Capitolo 2

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2016.


Sono le 8.30 e sono dannatamente in ritardo per il mio primo ultimo giorno di scuola.


Tolgo il pigiama e indosso i jeans ma mentre lo sto facendo mia madre invade la stanza.


<<mamma! Non si usa bussare?>> dico bruscamente.

<<Oh, tesoro.. Scusami! Credevo te ne fossi già andato..>> si giustifica, si avvicina a passi lenti con sguardo intenerito e mani unite all'altezza del cuore << quanto sei cresciuto.. il mio ometto!>> si alza sulle punte dei piedi e lascia un bacio sulla mia fronte ed io mi limito ad indossare la maglietta.

<<Non esagerare con questi muscoli..>> ecco che ricomincia <<Mamma sono in ritardo!>> la interrompo prima che possa farmi saltare i nervi di buon mattino e le faccio segno di uscire.

Mi lancia un'ultima occhiata e si dirige verso la porta. Una volta sulla soglia, si volta e dice <<Ah, tesoro, dimenticavo! Questa sera verranno i Duncan a cena da noi.. Sarai contento di rivedere la tua amica Jessica..>>.

Uh, certo come no.

Amica? non ci vediamo dal duemilasei e non si è mai rifatta viva.

Per me è morta.


Prendo lo zaino e con la mia auto in pochi minuti arrivo a scuola.

Si, ho un auto.

I miei genitori sono entrambi medici, non mi fanno mancare mai nulla.


A scuola non sono poi tanto popolare, mi reputano molto bello e frequento le persone più conosciute, tra cui il bello della scuola: Jake. Siamo migliori amici dai tempi dell'asilo e frequentiamo gli stessi corsi a scuola.

Ma io non sono come loro, a me la scuola interessa. Voglio diplomarmi con un bel voto e dire un giorno ai miei figli, che nonostante non fossi poi tanto bravo mi impegnavo per ottenere ciò che volevo.

Non sono un tipo come la gran parte dei miei amici, che alle feste devono per forza ubriacarsi e scopare per divertirsi.

Sfreccio per i corridoi cercando l'aula di storia.

Bingo.

Mi giustifico con l'insegnante per il ritardo e mi metto a sedere accanto a Jenna, mia compagna di banco da sempre. Le faccio l'occhiolino in segno di saluto e per ringraziarla di avermi tenuto il posto, lei si limita a sorridermi cordialmente.

Forse è per questo che me la cavo a scuola, perchè non mi faccio influenzare daaltri miei compagni come Jake, che ha una cattiva media in quasi tutte le materie.

Jenna viene definita la "secchiona 2.0" perchè, le piace studiare ma tiene alla moda ed è molto carina, non come quelle ragazze dei film, studiose con gli occhiali, le treccine, i brufoli e l'apparecchio ai denti. Fortunatamente le ore passano in fretta e inoltre i primi giorni ci licenziano dalle lezioni alle 12.30.
Fantastico!

Così potrò fare un'ora in più di allenamento.

Primo giorno di scuola andato. Solite facce, tranne per quelli del primo anno che continuano a fissarmi.

<<Sono tornato!>> annuncio gettando lo zaino sul divano del salotto. Nessuno risponde, vorrà dire che sono solo. Quasi mi sorprendo nel  trovare Rosita -la donna delle pulizie- in cucina. Muove i fianchi e canticchia una melodia in spagnolo. Mi scorgo per vedere meglio e noto che ha le cuffie. Per via della musica alta proveniente dalle cuffiette non mi ha sentito e le cingo la vita da dietro, inizialmente sussulta per la sorpresa poi si volta e mi abbraccia calorosamente. Sfila gli auricolari << hey ragazzone! Sto preparando la cena! Se hai fame ho già preparato il pranzo..>> mi indica il frigo alle mie spalle.

È così dolce ad occuparsi delle cose di cui dovrebbe occuparsi mia madre. Lei è una vera donna, papà l'ha assunta quando  ci siamo trasferiti dalla casa che avevamo prima. Questa è più vicina all'ospedale dove lavorano mamma e papà e alla scuola che frequento. Da quando c'è lei mi sento meno solo, dentro questa casa, grande anche solo per le tre persone che la vivono.
Mi avvicino al frigorifero e prendo  L'insalata iper condita -proprio come piace a me- e sorrido al pensiero di quanto mi conosce bene quella donna.
Mi siedo nella penisola addentando il cibo sul mio piatto.
<<Sai che ci saranno ospiti a cena?>> il suo accento argentino mi rallegra, il suo modo di parlare è così caldo e accogliente. Mi limito ad annuire e non appena finisco di mangiare la avviso che vado a fare gli allenamenti.

Dopo due ore di allenamento muscolare faccio la doccia e mentre indosso i vestiti, bussano alla porta.

<<Tesoro sono arrivati gli ospiti>> annuisco e seguo mia madre per le scale. Ci avviciniamo al gruppo di persone al centro del salotto ed io quasi non mi strozzo con la mia stessa saliva.
Colpisce la mia attenzione una ragazza alta, dai capelli corti, biondi -sicuramente tinti- che sta sorridendo a mio padre che le parla.
Indossa un top che copre fin sotto il seno, a maniche corte e dei pantaloni lunghi poco più sopra delle caviglie e larghi a vita alta che coprono l'ombelico.
Credo di non aver mai visto nulla di così bello e perfetto.
Ok. No, sto delirando.
Mi sarà salita la febbre che non avevo.
Mia mamma annuncia il nostro arrivo agli altri, coinvolti in una chiacchierata di gruppo.
Tutti si voltano nella nostra direzione e per un momento vorrei sprofondare. Inserisco le mani dentro le tasche dei jeans, decisamente in imbarazzo, e mi avvicino per salutare.
<< quanto sei cresciuto?! Accipicchia! E avrai spezzato un sacco di cuori con questo fisicaccio che ti ritrovi!>> dice Amy -la madre di Jessica- <<Guardo un po' che uomo! Complimenti, ti trovo in forma!>> aggiunge Mike-il marito di Amy- cogliendomi di sorpresa abbracciandomi.

Incredibile! Non era cambiato per  niente in viso. Il suo corpo invece era il doppio del mio <<Stavo per chiederti se giocassi ancora a ragby Eiden, ma guardandoti mi sono risposto da solo!>> abbraccio Eiden -primogenito di Amy e Mike-.

Ecco, adesso arriva la parte difficile, come dovrei salutarla?

<<Liam..>> dice sorridendomi con uno strano cipiglio, mordendosi il labbro inferiore.
Per qualche istante non mi muovo, non so cosa fare.
Poi lei si avvicina, accarezza il mio petto, all'altezza del cuore e mi stringe in un abbraccio che sembra durare un eternità, perché tutti ci stanno guardando, ma che dura solo un millesimo di secondo.
<<Presto accomodiamoci..>>
Grazie mamma, per una volta mi hai salvato.
Mia madre serve la cena sui nostri piatti, porgendo un sorriso smagliante ad ogni complimento riguardo alla portata che sta servendo. Come se il merito di quelle deliziose pietanze, fosse suo.
<<Allora Liam, hai già cominciato la scuola? Frequenti l'ultimo anno, no?>> chiede Amy, io mi limito ad annuire. Non mi piace avere gli occhi di tutti puntati su di me, e la cosa che mi mette più in imbarazzo è che mia madre, ha assegnato dei posti ad ognuno di noi, ed io sono seduto accanto a Jessica.

<<Anche Jessica frequenta l'ultimo anno da oggi... vero, tesoro?>> continua Amy.
<<Si, devo dire che non è male come scuola, e poi non dista tanto da casa mia.. eh si... anche da qui non è poi tanto lontana!>> conclude la sua riflessione, entusiasta.
<<Non mi dire!? Anche tu alla Hester?>> chiede mia madre e Jessica annuisce, lasciandosi sfuggire un sorrisetto dalle labbra.
Fortunatamente i discorsi prendono una piega diversa, iniziano a parlare di sport e di ragby. Adesso, posso iniziare a pensare ad una scusa per fuggire da questa stanza.
Con la coda dell'occhio, noto Jessica attenta ai discorsi.

Inizio a giocare con il tovagliolo di stoffa, quando sento una mano accarezzare la mia coscia.
Abbasso lo sguardo, è la mano di Jessica. Mi volto nella sua direzione per incrociare il suo sguardo, ma lei è girata nella direzione opposta e si finge attenta ai discorsi. Afferro la sua mano e la scosto, mi verso un po' d'acqua nel bicchiere, sussulto quando la mano di Jessica torna sui miei pantaloni.
Questa volta si dirige verso l'interno coscia e si avvicina pericolosamente alla mia intimità. In risposta, chiudo di colpo le gambe e l'allontano nuovamente. Sto bevendo l'acqua e quasi mi strozzo nel sentire la mano di Jessica, che accarezza il cavallo dei miei pantaloni.
Mi alzo di scatto e tutti si voltano a guardare nella mia direzione, persino Jessica che alza un sopracciglio sorridendo beffarda.
<<Io... devo.. andare in bagno>> balbetto.

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