1 (ADELE)

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Era bello stare tutto il pomeriggio con te, a ridere, a passeggiare, a parlare, a non dover pensare a nulla. 

Era bello accendere il telefono al mattino e trovare il tuo "Buongiorno amore" e spegnerlo, alla sera, con il tuo "Buonanotte amore"

Era bello sapere che, in qualche parte del mondo, tu esistevi e mi amavi e mi accettavi esattamente per quella che ero. 

Era bello accarezzare il tuo corpo con le mie mani, passare le dita tra i tuoi folti capelli, guardarti negli occhi e leggere la tua anima.

Era bello essere toccata dalle tue mani esperte, più esperte delle mie, essere baciata dalle tue labbra. 

Era bello essere amata. Era bello amarti. 

Mi piaceva stare con te. Mi piaceva ascoltarti. Mi piaceva aiutarti a risolvere i tuoi problemi. Eri così importante. Mi facevi sentire bene. Mi facevi sentire migliore. Mi piaceva essere il tuo punto di riferimento. Mi piaceva quando mi chiamavi. Mi piaceva quando mi guardavi intensamente e sorridevi quando io mi nascondevo perché mi mettevi in imbarazzo. Mi piaceva addirittura quando discutevamo, quando facevi l'offeso e non mi parlavi, quando mi facevi piangere e poi mi chiedevi scusa. Mi piaceva tutto. Mi piacevi tu. Non ti avrei cambiato con nient'altro e con nessun altro. 

Ma non l'hai capito e mi hai lasciata andare. E io l'ho fatto. Sono partita senza guardarmi indietro, con la speranza che tu mi ricorressi a perdifiato e mi abbracciassi, implorandomi di non abbandonarti, di non lasciarti perché, senza di me, non ci saresti rimasto, perché, senza di me, non saresti più riuscito a sorridere, perché, senza di me, nulla avrebbe avuto più senso ... come nulla avrebbe avuto più senso per me. Ma mi hai guardata andare via mentre accarezzavi le mani di un'altra.

Ci siamo messi insieme in un giorno di neve e ci siamo lasciati in un giorno di sole. Abbiamo sempre fatto le cose al contrario, tu ed io. Ci piaceva essere alternativi, ci piaceva non seguire la massa. Ricordo quella volta, a cena, che abbiamo cominciato con il mangiare il gelato per finire col mangiare la pizza.
<<È una cena alternativa, Adele.>> Mi hai spiegato con il tuo bellissimo sorriso mentre mi imboccavi e facevi gocciolare gelato sciolto sul mio seno, per poi andarlo a raccogliere perché "non bisogna sprecare nulla". Era una sera d'estate, quella della cena alternativa. Eravamo a casa da soli perché i miei genitori erano al mare e io ti avevo invitato a farmi compagnia, per non farmi stare sola ... non ti piaceva,quando stavo sola, ti preoccupavi sempre quando sapevi che lo ero. Credevo che lo facessi perché eri innamorato di me. Ora, dopo tutto ciò che è successo, mi chiedo il motivo di quella tua preoccupazione.

Ci siamo conosciuti per caso, tramite amici comuni: eri l'amico del fidanzato della mia amica Claudia.
<<Giovanni porta Leonardo.>>
Mi ha annunciato Cla, salendo sulla mia macchina per andare a fare un pic-nic sulla sponda di un fiume. Eravamo rimaste d'accordo che saremmo andate solo noi due per festeggiare la fine della maturità. Giovanni, il suo ragazzo, non era programmato visto che lui, la maturità, l'aveva già passata da qualche anno. 

Ho guardato male la mia amica: sono un tipo abbastanza asociale e i nuovi incontri mi rendono nervosa.
<<Tranquilla, è un tipo a posto.>> Mi ha sorriso lei ma io non mi sono tranquillizzata: non ti avevo mai visto, non ti conoscevo nemmeno di fama perché nessuno ti aveva mai nominato, sei spuntato nella mia vita come una margherita a primavera. 

Non appena ti ho visto, mi sono chiusa nelle spalle e sono arrossita un poco: già mi piacevi. Avevi quei bellissimi capelli neri e ricci, occhi verde mare e un sorriso luminoso.
<<Piacere, Leonardo.>> Mi hai teso la mano sorridendomi, illuminandomi il viso e facendomi arrossire ancora di più.
<<Adele.>> Ho risposto, stringendo, timidamente, la tua mano forte.
<<Chiamami Leo.>>

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