Capitolo 8

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<<Non puoi fare queste domande... e lei non è autorizzata a rispondere>> la difende Harry.
<<Tranquillo, è okay... io non so chi ti abbia raccontato ciò, ma non è la verità..>> la rassicura Jessica.
<<Oh, davvero? E allora perché hai lasciato la città di prima?>> domanda la ragazza presuntuosamente. <<Smettila Lauren! È finito il tuo turno.. tocca ad Harry>> la difende Jake.

Il gioco sembra essere ritornato alla normalità.
Procede con qualche parola sussurrata all'orecchio, palpatine -soprattutto tra Harry e Jessica- succhiotti e schiaffi tra maschi.

Fin quando è di nuovo il turno di April.

<<Liam, non hai scelta! Devi scegliere obbligo!>> annuncia vittoriosa.
Fa per pensarci <<Devi bendarti e restare immobile..>> ammicca maliziosa. <<Bendarmi? e con cosa?>> in risposta Lauren sfila con u denti  la bandana dal polso di Cam, <<Con questa!>>.

Okay, sento che il gioco sta prendendo una brutta piega.
Lauren fa per alzarsi, ma April, dopo aver sussurrato qualcosa all'orecchio di Jessica, le sfila la bandana dalle mani e la passa alla biondina, che si avvicina a me, leccandosi le labbra.

Vedo tutto nero, sto iniziando ad agitarmi.
Perché Jessica?
Merda, perché sto facendo questo gioco?

Per qualche secondo non sento nulla, solo la musica che suona un ritmo pop mixato.

Penso mi abbiano lasciato da solo come un coglione, ma poi sento cadere qualcosa per terra.

Sono agitato, che ansia.

Sento poggiare qualcosa sul mio ginocchio, sussulto <<tranquillo non è un cazzo, è un piede>> dice divertita April al mio fianco <<Stai fermo..>> sento salire il piede sulla mia coscia, delicatamente.

Sempre più su.

Sempre più vicino a dove non batte il sole.

Deglutisco, e respiro pesantemente.

Merda.

Ecco, che mi tocca.

Mi accarezza insistentemente.

Cazzo.

Mi sta facendo perdere la testa.

Non so quanto posso resistere.

Sento già mancarmi spazio nei pantaloni.

<<Brò, mi sa che sei nei guai! Togliti la benda>> mi sussurra Jake all'orecchio.
Non so come sia finito accanto a me.
Inizialmente penso si riferisca a ciò che sta accadendo ai miei pantaloni, ma appena tolgo la benda è tutto un attimo.
Mi indica un punto tra la folla, scorgo Emma correre e farsi spazio tra la gente.
<<Merda!>> sussurro a denti stretti.
Me ne infischio delle lamentele degli altri per aver interrotto il gioco, la inseguo colpendo bruscamente diverse persone, senza darci troppa importanza.

Ho sbagliato tutto!
Ho sbagliato a lasciare che si affezionasse a me.
Ho sbagliato a dirle che mi piace.
Ho sbagliato a venire a questa festa.

Durante questi giorni ci siamo visti spesso, ma abbiamo deciso di andarci piano, di non correre troppo. Dobbiamo conoscerci meglio, ed io non sono così. Non dovevo venire a questa festa, non dovevo giocare a quel gioco e soprattutto, non dovevo farla soffrire.

<<Emma>> la richiamo, una volta raggiunta in giardino.
Si volta, porta una mano tra i capelli <<È okay! Era un gioco, stiamo andando piano e non devo prendermela o essere gelosa...>> dice, sembra essere rivolta più a se stessa che a me.
<<Mi dispiace, io... giuro che..>> mi interrompe <<tranquillo! Non devi spiegarmi nulla...>> cerca di calmarsi.
<<Ascolta.. io, sono stato uno stupido! Non mi importa nulla di lei, di quel gioco, dei suoi giochetti.. a me piaci tu! Ti ho cercata, ho chiesto a Rose, ma non mi ha detto dove eri con esattezza... puoi anche chiederglielo!>> la informo.
Lei sorride, <<Non voglio perderti..>> le accarezzo una guancia, e lei si volta leggermente per lasciarci sopra un tenero bacio e tornare a sorridere.
<<Potete rimandare la scopata? Ho bisogno di tornare a casa...>> arriva Jessica in giardino, rivolgendosi a noi freddamente con aria triste.
Sembra aver pianto, ma mi starò sicuramente sbagliando.
Poggia la sua schiena sullo sportello della mia auto in attesa.
E ritorno a guardare Emma, che ha un'aria delusa <<Fidati di me>> le bacio una guancia, spintonandola dolcemente per un braccio, per avvicinarla a me e stringerla in un abbraccio.
Strofina la guancia sul mio petto e alza il volto, fissandomi negli occhi.
<<Non ti farò soffrire..>> Poggio la mia fronte sulla sua e le bacio le labbra trasformando il bacio in qualcosa di più sentito, chiedendo accesso alla sua bocca con la lingua.

<<Se non ce ne andiamo subito, ti rigo l'auto>> minaccia Jessica in lontananza.
Sbuffo e sussurro <<La odio!>> lasciando un ultimo bacio ad Emma che mi osserva mentre mi allontano.

Parcheggio facenti casa sua, durante il tragitto non si è lasciata scappare nessuna parola.
<<Cazzo!>> esclama, mentre scaraventa tutto il contenuto della sua borsetta sopra il mio cruscotto.
<<Smettila di prendertela con il mio cruscotto>> mi rivolgo a lei divertito, pensando alle calzette a fantasia, di qualche settimana fa.
<<Fantastico! Faremo un pigiama party in camera tua...>> sbuffa.
<<Cosa? No! Non se ne parla nemmeno>> dico deciso, è fuori discussione.
<<Oh, andiamo! Ho dimenticato le chiavi, sono le tre di notte, i miei genitori non si sveglieranno mai per aprirmi e si prenderebbero un colpo...>> purtroppo per me, ha ragione.

<<Dormirai per terra!>> mi volto e la trovo sdraiata sul mio letto con le braccia piegate sotto la testa. <<Non ci penso proprio! Il tuo letto è abbastanza grande..>> la interrompo <<Toglitelo dalla testa! Non dormiremo insieme sul mio letto!>> dico sicuro.
<<Ma infatti intendevo che dormirai tu per terra>> alza gli occhi al cielo.
<<Cosa? È casa mia, camera mia. Decido io!>> la avverto puntandole un dito contro.
<<Sei serio? Vuoi lasciarmi dormire sul pavimento?>> mette il broncio, e mi lascio convincere anche se non lo do a vedere e mi dirigo in bagno, per indossare il pigiama.

Quando torno in camera, la trovo a frugare nei cassetti della biancheria <<Che diavolo stai facendo?>> le tolgo un paio di boxer dalle mani. <<Ho bisogno di cambiarmi la maglietta per dormire, pensavo di prenderne in prestito una delle tue..>> si avvicina ad un palmo dalla mie labbra.
Con le mani risale dall'ombelico al mio petto da sotto la maglietta, cercando di sfilarmela.
Mi volto per prenderle una maglietta pulita dal cassetto e gliela porgo.

Non la prende.
Mi fissa negli occhi e abbassa i suoi pantaloncini.
Indossa un tanga nero.
Deglutisco rumorosamente, sperando non mi abbia sentito.
Merda! Perché ho abbassato lo sguardo?

Ritorno a guardarla negli occhi, ma lei si volta. Toglie la maglietta, mostrandomi la sua schiena nuda.
Non indossa nessun fottuto reggiseno.
Questa è una vera e propria tortura.
Sarà una lunga, lunghissima notte.

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