Capitolo 17

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<<Sul serio? Chupachups?>> domando osservando Jessica scartare il lecca-lecca colorato.

<<Lo preferisco allo zucchero filato.>> risponde mettendolo tra le labbra carnose e noto le sue guance essere risucchiate all'interno della bocca. Gli occhi puntati nei miei. Milioni di pensieri cattivi si susseguono nella mia mente maliziosa.

Abbassa lo sguardo sorride, estrae la caramella dalla bocca e passa sopra la lingua. Mordo il labbro frustrato, mi rivolge una veloce occhiata e raggiunge Jenna.

Merda, è tornata o mi sono immaginato tutto?


<<Hai una mira pessima! Ti daranno un premio per farti smettere se continui così.>> mi deride Jessica, mentre cerco di sparare a delle lattine colorate.

<<Ah ah spiritosa. Ti sei rifiutata di giocare proprio perchè non sai perdere e vieni a farmi la predica..>>

<<Non mi sono rifiutata di giocare, ho solo detto che non è un gioco femminile.>>

<<Ovvero, "non so giocare, invento la prima scusa che mi viene in mente.">> mi spintona da dietro e aggiusta la mia posizione da tiro. Mi solleva il braccio e posiziona le mani al mio bacino.

Parte un colpo involontariamente, mi maledico mentalmente, non ho beccato il bersaglio ancora una volta.

Le sue mani sono ancora strette ai miei fianchi.

<<Devi mantenere il peso su entrambe le gambe.>> sussurra al mio orecchio.

Faccio come mi dice, e colpisco il bersaglio.

Il gioco continua e riusciamo a prendere un premio base a scelta.

<<Visto che il merito è mio, decido io.>> solleva il mento fiera.


<<Il kit del poliziotto, chi devi ammanettare?>> la prende in giro Jake.

Lei sposta lo sguardo su di me e sorride.


<<Ruota Panoramica?>> propone Jenna.

Tutti acconsentono entusiasti tranne Jessica.

<<Che sei venuta a fare se non stai facendo nemmeno un gioco?>> chiede Ben.

Dopo vari tentativi di convinzione, siamo a turno per il giro nella giostra.

<<Smettila di pestarmi le scarpe!>> mi giro verso Jessica, dietro di me.

<<Non è colpa mia se sei una vera e propria lumaca!>> si difende.

<<Smettetela di litigare e preparate i biglietti, tocca a noi.>> grida Rico davanti a me per farsi sentire.

Come ha detto arriva il nostro turno e lo vedo scomparire tra la folla in cerca di posti liberi.

I posti sono di due, vuoi vedere che dietro di me c'era lei e ora..

<<Fammi spazio.>> oh, no.

Ma perchè hanno insistito a farla salire?

Porta le ginocchia al petto, i suoi piedi quasi mi sfiorano la coscia.

La vedo agitata, guarda gli altri posti occupati dai nostri amici.

<<Probabilmente non ti ho mai ringraziato, grazie a te ho degli amici fantastici>> li osserva senza mai guardarmi.

<<Non moriremo, perciò non è necessario fare i ringraziamenti.>> la tranquillizzo, la giostra inizia a muoversi e la vedo con la coda dell'occhio farsi il segno della croce.

<<Allora c'è una cosa di cui hai paura..>> la beffeggio, osservandola mentre porta gli occhi al cielo.

<<Smettila di guardarmi o ti perderai lo spettacolo.>> mi colpisce la gamba con il piede.

Non mi preoccupo dello "spettacolo" è così strano vederla indifesa, dolce.

<<Non puoi capire cosa succede di sotto!!!>> mi rivolgo a lei fingendo un tono entusiasta.

<<Non mi prendi in giro, lo vedo che guardi ancora me.>> sorrido.

<<Vieni.>> le faccio segno di avvicinarsi.

<<Scordatelo.>> dice categorica.

<<Andiamo, lo so che hai preferito fare il giro con me perchè di me ti fidi.>> cerco di spronarla.

<<Ti sbagli, non c'erano più posti vuoti con i nostri amici e non volevo stare con qualche sconosciuto.>>

<<Bugiarda.>> le tocco la punta del naso <<Non fare storie e vieni qui.>> si avvicina, mantenendo lo sguardo sempre alto, senza mai abbassarlo nemmeno per sbaglio.

Mi guarda negli occhi, solleva l'angolo della sua bocca. Sembra che mostrare le sue paure sia un passo troppo grande da affrontare per lei.

Le prendo la mano e intreccio le mie dita alle sue. Poggia la sua testa sulla mia spalla, abbassandola poco, giusto per scorgere il paesaggio sotto i nostri piedi.

Le lascio un bacio tra i capelli <<la mia piccola Jessie..>> sussurro piano, tanto da non farmi sentire o almeno credo.

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