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"Mi manchi"


Rabbia, delusione e felicità si mescolano in un cocktail strano che manda in cortocircuito il mio cuore, non appena leggo le parole del messaggio che sta illuminando lo schermo del mio telefono.
<<No, non è possibile.>> Mormoro tra me e me. Rileggo mille volte quel messaggio e, ogni volta che quelle parole danzano sotto ai miei occhi, il cuore si tuffa dal trampolino più alto della piscina. 

E' Leonardo. E' un messaggio di Leonardo. E' tornato. Lo sapevo. Lo fanno tutti. Tutti tornano dove sono stati bene. Ma non avrebbe dovuto farlo: sono passati due mesi e mezzo e io stavo iniziando a stare meglio, stavo iniziando a dimenticarlo. Ero pronta a rifarmi una vira e invece Leo, con il suo solito egoismo, è tornato. Eppure gli avevo chiesto di non farlo. 

Che faccio, adesso? Devo ignorarlo o devo rispondergli? Mollo il libro di pedagogia che stavo ripassando per l'esame di domani e inizio a camminare per la stanza. Forse non ho letto bene, così riprendo in mano il telefono e riguardo quelle parole scritte. No, no, è proprio un messaggio di Leonardo, sono proprio parole sue.

Mi ha detto che gli manco.
Sospiro.


"Non mi importa"


Rispondo io: la rabbia fa leva su tutti gli altri sentimenti ed accende un incendio dentro di me. In questo momento ho solo voglia di insultarlo, di mandarlo all'inferno, di mandarlo al diavolo perché, a causa sua, ho sofferto così tanto.
Invio il messaggio e inizio a prendere a pugni il cuscino.


"Adele mi dispiace"


Il cuore fa un battito in più del dovuto e sento un vuoto improvviso. Mi sento in apnea, come se l'aria della mia camera fosse stata risucchiata via da un'aspirapolvere gigante.  Vado alla finestra, la apro e inizio a respirare forte cercando di non avere un attacco di panico.
Quando mi calmo e il battito del mio cuore torna, più o meno, normale, richiudo la finestra e prendo in mano il telefono.


"Avresti dovuto 

pensarci prima."


Vorrei avere il coraggio di mandarlo a 'fanculo perché mi fa schifo lui come persona e mi fanno schifo le cose che mi ha fatto passare. Ma cuore e ragione, in me, non riescono ad andare d'accordo ed io, per quanto vorrei seguire la ragione, lascio sempre che il cuore tagli il traguardo.


"Okay, capisco che tu sia
arrabbiata e ho intenzione di
lasciarti in pace ... volevo solo
dirti una cosa: la tua vendetta te la
sei già presa, infatti io non sono
felice, anzi, sto peggio di prima. Tu
sei una bravissima persona e sarai felice.
Hai vinto."


Ho vinto io, certo ... ma tu lo sai quanto ho sofferto a causa tua? Cosa avrei vinto, Leonardo? Quale sarebbe stata la mia vendetta? Dovrei sentirmi bene perché il ragazzo che ho amato più di me stessa, ora sta male e non è felice? Complimenti Leo, mi conosci perfettamente.


"Ma tu davvero pensi

che io possa esserecontenta perché tu nonsei felice? Ma con chi credi di avere a che fare?E cosa significa che hovinto io? Prima di tutto, tuhai la benché minima idea di quello che ho dovuto passare in questi tre mesi?E secondo, questa non è mica una gara, non c'èun vincitore e un perdente."


Non so cosa pensare di ciò che sta succedendo: "Perché mi hai scritto? State ancora insieme? Mi dicono di sì. E allora perché mi cerchi quando io ti avevo espressamente chiesto di non cercarmi più? Qual è il tuo scopo, Leo?"
Sono così confusa ... ho mille domande che mi vorticano in testa come uno sciame d'api impazzite.

"E come dovrei comportarmi? Dovrei fare la stronza, insultarti e chiederti di andartene, oppure dovrei essere accondiscendente, dovrei perdonarti e comportarmi come se non fosse mai successo nulla?"


"Vorrei che tu mi raccontassi
cosa hai passato in questi mesi."


Leggo la sua risposta e mi viene da ridere: "Che cosa vuoi fare eh? Vorresti fare ammenda? Vorrei avere il mio perdono? Non hai idea di quello che ho passato io senza di te e sono sicura che non vorresti realmente saperlo: ti ucciderebbe."


"Leo, che cosa vuoi?"


"Arriviamo al punto, dai, dimmi esattamente qual è il tuo scopo e finiamola qui."


"Voglio vederti."


Sono
In
Panico.



"Torneranno. È sempre difficile resistere alla tentazione di tornare, non è vero?"

Alessandro Baricco – Oceano mare

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