Capitolo 38

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Oltrepasso il cortile con lo sguardo basso, raggiungendo di fretta l'edificio scolastico.
Il lontananza noto Jenna poggiata sul mio armadietto, alzo gli occhi al cielo.
Lo so, sarà sbagliato, ma anche lei c'entra. Non posso fidarmi più di nessuno, tanto meno di lei.
Da due giorni -dopo il compleanno di Harry- ho cercato di allontanare un po' tutti. Faccio fatica a credere che mi abbiano tenuta nascosta una cosa così grande. Non mi riesco a fidare.
Avevo deciso anche di non andare al matrimonio di Eiden, domani, ma mia madre mi ha obbligato ad andarci dicendo: "Ti ha visto praticamente nascere! Ne rimarrebbe molto deluso. E io non te lo perdonerei mai."
<<Ciao!>> pronuncia una voce flebile, raggiunto il mio armadietto.
Le faccio un segno con il capo, prendendo i libri.
<<Liam.>> mi tira la maglia.
<<Quante volte devo dirti che mi dispiace? Andiamo! Non dovresti nemmeno prendertela con me!>> sollevo un sopracciglio, incrociando i suoi occhi per la prima volta.
<<E nemmeno con lei. Ne con Harry! Perché vuoi rovinare tutto? Non vedi che siamo tutti molto dispiaciuti?>> priva a fare lo sguardo da cucciolo per convincermi.
<<Non tutti vedo..>> sussurro, osservando alle spalle della ragazza.
Jessica ride affianco a Tom Walker.
Jenna si volta per osservare ciò che vedo io.
<<Sono sicura che non è come sembra.>> cerca di giustificarla.
<<Tranquilla, ormai non ha più importanza.>> sposto lo sguardo dai due.
<<Mi perdoni?>> solleva l'angolo della bocca, annuisco leggermente.
Inizio a pensare che tutta questa storia sia stata solo una scusa per mollarmi e tornarsene da Walker. Visto che i due non fanno che ridacchiare e stare insieme continuamente ormai da settimane.
Jenna fa per abbracciarmi, mi scosto. Solleva gli occhi al cielo e mi abbraccia ugualmente.

<<Sono sicura che ci sarà una ragione.. voglio dire, tra te e Walker non c'è competizione!>> dice Jenna al mio fianco al tavolo della mensa.
<<Possiamo non parlarne?>> suggerisco.
Dopo qualche minuto noto Jenna agitarsi e fare segni al mio fianco.
Mi volto e guardo nella sua stessa direzione.
Harry.
Mi schiarisco la voce.
<<Beh. Mi chiedevo... veramente io non..>> inizia, non trovando le parole.
<<Liam, possiamo parlare?>> il ragazzo dagli occhi smeraldo sbuca alle mie spalle.
Annuisco scoccandogli un occhiata veloce.
<<Sei come un fratello per me, non riesco a pensare che una storia del genere possa rovinare la nostra amicizia.>> mi alzo dal mio posto, lui indietreggia, sono sicuro stia pensando che voglio picchiarlo.
Mi avvicino e lo abbraccio.
<<Non è giusto. A me lo stavi quasi rifiutando l'abbraccio!>> mi schiaffeggia il retro della coscia Jenna.

In due fottutissimi giorni, mai un'occhiata, neanche per sbaglio.
Contavo così poco per lei da dimenticarmi in quarantotto ore?

Sono riuscito a perdonare i miei amici, perché credo nel loro bene nei miei confronti, nella loro sincerità. Ho visto come tengono a me. Sono sicuro che riuscirei a perdonare anche lei, si. Lo so con certezza perché sento di amarla. Ho bisogno di lei.
Avrei voglia di parlarle, scriverle che mi manca o anche solo sapere come sta. A lei sembra non importarle, nonostante questo mi sento legato a lei come prima dell'accaduto. E non va bene, no, perché sembra che solo a me importi. E in un rapporto, nelle relazioni in generale, le cose si fanno in due. Abbiamo due strade parallele, non incroci, né strade a senso unico.

Raggiungo i miei amici al parcheggio all'uscita di scuola, poggiato al solito muretto.
Non sono molto attento ai loro discorsi, con lo sguardo perso agli alunni che escono da scuola, perso nei miei pensieri.
D'un tratto i corti capelli biondi di Jessica, attirano la mia attenzione. Focalizzo sulla ragazza in lontananza, il braccio ancorato a quello di Tom Walker, il viso sorridente, si dirigono nella nostra direzione. Qualcuno al mio fianco finge un colpo di tosse, probabilmente accortosi del mio stato.
<<ciao ragazzi!>> sollevo lo sguardo, osservando distrattamente Tom. Poi fisso per qualche istante quel viso che tanto mi piace, i lineamenti rilassati, gli occhi mai fermi dai quali intuisco il suo disagio. Le labbra strette dai denti, sollevo gli occhi ai suoi incontrandoli su me.
Istintivamente mi volto di scatto, cercando qualsiasi altra cosa da guardare. L'occhio cade sulla mano di Walker stretta al suo fianco. Mi alzo rapido e distrattamente saluto con un cenno della mano, abbandonando i ragazzi per andare il più lontano possibile.

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