo entrare in macchina con Dylan​. La sta accompagnando all'aereoporto. Mi saluta per un ultima volta, ed io le mando un bacio. Dopodiché vedo sfrecciare la macchina di Dylan e chiudo la porta.
Sospiro appoggiandomi ad essa.
Dopo corro di sopra e mi cambio.
Indosso un pantaloncino di jeans, e una canottiera grigia semplice. Indosso le converse ai piedi e scendo di sotto.
Sistemo la cucina e il salotto. Dopo aver finito mi siedo sul divano e scorro tra i canali in tv. Tra poco dovrebbe arrivare Nina. Devo accompagnarla a fare shopping. Justin invece questa mattina mi ha detto che era da sua madre perché doveva aiutarla con dei documenti. Per adesso passa molto tempo con lei e ne sono davvero felice.
Quando sento il campanello suonare, deduco sia Nina, così spengo la tv, prendo la mia borsa, e mi dirigo verso la porta aprendola.

"Hey bellezza come va?"-dice stringendomi in un forte abbraccio.

"Tutto bene e tu?"-dico stringendola.

"Bene."-dice sorridendo sciogliendo l'abbraccio.

"Sei pronta a svaligiare mezzo centro commerciale?"-domanda per poi ridere.

"Svaligiare è la parola giusta."-dico ridendo. Lei ride e dopo aver chiuso la porta ci rechiamo verso la sua macchina, saliamo e subito dopo Nina mette in moto e parte.
Dopo dieci minuti arriviamo al centro commerciale, entriamo nel primo negozio di vestiti che ci capita e Nina comincia ad adocchiare alcune magliette che prova. Ogni volta che prova qualcosa esce dal camerino e dice "non mi sta" "non me lo vedo" "è troppo scollato" "Stefan non vorrebbe" e mi fa ridere e allo stesso tempo arabbiare​ perché qualsiasi cosa provi le sta dannatamente bene e lei non se ne accorge neanche.
Quando la convinco a tutti i costi di prendere quelle magliettine, andiamo a pagare. Quando usciamo dal negozio Nina insiste che io mi debba prendere qualcosa così andiamo in un altro negozio, e provo diversi vestitini carini e semplici. Alla fine ne prendo uno nero semplicissimo. Lungo fino a metà coscia con la gonna liscia e le spalline sottili. A Nina piace tantissimo e mi supplica di prenderlo, e onestamente mi piace davvero come mi sta, così dopo aver pagato, decidiamo di rinfrescarci con un frappè e dopo decidiamo di tornare a casa. Nina mi invitata a pranzare a casa sua, dato che sono sola a pranzo, perché Dylan a quanto pare deve rimanere tutto il giorno a lavoro, e appunto torna a casa solo per cambiarsi così ci dirigiamo subito a casa di Nina.

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