Capitolo 11

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<<April, hai visto Jessica?>> la fermo nel corridoio <<Era qui 'sta mattina, ma è venuto suo fratello a prenderla nell'ora di biologia>> mi avvisa.

Come immaginavo, sgancia la bomba e fugge via.

Codarda!

Provo a chiamarla al cellulare, nessuna risposta.
Dopo una serie di chiamate senza risposta, ricevo finalmente un segno di vita.

Dopo una serie di chiamate senza risposta, ricevo finalmente un segno di vita

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E poi ancora il buio.
Ma ho deciso, appena uscirò da scuola andrò a casa sua.
Non mi importa, deve avere il coraggio di mentirmi -o meglio, dirmi la verità- in faccia, guardandomi negli occhi.

Suono al campanello e ad aprirmi è Amy <<Ciao, Liam!>> abbozza un sorriso <<Jessica?>> domando, senza troppi giri di parole.
<<Non è stata una bella giornata per lei...>> annuncia, come se a me dovesse interessare minimamente. <<Dov'è?>> insisto <<Non saprei, non dice mai dove si reca quando esce.. però appena rientra ti avviso>> annuisco sconfitto.

È un po' strano, che lei, stia sfuggendo.
Cioè, non è da lei.

Mentre mi incammino per tornarmene a casa, mi squilla il cellulare. Appena noto il nome illuminato sullo schermo non esito un secondo di più.
<<Ciao..>> sento sibilare dall'altro capo.
<<Oh, Emma! Stai.. come stai?>> chiedo preoccupato.
<<Ti va di incontrarci al parco?>> singhiozza <<quello della prima volta..>> continua.

Dopo dieci minuti, sono seduto sulla panchina a torturarmi le mani.
<<Devo dirti una cosa..>> dice Emma alle mie spalle, appena arriva senza nemmeno salutare.
<<Non è stata Jessica a dirmi che avete dormito assieme, e soprattutto, so che non siete stati a letto..>> mi alzo, per potermi avvicinare a lei, ma lei mi blocca <<No, fammi finire, ti prego. Ho cercato solo una scusa, un pretesto per poterti allontanare da me..>> spiega <<Cosa? Perché?>> chiedo confuso.
<<Il lavoro dei miei genitori è stato trasferito dall'altra parte dell'America>> conclude, mi avvicino a lei e la stringo forte a me, per poterla calmare dalle lacrime che non smettono di tormentarla.

Vorrei poterle chiedere se non ha proprio alcuna possibilità di restare, quando ha saputo la decisione, oppure cosa pensa che succederà adesso.
Ma so che non è il momento, perciò rimango in silenzio.

Dentro di me, penso a Jessica, al fatto che lei non ha mentito e che non stava scappando da me.
Cosa le sarà successo?

La sera mi ritrovo a pensare a ciò che mi ha detto Emma.
Abbiamo deciso che la nostra relazione -o qualunque cosa essa sia- non può continuare, perché entrambi non crediamo alle relazioni a distanza.
Inoltre Emma ha detto che avrebbe dovuto dirmelo prima, anche perché, partirà domani mattina presto, ed è stato proprio quello, poco fa al parco, il nostro ultimo saluto. Lei stessa ha ammesso che avrebbe preferito che le cose fossero andate diversamente, ma non trovava mai il modo, o il momento adatto per dirmelo, dal momento che, come io non volevo far soffrire lei non voleva far soffrire me.

So per certo di non essere innamorato di lei, di non amarla.
Ma una persona, che sia una figura positiva o negativa, che tu voglia o meno lascerà un segno nella tua anima, una volta conosciuta.

Nonostante ciò, continuo a pensare a Jessica, al fatto che mi sono comportato male con lei, accusandola ingiustamente.

"Mi dispiace, non avrei dovuto accusarti.." digito e invio.

Visualizza e non risponde.
Un po' me ne pento, d'altronde lei resta pur sempre Jessica.

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