25 (Settembre)

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Mancano solo due mesi alla sua partenza per New York. Da quando ci siamo rivisti ho sempre cercato di non contare i giorni che mancano alla nostra separazione, di non pensarci più di tanto per non fasciarmi la testa prima di rompermela e anche lui, da parte sua, non ha mai accennato all'argomento, abbiamo sempre cercato di vivere nel presente senza concentrarci particolarmente sul futuro, adottando la filosofia del "que sera, sera".  

Ieri sera, invece, ho ceduto alla tentazione e, con un calendario in mano e una matita dietro l'orecchio,  mi sono seduta sul letto e ho contato, a fior di labbra, tutte le caselle dei giorni che, da oggi, mancano a quel giorno buio in cui Leo mollerà tutto e volerà verso la sua nuova, sfavillante vita. 

Sono cinquantotto. Cinquantotto giorni prima di dirci addio. Cinquantotto giorni in cui vorrei poter fare di tutto con lui per costruirci altri ricordi nuovi che mi permetteranno di pensare a lui con un sorriso mentre saremo separati da 6.473 km in linea d'aria e 6 ore di fuso-orario.  Saremo così lontani.

Mi sembra passato un soffio da quando ci siamo incontrati a giugno e mi ha confidato i suoi progetti di vita e, invece, sono già passati tre mesi. Com'è possibile che io non me ne sia accorta?

Abbiamo vissuto tante cose, in questi tre mesi. Abbiamo ricostruito, pian piano, il nostro rapporto, che si era disintegrato totalmente dalla comparsa di Deborah nelle nostre vite. Abbiamo riso di tutto. Abbiamo giocato come bambini. Abbiamo litigato come animali e abbiamo fatto la pace scambiandoci colombe. Non mi pento di nulla. Rifarei tutto. Se mi dessero la possibilità di tornare indietro nel tempo e potessi decidere se rispondere o ignorare il messaggio che Leonardo mi ha mandato a giugno, non esiterei a prendere il telefono e a rispondergli per poter vivere tutto un'altra volta esattamente nello stesso modo. 

Mi chiedo se anche lui pensa le stesse cose. Mi chiedo se anche lui vorrebbe fermare il tempo e vivere in questi momenti per sempre, in questo modo non ci perderemo mai e vivremo sempre così. 

Mi chiedo se anche lui conta i giorni che mancano alla sua partenza e guarda con amarezza il calendario perché sa che, quando arriverà la fatidica data che ha segnato con un pennarello rosso, lui ed io ci perderemo e, questa volta, non basterà un messaggio di scuse per poter ritornare insieme e cancellare il passato. 

O magari, ed è molto più probabile che sia così, conta i giorni che mancano alla sua partenza con trepidazione perché non vede l'ora di mollare tutto e partire, vivere la vita che ha sempre sognato e ricercare quella felicità di cui ha sempre sentito la mancanza. E non gli importa se, per avere quella sua nuova vita, dovrà perdermi per sempre. 

MI chiedo se anche lui rifarebbe tutto, come rifarei tutto io. Mi chiedo se mi invierebbe ancora quel messaggio di scuse e se insisterebbe ancora così tanto per vedermi e avermi nella sua vita. 
Sono cose che non saprò mai e che, forse, mi chiederò sempre. 

<<Devi per forza partire?>> Mugugno mentre siamo nelle sua camera. È una domenica pomeriggio, i suoi genitori sono andati al lago a portare Matilde a fare un ultimo giorno di vacanza prima dell'inizio della scuola e Leo mi ha invitata a passare la giornata da lui. Sono distesa, a pancia in giù, sul suo letto mentre lo vedo riempire due scatoloni: uno nel quale mette le cose da tenere e l'altro nel quale mette le cose da buttare.

Appena Leonardo sente la mia domanda, mi guarda e mi sorride con un solo angolo della bocca. <<Non fare i capricci.>> E continua a fare la cernita di libri e cd.
<<Non faccio i capricci, ti ho solo chiesto se è davvero quello che vuoi.>>
In tre mesi non abbiamo mai avuto il coraggio di affrontare questo argomento ma, ora che mancano meno di sessanta giorni alla sua partenza, credo sia arrivato il momento di parlarne.

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