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Suona il cellulare e lascio un secondo Arianna sul tappeto del salotto insieme ai suoi giocattoli. La tengo talmente d'occhio che non guardo nemmeno chi mi sta chiamando, non vorrei che mia nipote prendesse l'iniziativa e facesse chissà cosa, non voglio nemmeno pensarci. 

<<Pronto?>> Dico distratta.
<<Ciao.>>
Voce inconfondibile.
<<Leo.>> Mormoro il suo nome mentre mi accoccolo, di nuovo, vicino ad Arianna.
<<Come stai?>> Chiede e la sua voce non mi piace per niente.
<<Io bene ... c'è qualcosa che non va?>> Gli chiedo perché conosco tutte le sue corde vocali e so che c'è qualcosa che lo turba.
<<Hai da fare stasera?>> Mi chiede ed io passo la scimmia giocattolo ad Arianna.
<<Sto facendo da baby-sitter ad Arianna.>>
<<C'è tua sorella lì?>> Chiede con un tono di voce più basso del solito come se avesse paura che lei possa sentirlo.
<<No, è per questo che sto curando mia nipote, Sofia e Christian torneranno stasera verso le 22.30.>> Spiego.
<<Hai voglia di curare anche me?>>  Mi chiede ed io rido.
<<Ma certo. Vieni a cena, facciamo la pizza.>> Lo invito. Tanto ci sarà Arianna a tenerci d'occhio stasera. Faccio l'occhiolino a mia nipote e lei fa dei versetti acuti.
<<Vedo che anche Arianna mi ha invitato. Ci vediamo tra poco.>> Chiude la conversazione e, appena metto il telefono sul divano, lo stomaco mi si attorciglia. È l'effetto che, nonostante tutto, mi fa ancora Leonardo. 

Prendo Arianna in braccio e la porto in camera mia, adagiandola sul letto mentre mi butto nell'armadio e decido cosa mettere: non posso presentarmi davanti a lui in pantaloncini del pigiama e canottiera intima. Opto per un vestito leggero blu che mi arriva fino alle caviglie, mi spazzolo i capelli (li pettino anche ad Arianna), mi trucco leggermente e sono pronta tre secondi prima che Leonardo suoni il campanello. Prendo la bimba in braccio e vado ad aprire la porta. Il suo profumo mi mozza il fiato.

<<Ciao bellissima.>> Fa una carezza ad Arianna e lei mi guarda. Non si ricorda di lui.
<<Ari, tranquilla, è Leo.>> La stringo forte per tranquillizzarla.
<<Ciao anche a te.>> Mi da un bacio sulla guancia ed entra in casa. <<E' diventata grande.>> La guarda mentre la adagio nel box e lo trascino un cucina.
<<E' da tanto che non la vedi.>> Faccio spallucce e accarezzo i capelli di mia nipote. Sono quattro mesi che non la vede, da quando ci siamo lasciati. È per questo che lei non lo riconosce ed è diffidente nei suoi confronti.

Apro il frigorifero e tiro fuori la pasta della pizza che ho comprato qualche giorno fa. Leonardo mi segue a ruota e, senza che io gli dica niente, prende il pomodoro, la mozzarella e i wurstel. Mentre lui taglia a dadini gli ingredienti, io preparo il semolino con il formaggino per Arianna.

Quando è quasi cotto, la prendo dal box e la metto nel seggiolone mentre Leonardo prende il bavaglino che avevo già preparato sul tavolo e glielo mette. Arianna gli fa un piccolo sorriso timido e vedo Leo con l'orgoglio negli occhi. Mi siedo su una sedia davanti al seggiolone della bambina e inizio ad imboccarla con un cucchiaio mentre le do un altro cucchiaino nelle sue mani per farla esercitare a mangiare da sola. Vedo, con la coda dell'occhio, che Leonardo ci guarda e sorride.

Alla fine le pulisco la bocca e le manine e passo un panno bagnato sul seggiolone per togliere i residui di semolino che sono caduti, poi le appoggio qualche giocattolo sul seggiolone e mi concentro sulla pizza. L'abbiamo fatta riposare fuori dal frigorifero e, ora, è pronta per essere stesa, condita e messa nel forno. Leonardo, da grande tesoro, ha già preparato tutte le basi mentre io imboccavo mia nipote e lo ringrazio con un sorriso. Accendo il forno mentre lui accende la radio e tiene il volume basso per non disturbare Arianna. 

Inizio ad impastare la pasta e, mentre ho le dita tutti appiccicaticce, Leonardo si mette dietro di me ed inizia ad impastare con le dita tra le mie. Ha il mento appoggiato alla mia spalla e muove le mani con maestria, come se non avesse fatto nient'altro per tutta la vita. Deglutisco e, con mani tremanti, seguo il suo ritmo. 

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