Penso ad Adele ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo. Da quando Deborah se n'è andata il fantasma di Del mi ruota sempre attorno ed ho il presentimento che lei mi osservi qualunque cosa io faccia.
Anche quando c'era Deb pensavo spesso ad Adele e mi dava fastidio farlo ma la presenza della mia ragazza mi aiutava a scacciarla dalla mia testa, come si fa con un una zanzara che ti ronza nell'orecchio durante una calda notte d'estate.
Da qualche giorno, invece, non ho abbastanza mani per scacciare l'insetto che si posa continuamente su di me cercando di succhiarmi il sangue.
Stanotte l'ho anche sognata. Ho sognato che non stava bene. L'ho sognata mentre era bloccata sul fondale del mare e affogava. Mi sono svegliato in un mare di sudore e l'ho pensata tutto il giorno non riuscendo a togliermi di dosso questa sensazione di malessere e malinconia che mi sta bagnando i vestiti e la pelle.
Deborah mi aiutava ma lei, ora, non c'è: sono solo qui, sono solo con i miei pensieri, sono solo con la mia malinconia. Adele mi manca e non c'è nessuno che possa soffiare via questa mancanza. La devo sentire, non ce la faccio più.
Ho tentato di resistere perché volevo rispettare le sue scelte ma sono passati due mesi ed io sono in astinenza da lei.
Cosa devo fare? Sono affamato e sono sicuro che, se non darò ascolto a questa fame, non mi passerà mai e il mio stomaco si contorcerà tutta la vita. Ho deciso: la devo sentire, ci devo almeno provare. Poi, se lei non mi risponderà, forse imparerò a farmene una ragione e sarà una lezione di vita.
Con un moto di coraggio ed egoismo prendo il telefono e le scrivo la prima cosa che mi passa nella testa: "mi manchi". Poi premo invio senza pensarci troppo perché non sto usando la ragione, in questo momento, sto usando la pancia e il mio istinto mi dice che devo essere me stesso, che devo farle capire che non l'ho dimenticata.
Inizio a camminare per la stanza mentre fumo una, due, tre sigarette di fila e aspetto che il telefono si illumini. "Rispondimi, ti prego. Rispondimi. Rispondimi".
Lei mi risponde e fa la fredda. Dice che non le interessa se le manco, che avrei dovuto pensarci prima.
Io cerco di dirle la verità che posso confessarle, l'altra la tengo per me, la chiudo in un cassetto in fondo al cuore e nascondo la chiave perché non voglio che sappia il reale motivo per il quale ci siamo dovuto lasciare perché so che lei non lo accetterebbe e che farebbe di tutto pur di convincermi che il meglio per lei sono io quando, invece, è palese che non è così.
A ogni messaggio che le invio ho il terrore che lei non mi risponda più e quindi cerco sempre di farle domande o scrivo frasi per attirare la sua attenzione. Alla fine sparo che voglio vederla.
Perché non mi bastano più i ricordi: non mi basta più il ricordo del suo viso, del profumo dei suoi capelli e del colore delle sue labbra. La devo vedere per non rischiare di dimenticarmela.
Adele incassa la mia richiesta e, dopo giorni di indecisioni e di mie preghiere in tutte le lingue e le religioni del mondo, acconsente ed io posso, finalmente, tornare a respirare.
₻
Sono nervoso come un bambino durante il suo primo giorno di scuola.
Quando arrivo, la vedo già seduta sul muretto al lato del parco che ci ospiterà nelle prossime, spero, ore. È seduta e sta muovendo le gambe come fa sempre quando è agitata e ha le cuffie nelle orecchie. Sta muovendo la testa a ritmo di musica.
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La Rosa
RomanceUn passato oscuro e segreto. Un amore forte ma impossibile. Una storia che va oltre le distanze. Che fare quando l'unica persona che può salvarti da te stesso è anche l'unica persona che, per il suo bene, dovresti tenere lontana?