Capitolo 28

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Purtroppo quel pomeriggio siamo rimasti a piangere in silenzio. Avrei voluto fare molto di più, magari andare a prendere un gelato e parlare di tutt'altro, eppure non ho avuto la forza nemmeno di guardarla negli occhi. Dentro di me mi sono sentito un vigliacco, avrei dovuto insistere di più, affinché non ci allontanassimo come è accaduto.

Faccio quattro tiri a canestro, in questo sabato pomeriggio noioso.
Mentre palleggio, dei rumori catturano la mia attenzione.
Mi volto e noto Jessica seduta sul bordo della mia piscina. Le gambe immerse nell'acqua, le braccia rigide reggono il busto dritto.
Probabilmente sentendosi osservata, solleva gli occhi dalle sue gambe e mi guarda alternando lo sguardo dal mio viso al giardino.
<<Non volevo interromperti.. continua..>> mi incita osservando tutto fuorché me. Mi giro intorno e mi ricordo di non indossare la maglietta. Si sente in imbarazzo?
Mi avvicino alla piscina, allungo le braccia sopra la testa e mi tuffo.
Quando riemergo, noto che si ripulisce sussurrando un "grazie".
Nuoto fino a raggiungerla e con le braccia mi sollevo dall'acqua, restando comunque immerso.
<<Che ci fai qua?>> domando osservandola con la testa poggiata sulle braccia a bordo piscina. La luce del sole alle sue spalle la illumina rendendola quasi una visione angelica.
Muove le gambe dentro l'acqua mantenendo gli occhi fissi su esse, solleva le spalle per rispondere alla mia domanda.
Le pizzico un fianco e le rubo un sorriso oltre che incontrare i suoi occhi per la prima volta, che sembrano più chiari e brillanti.
Passa il palmo della mano tra i miei capelli bagnati, sorridendo.
<<Resti lì?>> domando, annuisce.
Muovo la testa e le bacio il palmo della mano.
Faccio pressione sulle braccia ed esco dall'acqua, la sento trattenere il respiro.
<<Non mi hai nemmeno salutato.>> la guardo dall'alto per poi imitarla e sedermi sul bordo.
<<Nemmeno tu.>>
<<Allora hai ancora la voce..>> la prendo in giro.
<<Che succede?>> chiedo dopo minuti di silenzio.
<<Non abbiamo più parlato..>> solleva le spalle.
<<Di cosa vuoi parlare?>> le bacio una spalla.
<<Di quello che ti ho detto..>> si volta, mi scruta un po'.
<<Lascia stare, non importa.>> si alza e fa per andarsene.
<<Aspetta. Non c'è niente da dire.>> la fermo per il polso.
<<Si, invece. Penso che non dobbiamo più vederci..>>
<<Perché? Cosa c'entra?!>> stringo il suo braccio per tenerla salda dov'è, mentre tenta di liberarsi.
<<Io non voglio lasciarti, non ne vedo il motivo.>> la fisso cercando di capire cosa le passa per la testa.
Si libera dalla mia stretta, e sospira.
<<Non hai detto nulla. Temevo di averti spaventato..>>
<<Per quale motivo? >>
Solleva le spalle e sospira rumorosamente.
<<Forse non hai capito che mi interessi, mi piace passare del tempo con te, mi incuriosisce conoscerti e ti trovo tremendamente bella oltre che sexy e altamente stronza.>> faccio una smorfia sorridendo.
<<Non so cosa è più imbarazzante: il fatto che mi hai appena confessato che provi interesse per me o che lo hai fatto senza indossare la maglietta con tanto di goccioline di acqua che scorrono sul tuo petto>> confessa mordendosi il labbro inferiore trattenendo un sorriso.
Passo una mano sul mio petto, raccogliendo acqua per poi schizzarla. Spalanca la bocca, stupita, ripeto il gesto e la inseguo per il giardino, mentre sfugge per non farsi schizzare.

È sera e sono in macchina con Cameron e Sierra -sua sorella- in direzione spiaggia.
<<Mi porti sulle spalle?>> domanda la ragazza al fratello, una volta scesi dall'auto.
<<Ma anche no. Scordatelo!>> corre il ragazzo per raggiungere gli altri già disposti a cerchio attorno al fuoco.
Osservo la ragazza con le braccia incrociate al petto e il viso imbronciato, le faccio segno e la carico sulle spalle.
<<Grazie! Tu si che sei un fratellone come si deve..>> dice baciandomi una guancia una volta salita sulle mie spalle.
Sierra per me è davvero come una sorella minore. I genitori di Cameron hanno divorziato e lui l'ha sempre trattata più come una figlia che come una sorella. Molto spesso capita che esce con noi maschi e lui non le toglie mai gli occhi di dosso non facendole mancare rimproveri o accorgimenti.
<<Devi sempre accontentarla, tu?!>> mi rimprovera Cam, mentre prendo posto vicino gli altri.

Siamo disposti a cerchio a scaldarci con il fuoco e rilassarci con le melodie della chitarra suonata da Jessica.
<<Ho freddo.. me la presti?>> Sierra al mio fianco indica la felpa poggiata sulle gambe. Annuisco passandogliela.
<<Mi è scocciato.>> Jessica attira l'attenzione dei presenti posando la chitarra alle sue spalle.
Il tempo passa tra le chiacchiere fin quando Jake non propone il gioco più stupido che possa esistere.
<<Obbligo o verità?>> abbiamo già concluso i primi quattro/cinque giri, qualcuno ha promesso che più giochiamo più sarà interessante. A me non sembra proprio, ma non passa molto tempo quando cambio idea.
<<Verità.>>
<<Racconta la tua prima volta.>> chiede il riccio sollevando le sopracciglia. Poi mi rivolge un'occhiata. Si può essere tanto idiota?
<<Non è obbligata a farlo. Sono cose sue.>> dico in difesa della ragazza.
<<Cosa vuoi sapere esattamente? Penso che il procedimento lo sai, no?>> astuta la biondina.
<<Non lo so. Quello che vuoi o puoi dire..>> insiste Harry. Sbuffo, che caratteraccio che si ritrova!
<<Avevo quindici anni, lavoravo in un locale la mattina d'estate, giusto per tenermi impegnata..>> drizzo le orecchie, sono un po' infastidito che stia raccontando di se agli altri prima di averlo detto a me. Mi piace quando fa diventare le sue cose anche mie, per poi restare solo mie e sue.
<<Il proprietario era un vero cafone, non aveva neppure una trentina d'anni, era bello..ecco, ci sapeva fare..>>
<<Non ci credo!!! Stai inventando tutto.. sei stata con lui?!??>> chiede scioccata Jenna.
<<Se tornassi indietro stai sicura che non lo rifarei.. ogni tanto quando torno in città e mi trovo a passare di lì, mi chiede se tornerò a lavorare per lui..>> conclude.
<<Almeno ti pagava bene?>> domanda stupidamente Rico ricevendo uno scappellotto da Jake.
Il gioco prosegue, ed è proprio come avevano detto, le domande sono sempre più pesanti o imbarazzanti.
Scelgo "verità" ed è Harry a rivolgermi la domanda.
<<Dì qualcosa che non ci hai mai detto.>> il ragazzo mi guarda sollevando un sopracciglio.
Stronzo di merda. Vuole che dico di  me e Jessica.
Guardo la ragazza per chiedere conferma.
<<Ti prego di ciò che vuoi, ma se c'è stato qualcosa tra te e mia sorella evita di dirmelo, potrei non rispondere delle mie azioni.>> usa un tono scherzoso Cameron.
Ridiamo per la sua improvvisa gelosia. Poi torno con gli occhi sulla biondina che si solleva dalla sabbia e va verso le onde.
<<Coglione.>> sussurro rivolto ad Harry.
Faccio per alzarmi ma Jenna mi anticipa con un "vado io".
Quindi lei è a conoscenza..? Oppure ha visto la sua amica in difficoltà..
<<Aspettate. NON CI POSSO CREDERE!!!>> sbraita Ben appena intuisce.
<<Ma da quanto tempo?>> ride portandosi le mani davanti la faccia incredulo.
Spiega ciò che ha capito al resto che continua a guardarci spaesato.
Appena capiscono scoppiano a ridere, non capacitandosi di come abbiamo potuto tenerglielo nascosto.

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