4

34 2 1
                                    


"Ho deciso di partire e vorrei tanto dirtelo ma so che, probabilmente, non ti interesserebbe, non lo vorresti sapere. 

Ho deciso di partire perché credo che, finalmente, mi merito di pensare un poco a me stesso e di tentare di essere felice anche senza di te e, per trovare questa felicità, sono costretto ad attraversare l'Oceano.

Ho deciso di partire anche se so che mi mancherai da matti, anche se so che ti penserò sempre: ogni mattina appena sveglio e mentre andrò al lavoro e mentre tornerò a casa e di notte, nel mio letto, anche se sarò con un'altra.

Ho deciso di partire e vorrei tanto chiederti di venire con me ... ma so che non acconsentiresti mai perché questo non è il tuo desiderio, non è il tuo sogno ma il mio e i nostri sogni non sono mai andati a pari passo con il nostro amore.

Ho deciso di partire e so che ti porterò con me: sarai sempre nel mio cuore e nel mio cervello e nella mia testa e nessuno riuscirà a pulire il quadro che mi hai dipinto addosso.

Ho deciso di partire e non so se tornerò, non so se ti potrò rivedere, non so se ti potrò parlare di nuovo, ma so che, anche se non sarai realmente con me, starai al mio fianco e mi infonderai coraggio.

Ho deciso di partire e ti giuro che non lo faccio per stare con lei, non lo faccio per Deborah, lo faccio per me perché, ora che tu ed io ci siamo lasciati, non c'è quasi più nulla che mi leghi a questo posto ... solo Matilde, ma lei sta diventando grande e, tra poco tempo, non avrà più bisogno di me e io non voglio stare qui a vivere il momento il cui lei mi vedrà come una coperta di lana sulle sue spalle durante un giorno d'estate. 

Ho deciso di partire e, forse, sarai tu la ragione che mi imporrà di ritornare."

Cammino per il paese con Matilde per mano. La sto accompagnando a comprare un gelato: le ho appena detto che, tra pochi mesi, mi trasferirò a New York e lei non l'ha presa affatto bene. 

Ha continuato a chiedermi, con le lacrime agli occhi, se era davvero quello che volevo, se ci avevo pensato bene e, poi, se n'è uscita con questa frase: "E' colpa mia? Te ne vai per me? E' perché faccio i capricci? Perché, se è per questo, ti giuro che sarò buona" e le sue parole mi hanno stretto il cuore facendolo piangere. 

Le ho risposto, baciandole i capelli, che non è assolutamente lei il problema, che non me ne vado perché lei, a volte, fa i capricci perché è una bambina meravigliosa e buona e che non potrebbe fare di più per migliorarsi. 

Tilde, allora, si è asciugata gli occhi e mi ha abbracciato dicendomi che lei vuole che io sia felice. Le ho promesso un gelato se mi avesse fatto un sorriso e, adesso, sto mantenendo la mia promessa.

<<Che gusto vuoi, tesoro?>> Chiede la gelataia a mia sorella mentre lei, con le dita appiccicate al vetro, scruta, con le pupille giganti, i gusti di gelato.
<<Cocco e nutella.>> Afferma, dopo dieci minuti, in modo deciso.
<<Vuoi una coppetta o un cono?>> Chiede la gelataia. 

Tilde mi guarda. <<Che cosa posso prendere, Leo?>> Mi chiede.
<<Tutto quello che vuoi.>> Le accarezzo le trecce e lei, con un sorriso enorme e una luce magica negli occhi, risponde che vorrebbe una coppetta gigante. 

Mentre siamo seduti al tavolino a gustarci il gelato, dalla vetrata vedo una persona molto famigliare insieme a un'altra persona che conosco.  Il cuore mi si ferma e il gelato mi va di traverso. Continuo a guardare la ragazza che sta ridendo seduta al bar di fronte alla gelateria nella quale siamo, mentre mi nascondo, come uno stalker, dietro il mio cono gelato per non farmi vedere.

La RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora