"Eiden e Miranda oggi sposi."
Così dice la scritta incisa sul foglio sopra il tavolo.
Siamo appena arrivati al ricevimento, dopo aver assistito alla messa. La chiesa era gremita di gente così siamo rimasti in piedi.
Adesso muovo la forchetta continuamente, in attesa che arrivino gli sposi.
<<Liam, smettila di giocare con le posate!>> mi richiama mia madre, fingendosi divertita un attimo dopo.
Viva i miei genitori e il loro far finta di niente continuando ad indossare la maschera.
Sbuffo, e mi sistemo il papillon.
Non ho ancora visto la sorella dello sposo, per fortuna. In realtà non ho ancora visto nemmeno lo sposo, né la sposa. Dal fondo della chiesa, dove eravamo noi non si vedeva un accidenti.
D'un tratto in sala si alzano mormorii e gli ospiti iniziano ad applaudire.
Mi volto e quasi non mi strozzo.
Ovvio che la prima persona che scorgo non è la sposa.
La famiglia entra a seguito degli sposi.
Un lungo abito Borgogna, corti capelli neri e un sorriso smagliante.
Quasi non la riconosco.
È la mia Jessie.
Mi sembra quasi un'altra persona, una donna.
I capelli di questo colore però, mi ricordano tanto quando era poco più che una bambina.
Solo ora noto una figura al suo fianco, sporgersi per spostarle la sedia, come un galantuomo.
Merda.
Allento il papillon improvvisamente troppo stretto e fastidioso.
Inizio a vedere rosso.<<Liam, tesoro, prendi qualcosa al buffet?>> mi riporta alla normalità mia madre.
Ho fissato la schiena lasciata nuda dell'abito della ragazza per tutto quanto il tempo. È quasi il momento del taglio della torta, quando gli sposi si cimentano nel primo ballo.
La madre di Eiden si avvicina al tavolo affiancata dall'unica figlia femmina.
<<Signori, il cibo è di vostro gradimento?>> si informa la donna.
Tutti annuiscono complimentandosi, i miei occhi sono fissi sulla ragazza, che continua a guardare in ogni direzione a disagio.
<<Liam, mi dispiace che non conosci nessuno. Potrei presentarti il fidanzato di Jessica, Tom! Sono sicura che avete un sacco di cose in comune!>> si rivolge a me la signora Duncan.
La ragazza con sguardo sconvolto osserva la madre, poi mi guarda finalmente.
<<Lui non..>> sussurra.
Serro la mascella, le mani sotto il tavolo continuano a non darsi pace.
Le faccio segno con la testa di seguirmi, quando sono sicuro che nessuno mi veda.
<<Con permesso, vado un attimo al bagno.>> annuncio per poi immergermi in un corridoio che porta effettivamente ai bagni.
Mi fermo nel bel mezzo del corridoio, passando continuamente una mano tra i capelli, domandandomi cosa mi salta in testa.
Sento risuonare i tacchi sul pavimento e quando alzo lo sguardo, noto la schiena che ho fissato per tutta la sera proseguire per il bagno.
Sono dietro di lei, fisso la sua schiena bianca e liscia, rigida, i fianchi muoversi fluidi. Una mia mano si posa sul suo fianco, dove il giorno prima si era posata quella di quel pezzente.
Placo il mio istinto di sbatterla al muro, stringendo un gluteo, quando si ferma per aprire la porta.
Sussulta, entrando nell'antibagno.
Si ferma davanti il grande specchio poggiando le mani sul marmo sul quale posano i lavabi.
Io fermo ancora alla porta, la osservo dallo specchio.
Chiudo la porta alle mie spalle, scorrendo il ferretto di fermo.
Avanzo lentamente, mantenendo gli occhi fissi nei suoi alla specchio.
Quando sono dietro di lei, le mie mani le saldano i fianchi. E la sua schiena si rilassa poggiandosi sul mio petto.
<<Ti piace etichettare le persone?!>> sussurro al suo orecchio.
<<Il tuo nuovo fidanzato non sa che sei di un altro?>> la interrompo sul nascere. La mia mano che prima era sul suo fianco scorre repentinamente sul suo pube, trattiene un gemito chiudendo gli occhi.
<<Guardami.>> lo spingo contro il marmo, in modo che le sue gambe poggino su esso e non possa scappare.
Le afferro il mento con l'altra mano, così che possa incontrare i miei occhi nel vetro. La sua mano sposta la mia dal suo mento.
L'altra mia mano, ancora sul suo pube, si insinua in mezzo alle gambe. In risposta poggia la testa sulla mia spalla e la sua mano accarezza la mia, come a volermi fare continuare.
L'altra sua mano, passa dietro la sua schiena alla ricerca del mio membro. In risposta spingo il bacino contro il fondo della schiena, facendola sussultare.
Voracemente sollevo il suo vestito, spingendola leggermente in avanti. Gioco con il suo clitoride, scosto le mutandine e inserisco le dita, donandole piacere. Le labbra semi aperte, gli occhi socchiusi, fissi nei miei oltre lo specchio. La sua mano si stringe al mio polso, allarga leggermente le gambe. Con l'altra mano si regge al marmo. Aumento la velocità dei movimenti ed è quando stringe leggermente le ginocchia e si spinge in avanti reggendosi con entrambe le mani sul marmo che capisco che sta raggiungendo il limite. Le afferro entrambe le braccia bloccandole dietro la sua schiena, si contorce. La testa poggiata al mio petto, trattiene un urlo.
<<Ricordatelo sempre: Sei mia.>> le labbra che le sfiorano le tempie.
Con il suono affannato del suo respiro, la lascio nel bagno, ritornandomene in sala.
Annuso il suo sapore e sorrido ebete.Si avvicina la fine!!!
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Welcome Temptation
ChickLit!!!ATTENZIONE!!! QUESTA STORIA È SOLO PER CHI TOLLERA LE COSE "ZOZZE". PERCIÒ VI ANTICIPO CHE ALL'INTERNO VI SONO DESCRITTE SCENE DI SESSO. Capita spesso nella vita di voler essere qualcun altro. C'è chi fa di tutto per piacere agli altri, chi non...