Capitolo 25

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<<Ragazzi preparate tende e citronella si va in campeggio per due giorni>>
C'è chi sbuffa e chi invece comincia a progettare le giornate.

Io invece mi astengo, non mi importa. Penso che andrò, ma l'idea non mi eccita, potevamo andare in miliardi di altri posti e andiamo in campeggio, però allo stesso tempo una pausa dallo studio e dalla monotonia ci vuole proprio.

<<Al lago? Ma sono seri? Vogliono farci morire dissanguati?! hai presente quante stupide ed inutili zanzare ci saranno?!>> si lamenta Jenna al mio fianco nel corridoio.
Raggiungiamo il cortile pronti a lasciare l'edificio almeno per questa giornata.

Nel pomeriggio ci incontriamo al parco vicino scuola.
<<Sento già prudermi tutto il corpo..>>
<<Smettila Jenna! O verrà a me il prurito ogni volta che ti vedrò.>> la sgrida fintamente Jake.
<<Non pensare alle zanzare... sai quante cose possono succedere al campeggio.. una volta ho sentito di una ragazza che hanno gettato giù dal fiume..>> cerca di spaventarla Rico.
<<Piantala coglione, non spaventarla!>> lo richiama Cameron.
<<Scusate il ritardo..>> sorride cordiale Jessica prendendo posto vicino Jenna.
Non mi ha salutato, probabile che non vuole che gli altri sappiano di noi.. ma perché? Ha paura di cosa potrebbero pensare? O che ci allontanino dalla comitiva?
La osservo interrogativo, lei per un attimo incontra i miei occhi ma li sposta subito.
<<Allora, di cosa parlavate?>> domanda, schiarendosi la voce.
<<Del campeggio.. tu verrai?>> risponde Jenna con occhi speranzosi di ricevere risposta affermativa.
<<Non lo so ancora. Molti della mia classe non andranno... eccetto i presenti, April e Lauren hanno già dato conferma.>> spiega.
<<Non verrai perché ci saranno loro?>> domanda la ragazza al suo fianco.
<<Che? Cosa vuoi che me ne importa di loro? Tenterò di convincere Carrie..>> conclude sollevando le spalle.

<<È già ora di andare... come passa in fretta il tempo con voi..>>
<<Vieni con me?>> domando a Jessica che finisce di salutare.
<<No. Ho pensato di fare un passeggiata.>>
<<Vieni con me.>> abbasso la voce così che possa sentirmi solo lei, ma alzo lo sguardo e noto Harry osservarci interrogativo.
<<No, dav->> non conclude nemmeno perché le lancio un'occhiata fulminea.

<<Sali dietro.>> le ordino non appena gli altri ci lasciano.
<<Che modi. Ti ho detto che sarei andata a piedi. E or- che stai facendo?>> chiede vedendomi salire in macchina nei sedili posteriori.
<<Perché non vuoi far sapere agli altri di noi?>> non rispondo nemmeno alla sua domanda. Lei mi osserva con occhi spalancati e boccheggia in cerca di parole consone.
<<Noi?!>> sorride ironica, ricevendo un'occhiataccia da parte mia.
<<beh.. non sapevo.. che ne so! In questo caso non si parla e si decide? E poi...>> strofina le mani tra loro, posso notare il suo nervosismo.
<<E poi..?>> la invito a continuare.
<<È presto, no? Ho paura di rovinare tutto..>>
<<Per "tutto" cosa intendi? L'amicizia con loro?>> annuisce solo, abbassando lo sguardo.
<<Non si permetterebbero mai. Siamo troppo legati! Non preoccuparti di questo..>> mi avvicino e le accarezzo la guancia.
<<Ho dovuto respingere l'impulso di baciarti non sai quante volte..>> dichiara.
<<Pensa quanto ci sono rimasto male io che sei arrivata e neanche mi hai salutato..>> sussurro ormai ad un soffio dalle sue labbra.
<<Possiamo sempre rimedia->> non la lascio finire, incastro le mie labbra alle sue, che non ricordavo così soffici. Le nostre lingue si incontrano e si scontrano passionali e nell'auto risuonano gli schiocchi dei nostri baci.
Le sue mani sulle mie guance circondano il mio viso, le mie contornano i suoi fianchi. Il bacio di fa sempre più intenso, mi avvicino a lei tanto che la sua schiena si appiattisce allo sportello e la testa poggia sul finestrino. I suoi denti stringo sul mio labbro inferiore e le mie mani in risposta si saldano ancor di più ai fianchi, facendosi spazio sotto la maglia. La sua mano scende sul mio petto e si ferma all'altezza del cuore che come impazzito sembra voler uscire dal suo posto.
Lascio le sue labbra rosse e socchiuse in cerca di aria da trasportare ai polmoni per lasciare umidi baci sulla mandibola, socchiude gli occhi, la sua mano si sposta sulla nuca, mi incita a continuare. La mano che era sul petto percorre piano il mio addome e si posa sul fondo della mia schiena. Prendo a baciarla di nuovo sulle labbra dopo un breve e intenso incontro di sguardi.
Le mie mani salgono lungo la colonna vertebrale e si fermano all'altezza dell'aggancio del reggiseno. Repentinamente le sue mani giungono al mio petto e mi spintona. Il gesto è talmente lieve che nemmeno mi sposta, così continuo, ma il suo viso si sposta a destra porgendomi la guancia.
<<Basta.>> resta ferma con il viso puntato al sedile davanti, le mani distese e puntate al mio petto.
<<Mi accompagni a casa?>> domanda dopo attimi di silenzio. I suoi occhi si sollevano e tornano a guardare in basso continuamente, scrutando per brevissimi attimi la mia espressione.
<<Perché continui a provocarmi?>> le afferro il mento per costringerla a guardarmi, ma lei tiene lo sguardo basso.
<<Poteva essere divertente la prima o la seconda volta.. ma ti assicuro che fa male.>> solleva gli occhi e incontra i miei.
<<Non sei convinta? Non mi vuoi? Guarda cosa mi fai..>> le prendo la mano e la poso sul mio pacco duro, lei immediatamente si scosta. Fa per aprire lo sportello, lancio un forte schiaffo sul sedile anteriore, sussulta.
Passo sul lato del guidatore lei torna a sedersi dov'era.
Perché non mi vuole? Continua a trattarmi così. Mi fa stare male, mi fa sentire non accettato.
Sfreccio tra le vie ad una velocità immane.
<<Rallenta.>> osservo dallo specchietto retrovisore la ragazza appiattita al sedile, rigida.
Non la ascolto, continuo la mia corsa verso casa.
Mi fa male averla così vicina, dopo che mi ha rifiutato per l'ennesima volta. Mi sento preso in giro, si prende gioco di me e glielo permetto senza nessun ritegno.
Freno bruscamente ad un semaforo.
<<Rallenta ti prego.>> una lacrima riga il viso bianco e pulito.
Più me lo dice, più sento di dover fare il contrario. Un po' come fa lei con me. La corsa si conclude raggiunta casa sua, esce dall'auto senza rivolgermi sguardo o parola. Non aspetto neanche che entri che sono già diretto a casa mia.

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