"E' stato strano rivederti dopo più di due mesi.
E' stato strano vederti e non poterti abbracciare.
È stato strano vederti e non poterti baciare.
E' stato strano vederti e sapere che stai con un'altra, che hai scelto lei.
E' stato strano vederti con altri occhi.
È stato strano vederti senza amore.
È stato strano vederti e non salutarti con "ciao amore mio".
E' stato strano vederti e capire di non essere più innamorata di te."₻
<<Ciao.>> Mi saluta con un sorriso sicuro tradito, però, dalla sua mano nervosa che si accarezza i capelli disordinati.
"Non sei cambiato di una virgola, Leo. Stessi occhi luminosi e color speranza; capelli neri e spettinati, come se ti fossi appena svegliato e alzato dal letto; stesso fisico muscoloso; stesso sguardo provocante; stesso sorriso ... forse un po' più spento del solito, ma forse è solamente la mia immaginazione che mi fa vedere ciò che io vorrei vedere: che non sei felice con lei, non come lo eri quando stavi con me."
<<Ciao.>> Rispondo io, titubante come sempre, abbassando lo sguardo, come se stessi parlando con un estraneo e non con il ragazzo che era riuscito a rendermi felice per un anno e mezzo.
Leo si avvicina al muretto sul quale sono seduta e si sporge verso il mio corpo per abbracciarmi ma percepisce subito, in un secondo, il mio corpo irrigidirsi perché non sono pronta a quel contatto. Si allontana da me e mi sorride, sedendosi sul muretto di fronte a quello sul quale sono seduta io. Non mi attacca, non mi fa notare che c'è rimasto male per il nostro abbraccio mancato ... perché io so che c'è rimasto male, perché io so che era abituato ad abbracciarmi per salutarmi e, quindi, la mia mancanza d'affetto l'ha ferito come una spada conficcata nello stomaco."Ti conosco Leo, so che hai bisogno di contatto fisico, so che hai bisogno d'affetto, so che hai bisogno del mio affetto, di quel nutrimento che ti è mancato per più di tre mesi. Ma Leo, devi capirmi: io non ti posso abbracciare, non posso passare le mie braccia intorno al tuo corpo sapendo che, probabilmente, quel gesto l'ha fatto anche lei milioni di volte; non posso stringerti sapendo che sei stato avvinghiato in un altro abbraccio ; non posso respirare il tuo profumo sapendo che è lo stesso profumo che emana il corpo di lei. Non posso. Non ce la faccio. Anche se vorrei, Dio, quanto lo vorrei. Quanto vorrei poter cadere tra le tue braccia e ritrovarmi, finalmente, di nuovo a casa. Tu sei l'unico a cui ho permesso di abbracciarmi ... nei tuoi abbracci mi sentivo sicura, mi sentivo amata, mi sentivo protetta. Quando ero tra le tue braccia, non avevo paura di niente e Leo, tu lo sai che ho paura di tutto. Tu mi davi forza, mi davi coraggio. Ma hai preferito lei."
<<Come stai?>>
Ah che domanda complicata che mi ha fatto. La questione del "come stai" è una faccenda macchinosa: di solito lo chiediamo a qualcuno per prassi: "Ciao, da quanto tempo che non ci si vede. Tutto bene?" ma non ci interessa mai realmente; e l'altro, sempre per prassi, risponde a tono, senza smentirsi "Ciao, io tutto bene certo. E tu?" e solitamente da qui si vomitano una serie di luoghi comuni tra "e la famiglia?", "Che fai di bello? Studi o lavori?" ... e la conversazione se ne va, va lontano e quel "come stai" è rimasto sospeso e la vera risposta a quella domanda non è stata detta.<<Tutto bene.>>
"E invece no, perché ho perso l'amore della mia vita e io non ce la faccio proprio ad andare avanti senza di te;tutto bene e invece stanotte ho pianto fino ad addormentarmi perché ho pensato a te e a lei, perché l'immagine di voi due, ormai, si sta sovrapponendo all'immagine di noi due;
tutto bene e invece no, perché, questa mattina, mi sono resa conto di non ricordare più il tuo sapore, perché mi sono resa conto che non mi ricordo più come eravamo, perché ci ho dimenticato;
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La Rosa
RomanceUn passato oscuro e segreto. Un amore forte ma impossibile. Una storia che va oltre le distanze. Che fare quando l'unica persona che può salvarti da te stesso è anche l'unica persona che, per il suo bene, dovresti tenere lontana?