Capitolo 32

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Sgattaioliamo via da scuola percorrendo i corridoi vuoti.
<<E ora che si fa?>> domando salendo in auto.
<<Ho una fame da lupi.>> mi mordicchia il braccio.
<<Prossima sosta supermercato.>> e solleva i piedi sul cruscotto, guadagnandosi un'occhiataccia.

<<Sei proprio una bimba.>> rido appena si accomoda dentro il carrello.
Percorriamo le corsie distrattamente con la sola destinazione del reparto dei dolciumi.
Mi fermo a guardare le bevande, ricevendo suggerimenti da dentro il carrello di prendere cose alcoliche, punzecchiandomi di continuo le chiappe.
<<Smith.>> sorride cordiale la donna avvicinandosi.
La ragazza smette di pizzicarmi e si schiarisce la voce.
<<Duncan. Oggi niente scuola?>> annuiamo lanciandoci un'occhiata fugace, non sapendo che scusa inventare.
<<Liam doveva fare una visita, sa, un problema alle "vie urinarie"..>> mima le virgolette e abbassa la voce come fosse un segreto. Mi volto di scatto spalancando la bocca.
<<E tu... lo hai accompagnato, bene! Spero non sia nulla di grave. Vi lascio buona giornata!>> con un gesto veloce della mano ci saluta e abbandona la corsia.
<<Alle vie urinarie? Sei seria?>> mi chino sul carrello sorridendo, trovandomi davanti la sua faccia convinta.
<<Mi dispiace, è stata la prima cosa che mi è venuta in mente.>> finge un tono dispiaciuto.
Provo ad alzarmi ma la sua mano stringe a pugno la mia maglia avvicinandomi a se per lasciare un bacio sulle mie labbra.

Appena arriviamo alla cassa, esce dal carrello mentre prendo il portafoglio.
<<Per carità. Abbiamo voluto la parità dei sessi apposta.>> ed esce il suo portafoglio dallo zaino.
Raggiungiamo casa, accertandoci di essere soli saliamo in camera mia.
<<Considerando che ho questa voglia matta di dolci. Domani mi verrà il ciclo..>> riflette ad alta voce addentando una barretta di cioccolato.
<<Non sporcare.>> la osservo mentre lecca le dita sporche di cioccolato.
Con fare provocatorio passa il cioccolato semi-sciolto sulle labbra, si avvicina a me e mi bacia il collo.
Sorride, leccandosi le labbra.
<<Che bambina che sei.>> passo le dita sul collo e mi blocca ridendo ancora.
<<Fermo. Stai facendo peggio.>> avvicina di nuovo le sue labbra, la sua lingua scorre sulla pelle facendomi chiudere gli occhi estasiato.
<<Allora raccontami qualcosa.>> torna a sedersi e continua a mangiare.
<<Mi chiamo Liam Smith ho diciotto anni e mi piacciono le ragazze.>> sollevo le spalle.
<<Cretino! Qualcosa che non so.>> sorride.
<<Nei miei contatti, sul cellulare, ti ho salvata come "tentazione".>> ridiamo insieme.
<<A New York non avevo la casetta perché abitavamo in un appartamento, così quando volevo stare da sola andavo nel terrazzo comune.>> confessa malinconica.
<<Non ho mai avuto una casetta di legno, ma sto pensando di costruirne una.>> ridiamo e mi colpisce il braccio scherzosa.
<<Quando sono mancata per due settimane, non ho detto nulla perché sono stata a fare i controlli..>> la guardo preoccupato <<è tutto okay! Sono solo di routine..>> sorrido sollevato.
<<Non chiudo mai le porte delle camere in casa, soprattutto quella del bagno, perché so di essere solo tutto il giorno..>> alleggerisco l'atmosfera.
<<Buono a sapersi. Non indosso mai il reggiseno in casa.>> mi stuzzica.
<<Questa è trabocchetto. Perché non stai mai in casa.>> noto un sorriso allargarsi sulle sue labbra.
<<Mi piace un ragazzo perspicace.>> mi osserva mordendosi il labbro. Sorrido ebete, buttandomi indietro sul materasso.
<<Ma che modi sono? Ti ho appena detto che mi piaci e reagisci così?>> mi colpisce il ginocchio, mi sollevo a guardarla.
<<Io ti ho detto che sei mia e mi hai lasciato sbattere.>> sollevo le sopracciglia.
<<Non mi è stata indifferente la tua confessione.>> confessa squadrandomi con gli occhi.
<<Nemmeno la tua, te lo assicuro.>> le accarezzo una guancia.
<<E allora baciami, stronzo. Non mi ridere in faccia..>> finge di sgridarmi.
Le lascio un lieve bacio sulle labbra e mi allontano.
Inclina la testa di lato inarcando le sopracciglia.
<<Mi sto innamorando.. di te.>> sussurro con tono preoccupato per una possibile reazione inaspettata.
Spalanca gli occhi e la bocca e mi salta addosso, facendomi ricadere indietro sul materasso.
Le braccia strette al mio collo, la sua bocca incollata alla mia, le lingue che si inseguono, le mie mani le cingono i fianchi.
Mi morde il labbro <<sai di cioccolato>> respiro forte.
Il suono del suo cellulare che squilla la fa allontanare, mi rimetto seduto sul letto.
<<Amore!>> mi osserva con sguardo provocatorio. Corrugo la fronte <<Ho da fare.. con il mio ragazzo. No, non dirlo alla mamma.>>
Eiden.
Stronza.
Ma quindi lui sa di noi...
Vuole giocare? Pronti, partenza e via.
Le mie dita come formiche si posano sulla sua maglia all'altezza dell'ombelico, si insinuano sotto la maglia. Mi lancia un'occhiataccia, le poso le labbra sul collo.
<<No, non so se vengo a pranzo. Mh.>> si lascia sfuggire un gemito trattenuto quando succhio la pelle sotto l'orecchio, che si arrossa un po'.
"Oddio state scopando?! Che schifo!" Sento dire dall'altro capo del telefono.
<<No che non stiamo scopando.>> mi lancia un'occhiata furtiva, con i denti mordicchio il lobo e la mano giunge al seno <<non ancora..>> sussurra impercettibilmente.
Stringo il seno, la lingua delinea l'incavo del suo collo.
<<Senti ho da fare. Ciao.>> conclude secca riattaccando. Sorrido sulla sua pelle, afferra i bordi della mia maglia e la sfila in fretta. La sua bocca dal mento percorre il collo e si ferma al petto, sapiente morde un capezzolo e continua il percorso di baci fermandosi all'ombelico.
Le mani cercano il bottone dei miei pantaloni, sfilandoli insieme ai boxer, mentre con una sola mano le tolgo la maglia.
Sorride quando l'afferro per le chiappe rude e la porto sopra di me. Mi bacia, ricca di passione e desiderio. Infilo le mie mani dentro i suoi jeans palpandole il sedere mentre le sue mani iniziano ad accarezzarmi. Muove il bacino e l'assecondo spingendo le mani dentro i suoi pantaloni. Lascia il mio membro e si sbottona i jeans e li toglie del tutto. Torna a sedersi sopra di me, e riprende a baciarmi la mandibola, il collo, prende il mio membro con una mano con l'altra scosta le sue mutandine.
<<Aspetta..>> la fermo con il respiro affannato. Le mie dita si posano sul suo punto sensibile.
<<Non serve.>> si solleva poco e inserisce il mio membro dentro di lei, morde le labbra iniziando a muoversi. Le accarezzo la schiena e le bacio la spalla. Porta le mani dietro il mio collo quando poggio le labbra sulla sua clavicola e inizia a spingersi più a fondo e aumenta il ritmo. Ansima silenziosamente, e spinge la mia testa più vicina a lei per incoraggiarmi a continuare.
La mia mano massaggia il suo clitoride seguendo il suo ritmo.
Geme forte, con le labbra gonfie e le guance rosse.
<<Bambinone! Sono arrivata.>>
Cazzo, Rosita.
La ragazza sopra di me si ferma guardandomi confusa.
<<S-sono in compagnia, di-di sopra..>> cerco di regolare il respiro, ansimando.
<<Ciao signorina Duncan.>> la saluta dal piano di sotto.
Jessica ridacchia poggiando la fronte sulla mia e riprendendo  a muoversi velocemente e facendo gemere entrambi all'unisono.
La sollevo di scatto uscendo da lei.
<<Sto per..>> Mh. Cazzo.
Muove la sua mano velocemente, su e giù, guardandomi dritta negli occhi.

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