Capitolo 41

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"Dai, l'ultimo.." schiocco un bacio sulle sue labbra.
"Ok, adesso basta, resterai in astinenza fino al suono dell'ultima campanella. Niente smancerie in luogo pubblico." Afferma saccente.
"Cercherò di resistere" inserisco le mani nelle tasche posteriori dei suoi jeans, lei si volta di scatto e mi spintonato con sguardo di rimprovero.

"Sembra che si sia schiantata violentemente la maschera dell'ebete proprio qui" indica il mio viso Jenna.
Sorrido inebetito, strappandole un bacio sulla guancia.
"L'astronave del buon umore si è parcheggiata dentro di te, oggi?" Osserva divertita.
La spingo e ci dirigiamo in classe.

Le ore trascorrono lente e noiose mentre tra le mani disattento rigiro il cellulare, osservando continuamente "l'ora", senza alcuna speranza che qualcuno possa avermi scritto, nessuna.

"Quanto parli?" Mi lamento.
"Smettila, non riuscirai a farmi stancare "il te" di buon umore." Prendiamo posto al tavolo con il cibo ancora fumante sui vassoi.
"Mi fai assaggiare questo?" Domanda indicando il riso nel mio vassoio.
"Passami il cucchiaio, ci penso io.. conoscendoti ti sporchi fin dentro le scarpe" scherzo imboccandole il cibo.
"Ciao." Davanti a noi Harry, Jessica e Tom Walker.
Ci giriamo a guardarli ancora con il cucchiaio a mezz'aria, mentre prendono posto.
Harry vicino a me gli altri due, di fronte.
"Voglio i minimi dettagli. Non sono riuscito a rapire niente dalla boccuccia vellutata" sussurra Harry al mio fianco. Come a rispondere sollevo gli occhi osservando "la boccuccia vellutata" di cui parla il ragazzo.
Walker le stringe una guancia tra le dita mentre se la ridono sereni.

Entro fine anno gli finisce bene se gli rompo solo il setto nasale.

"Perché è qua?" Mi rivolgo ad Harry.
"Eravamo alla stessa lezione prima, e dopo ricreazione siamo di nuovo insieme a biologia" spiega.
"Grandioso." Osservo Tom passare il braccio sulle spalle di Jessica.
La mano di jenna che stringe il ginocchio sotto il tavolo attira la mia attenzione.
"Puoi darmi un altro po' di riso?" Alza il volume della voce, e mi fa l'occhiolino.
Noto un atteggiamento leggermente strano, diverso.
"Fa come ti dico" sussurra avvicinandosi al mio viso e posando una mano sulla mia spalla.
"Che sbadata, finisco sempre per sporcarmi fin dentro le scarpe!" Quasi urla "Passami il tovagliolo sulle labbra, stupido!" Dice in modo da farsi sentire solo da me, faccio come dice.
"Che ti prende?" Solleva le spalle in risposta.
Gli occhi finisco sempre per guardare in quella direzione, Walker le stampa un bacio sulla guancia e lei sorridente poggia la testa sulla sua spalla.
"Jessica.. ti dispiace?" Mi alzo di scatto sento gli occhi di tutto il nostro tavolo rivolti a me. Prendo a camminare a passo svelto verso il corridoio, non sapendo bene dove andare e se mi stia seguendo.

"Per quanto ancora dovrò seguirti?" Domanda alle mie spalle.
Mi volto di scatto, si blocca all'istante guardandomi indispettita.
"Per quanto ancora dovrai giocare con me?" Domando.
La osservo mentre si sposta alla parete, poggiando le spalle agli armadietti.
"Se smetto di giocare, il gioco finisce per entrambi. E credimi che posso smettere in qualsiasi momento." Quasi scoppia a ridere sentendo le mie parole.
Mi avvicino, ad un passo da lei.
"Non ti credo. Perché siamo troppo dipendenti l'uno dall'altra per smettere, in questo momento." Batto i pugni ai lati del suo corpo sull'armadietto.
Per fortuna è ancora ora di ricreazione e gli studenti hanno lasciato il corridoio libero per noi.
"Vuoi farmi credere che tu dipendi da me?" Quasi le rido in faccia.
I suoi occhi sono fissi nei miei, e piano accenna un si con il capo.
"Vai a prendere in giro qualcun altro, stronza." Le afferro il mento e rude le sposto il viso.
"Ragazzi! Subito nel mio ufficio!" La voce autoritaria del preside alle nostre spalle, ci fa sussultare.

"Dopo quello che è successo negli scorsi mesi a lei, non vogliamo che ricapitino più avvenimenti di questo genere. Per questo stiamo facendo il possibile per evitare che atti di bullismo si diffondano in questo istituto."
"Mi perdoni, preside, credo ci sia stato un malinteso.." cerco di difendermi.
"Ah si, Smith? Ho visto con i miei occhi come si rivolgeva alla signorina Duncan!" Il tono autoritario riecheggia per tutta la stanza, facendomi sentire un punto minuscolo.
La segretaria ci interrompe chiamando con sé il preside fuori dalla stanza per delle faccende importanti.
"Perché non parli? Devi dirgli che si sta sbagliando o finiremo entrambi nei guai" mi rivolgo a Jessica quando il preside abbandona la stanza.
"Sei geloso."
"Cosa?" La osservo sbalordito, lei continua a fissare il vuoto davanti a se.
"Si, la scenata di prima! Sei geloso di Tom.." i suoi occhi puntano ai miei.
"No, non è vero. E poi cosa c'entra adesso?" Gesticolo, non capendo come possa entrarci questo discorso con il fatto che rischiamo di essere sospesi dalle lezioni.
"Tu che imbocchi Jenna, le pulisci le labbra.. che idiota. Sei geloso!" Ridacchia tra se e se.
"No. A me quella gelosa sembri tu, adesso." Aggrotto la fronte.
"Ti sbagli. Ammetti di essere geloso" mi sfida.
"Adesso cosa c'entra? Dobbiamo risolvere con il preside!" Sono infastidito.
"Ammettilo."
"Adesso basta. Hai detto tu niente smancerie in giro e ora cosa vuoi? Sei gelosa delle attenzioni che rivolgo a jenna?" Alzo la voce adirato.
"Ho ragione. Ammettilo una volta per tutte e non urlare, altrimenti il preside crede sia vero che vuoi picchiarmi" ride.
"Non parlerò più, così risolviamo tutto."
"No! Ammetti di essere geloso, altrimenti farò credere al preside che stai... abusando di me nel suo ufficio!" Mi osserva con il sopracciglio inarcato e il sorrisetto che la dice lunga.
"Lasciami! Smettila... mi fai male così.. aaah, mmh.." urla mordendosi le labbra  e toccandosi i capelli sensualmente.
"Sssh" le tappo la bocca con la mano.
È impazzita?
Temo che tutto questo non ci porterà a nulla di buono.
Bacia la mia mano, ancora sulla sua bocca.
"Mmh.. mmh" batte lo schienale della sedia girevole ritmicamente sulla scrivania per provocare rumore.
"Cazzo. Sei pazza!?" Sentiamo dei rumori oltre la porta.
"Dillo." Siamo vicini le mia mani poste sui braccioli fermano la sua sedia, e lei si sporge provocatoria verso di me.
La porta si apre e prima che possa dire o fare qualcosa Jessica afferra il mio viso e stampa un bacio poco casto sulle mie labbra con tanto di lingua.
Allontano la sua sedia in modo da tenerla lontana mentre il preside si schiarisce la voce.
"Avete fatto pace... vedo"

Che vergogna.

Vorrei sprofondare.
Jessie morde ripetutamente le labbra trattenendo un sorriso.
"Tornate in classe adesso, continuerete le vostre effusioni amorose fuori dall'edificio, intesi?" Ci rivolge un'occhiataccia.
Annuisco ancora rosso in viso per la vergogna.

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