Capitolo 4

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Per una settimana Jessica non mi rompe le scatole. Non si è fatta più sentire e non mi ha chiesto passaggi da casa a scuola, o da scuola a casa.
Qualche volta la vedo per i corridoi della scuola e mi guarda sempre con uno strano ghigno. Probabilmente ora che ha fatto amicizia e si è integrata a scuola, non avrà più bisogno di me. Meglio per me, anche se mi dispiace che ha stretto amicizia con le "Gallinoche"-termine che unisce le galline e le oche della scuola- non credo siano persone sincere e ho paura che possano prenderla in giro. All'inizio non capivo questo loro legame, ma poi ho riflettuto, le persone cambiano e lei non è Jessie, la bambina dolce e affettuosa che era. Il legame -se così può essere definito- che ha stretto con loro spiega il suo comportamento nei miei confronti. Sarà sicuramente come loro, avrà perso l'innocenza e la purezza che la rendeva "Jessie".

Conclusa la mia routine giornaliera, sono pronto a stendermi a letto per potermi rilassare un po'. Decido di controllare le notifiche sul mio cellulare.

 Decido di controllare le notifiche sul mio cellulare

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Che deficienti.
Cam li picchierà sicuro.
Mi preparo in tempo record, mi catapulto in auto e sfreccio verso la casa di Cameron.

Certe volte penso che sono solo, che se venissi a mancare misteriosamente, nessuno si accorgerebbe della mia assenza, a nessuno importerebbe. Penso che magari sono amico di qualcuno solo per me stesso, per non apparire solo, strano.
Penso che stare soli in due fa meno male, e che se hai compagnia, gli altri non ti guardano in maniera diversa, ma semplicemente come guardano il resto del mondo.
Poi però smetto di pensare un attimo, e in mezzo a questi pensieri emerge uno spiraglio di luce, una forza che non c'era, che magari ho sempre -e tutt'ora- sottovalutato: l'amicizia.

Ormai loro, li conosco da parecchi anni, dal primo anno di liceo e sono stati la mia ancora di salvezza in diverse situazioni. Sono sempre stati affianco a me, come lo sono stato io a loro. Quasi sempre mi sono sentito più a "casa" con loro che con la mia famiglia, e non mi hanno mai fatto sentire escluso, o sbagliato.
Uno vale l'altro.
Tutti siamo amici allo stesso modo, senza fare differenze.

Una volta arrivato, rutto in segno di saluto.
<<Wooow!!! Complimenti sarà difficile superare il tuo rutto..>> mi accoglie Ben venendomi incontro e stringendomi in un veloce abbraccio. Tenta di superare la potenza del mio rutto, ma si arrende e sconfitto mi guida al salotto, dove ci sono Harry e Jake che giocano alla play. Salutano velocemente senza mai togliere lo sguardo dal televisore e dalla stanza accanto fa il suo ingresso Cam, intento a sfregare i suoi capelli ancora bagnati con un asciugamano.
<<Piano coi rutti, di là c'è mia sorella!>> ci avvisa con sguardo minaccioso. Ridiamo tutti per il suo fare protettivo da fratello maggiore. <<Scusa Sierra!>> urlo per farmi sentire <<Ci sono abituata!>> urla divertita di rimando, dalla sua stanza.

Dopo più di un'ora a giocare alla PlayStation, decidiamo di andare a fare un giro in un pub qui vicino.

Pendiamo posto ad un tavolo e leggiamo il menù.
<<Sapete la nuova ragazza? Quella bionda, alta..>> chiede Rico e in risposta tutti annuiamo <<È una bomba! Non era amica tua?>> chiede Harry rivolgendosi a me. Per un istante mi volto a guardare Jake, lui mi sta già guardando e ci scambiamo uno sguardo di intesa. Annuisco semplicemente <<Non è questo il punto.. volevo dire, io non credo che l'amicizia che ha stretto con quelle le faccia bene..>> continua Rico.
Sembra che sappia qualcosa che però non vuole dire.
Cosa vuole insinuare?
<<E con questo? Che vorresti dire? Saranno affari suoi con chi esce..>> lo riprende Jake con una risata amara.
<<Si ma, ecco vedi.. tu lo sai... dobbiamo..>> Rico cerca di trovare le parole giuste, per concludere una frase di senso compiuto, ma Jake lo interrompe di nuovo <<Piantala! Non sono cose che ci riguardano.. piuttosto avete visto la nuova formazione della squadra di Basket della scuola?>> cambia argomento Jake.

Cosa nascondono?
Sarà qualcosa di poco conto.
Anch'io condivido il pensiero di Rico, quelle ragazze si comportano sempre in modo così eccentrico, singolare e sono così facili, che riconoscono i ragazzi non dalla loro faccia, intendiamoci.
Però allo stesso tempo Jake ha ragione. Gli amici si scelgono, sei tu a decidere con chi condividere la tua vita, e se una persona non ti piace la allontani, non devi conviverci per forza -eccetto che per tua sorella o tuo fratello.

Mentre ridiamo e scherziamo tra noi, si avvicina al nostro tavolo la ragazza che frequenta il corso di storia con me, mi rivolge un timido sorriso, porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e dice:<<Ciao Liam, sono Emma.. frequentiamo storia insieme..>> annuisco ricambiando il sorriso.
<<Oh, ecco è così.. imbarazzante.. beh, sono qui con le mie amiche.. questo non è importante in verità..>> sbuffa, prende un grosso sospiro <<Mi chiedevo se.. sempre se ti va.. ci scambiamo i numeri?>> sta per proseguire, ma capisco il suo essere nervosa e la precedo <<certo! Così qualche volta magari ci incontriamo..>> il suo volto si illumina e il suo sorriso si allarga fino a mostrare i bianchissimi denti <<per storia, ovvio..>> aggiungo per non farla illudere troppo, lei annuisce contenta e mi passa il suo cellulare.
Ci salutiamo e ritorna dalle sue amiche.

<<Oh, brò.. ma che ti prende? È così carina!>> sbuffa Cameron <<era tenera e impacciata>> aggiunge Ben.
<<Lasciatelo un po' in pace, sfigatelli!>> mi difende Jake tirando loro una patatina, leggermente più scura delle altre, lasciata sul vassoio ormai vuoto.

L'indomani faccio fatica ad alzarmi, infatti arrivo con quindici minuti di ritardo alla lezione di letteratura.
Nel cambio dell'ora, mi dirigo verso il mio armadietto per poter posare finalmente i pesanti libri.
Digito il codice e apro l'armadietto, vengo affiancato dalla bella e impacciata ragazza di ieri sera <<Ciao, mi dispiace per ieri sera..>> confessa mordendosi il labbro inferiore con un espressione accigliata. <<Tranquilla, è tutto okay!>> le dico sorridendole per tranquillizzarla <<Beh, non sono brava con queste cose, crist.. però se dici che per te è okay ti lascerò in pace!>> poggia la testa sull'armadietto vicino al mio, un po' troppo forte visto che provoca un forte tonfo <<ti sei fatta male?>> le sussurro accarezzandole i capelli <<Si, cioè no..>> ringhia <<scusami, sono una frana.. tolgo il disturbo>> si volta senza lasciarmi il tempo di salutarla e le sento sussurrare "che è meglio". Mi fa sorridere questa ragazza, è così sbadata e dolce.

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