!!!ATTENZIONE!!! QUESTA STORIA È SOLO PER CHI TOLLERA LE COSE "ZOZZE". PERCIÒ VI ANTICIPO CHE ALL'INTERNO VI SONO DESCRITTE SCENE DI SESSO.
Capita spesso nella vita di voler essere qualcun altro. C'è chi fa di tutto per piacere agli altri, chi non...
"Non mi va neanche di camminare" sbuffa chiudendosi la portiera dell'auto alle spalle. "Sentiamo, che hai adesso? Ti fa male qualcosa?" La affianco accarezzo la guancia, il viso imbronciato. "Cos'hai? Fino ad un istante fa eri in estasi" dico malizioso, sollevo il suo viso poggiando due dita sotto il suo mento "c'entro io? Ti ho fatto male? Forse non ho saputo dosare la forza.. ti ho det-" muta il mio tono, sono preoccupato "uff! Quante domande di prima mattina! Non c'entri niente tu. E a momenti neanche ti sento e dovresti avermi fatto male?"dapprima è seria poi sorride beffarda. "Zitta! O ti faccio passare la voglia di scherzare col fuoco in questo istante.." blocco le sue mani dietro la schiena con la mano, le labbra si cercano e si mordono con fervore.
Le ore passano lente e la lezione di matematica pare non volerne sapere di concludersi.
Smanetto con il cellulare per combattere la noia.
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"Quanto ci hai messo...?" Domando retorico fiondandomi immediatamente sulle sue labbra. Sento un certo distacco mentre la bacio, come se non volesse che continui.
"Cosa c'è?" Mi stacco, accarezzo i suoi capelli, stringendo le braccia alla sua vita. Scuote la testa e si avvicina nuovamente alle mie labbra per depositare un bacio. "Sai che puoi dirmi tutto" inizio, annuisce e mi bacia di nuovo. Sospiro, non mi convince e non voglio che ci allontaniamo di nuovo, non adesso che abbiamo stabilito la calma. "Allora?" La sprono a parlare. Gioca con i lembi del mio maglione. Strofina un dito sulla fronte e sospira, sta cercando le parole giuste. "Non so se è il momento adatto... ma, m-ma voglio che tu venga con me." Si lecca le labbra puntando gli occhi verso il basso. "Ok, va bene. Andiamo.." dico senza esitazione. "No no. Non adesso" sorride "e poi prima di accettare.. voglio dire, non sai neanche dove e già accetti. Voglio che ci rifletti... bene." "Non spaventarmi, mica mi porti al patibolo... no, giusto?" Ride piano. "Vicino. Prima di morire molte persone ci passano di lì.." con gli occhi cerca dei segnali arrivare dal mio corpo. "Ospedale?" Parlo di getto senza pensare realmente a cosa pronunciano le mie labbra. Sospira e scioglie le mie braccia dal suo corpo, la lascio fare imbambolato. Cosa vuol dire? Non ho capito. E prima che possa dire qualcosa, si dilegua con aria affranta "non importa. Lascia stare, scherzavo. Torno in classe".
"Andiamo?" Mi stampa un bacio sulle labbra e sorride. Cosa mi sono perso? Ma oggi cosa ha questa qui? Vuole farmi uscire pazzo? Non capisco! Due ore prima è triste, ora sembra essere tornata di buon umore. Chi le capisce le donne.
"Visto che tutte le volte mi auto-invito a casa tua, oggi che ne dici di venire da me?" Stringe la mia mano sul cambio dell'auto. Annuisco distratto, e porto la sua mano ancora stretta alla mia sulle labbra per depositare un bacio.
"Tu fai come se fossi a casa tua, io salgo di sopra a posare lo zaino." Mi sorride per poi scomparire al piano di sopra.
Peccato che me la sto facendo sotto, visto che i bagni a scuola li usiamo per altro. So perfettamente dove si trova il bagno, per fortuna. Salgo le scale, saltanto qualche scalino e la porta del bagno è già aperta che aspetta me. "LIAM." Alla mia vista urla la ragazza seduta sulla tazza. "Cosa c'è?" Urlo a mia volta ancora fermo sull'uscio della porta. "GIRATI. SUBITO." "MA PERCHÉ?" sollevo le spalle non capendo. "Fallo, cazzo." Faccio come mi dice. "Cosa ti turba oggi? Sei così strana! Ho già visto tutto quello che dovevo vedere, adesso perché fai così?" Faccio per girarmi, ma mi rigiro quando vengo colpito dal rotolo di carta igienica. "Aspettami giù." "No! Me la sto facendo sotto" ribatto. "Vattene, aspettami in un'altra stanza, fai un giro turistico per la casa, ma vai.." mi caccia. "Sbrigati" mi arrendo.
Quando scendo al piano di sotto, la trovo di spalle intenta a preparare qualcosa.
"Cereali e crema di nocciole?" Sobbalza appena. "Non so cucinare, e queste sono le prime cose che ho trovato nella dispensa" si lecca il pollice sporco di crema. Mi mordo le labbra trattenendo un sorriso "va bene, se mi dici dove trovare tutto, ci penso io a prepararti qualcosa di salutare" suggerisco. Mi indica un punto mentre si ingozza di cibo. Dopo qualche minuto, sto mettendo il cibo sui piatti, mi sento leggermente osservato e quando sollevo lo sguardo due occhi curiosi mi stanno fissando. "Smettila di sbavare, non è carino" si imbroncia, ma non distoglie lo sguardo, sorrido e mi avvicino a lei. "Guarda qui, che bambina che sei" le pulisco l'angolo della bocca sporco di crema di nocciole.
"Potrei prenderci l'abitudine" la raggiungo sul divano, intenta a fare zapping. "Netflix?" Propone, senza distogliere lo sguardo dallo schermo. "Scegli tu. Io vado a prendere gelato e panna" si dilegua. "Ma abbiamo appena finito di pranzare!" La rimprovero scherzoso.
"Dove lo metti tutto quel cibo?" La osservo mentre porta il cucchiaio colmo di gelato e panna. "Non mi stressare, sono giustificata." Si accascia ancora di più sul divano stringendo il cuscino al petto e assumendo una smorfia in viso. "Cosa? Ti è andato il gelato di traverso?" Scherzo "non sei per niente divertente, voi maschi proprio non capite, sono nella zona rossa, coglione!". "Vieni qui" si sdraia sopra di me, di tanto in tanto fa dei versi strani.
"Jess" richiamo la sua attenzione, non sapendo se sia sveglia o meno. "Mmh" "Dormi?" "Non riesco" sospira, e solleva il mento per guardarmi in viso. "Voglio venire con te in ospedale" annuncio senza troppi giri di parole. Sorride e si avvicina ancor di più per potermi baciare.