10 (Giugno)

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<<Dovremmo studiare.>> Bofonchia Claudia ma, comunque, non si alza dal telo sul quale è sdraiata.
<<Non mi va.>> Borbotto senza muovere un muscolo.
<<Lo so ma lo dovemmo fare.>> Sbadiglia lei e si gira sul lato per guardarmi attraverso gli occhiali da sole.
Scuoto la testa e mi stiracchio come una lucertola che si crogiola al sole. <<Dieci minuti e poi ci alziamo.>>
Controlla l'ora sul telefono. <<Alle 16.30 in punto, cascasse il mondo, ma ci alziamo.>>
<<Ti amo.>> Rispondo e sbadiglio grata ai raggi del sole che mi stanno dorando la pelle. 

<<Posso chiederti una cosa?>> Mi domanda, dopo circa tre minuti, Claudia.
Io annuisco pigramente.

<<Come stai?>>
<<Bene.>> E, per la prima volta, non devo pensarci. Per la prima volta non devo mentire. Per la prima volta non mi devo concentrare per non far tremare la mia voce.

<<Ti vedo più serena.>> Mi confida lei.
<<Lo sono, davvero.>> Sorrido.
<<E' merito di Alessandro, non è vero?>> Mi toglie gli occhiali e mi guarda con espressione malandrina.
Io apro la bocca e mi riprendo gli occhiali ridendo. <<Non essere ridicola!>> Strillo con un'ottava più alta del solito.

Claudia si alza a sedere e inizia a farmi il solletico sulla pancia. <<Sei arrossita!>> Ridacchia mentre io la prego di smetterla con le lacrime agli occhi causate dalle risate.
<<Non sono arrossita, figurati.>> Rispondo non appena riesco a respirare normalmente.
<<Ah - ah.>> Si mette una bacchetta degli occhiali in bocca e continua a guardarmi in modo divertito.
<<Oh ma per chi mi hai preso? Alessandro potrebbe essere mio fratello.>> Mormoro fingendo di essere sconvolta.
<<Ma non lo è ed è anche un bel ragazzo.>> Afferma Claudia pungolandomi con il dito.
<<Non l'ho mai negato.>> Sorrido e mi godo la reazione di Claudia alla mia risposta. Non ho mai negato che Ale fosse un bel ragazzo: capelli biondi e sempre a posto, occhi azzurri cielo ... come un piccolo angelo disceso sulla terra. 

<<Ma allora vedi che hai una cotta per il tuo vicino di casa?>> La mia amica ha la stessa faccia che, sono sicura, aveva Sherlock Holmes dopo aver risolto un caso particolarmente complicato.
<<Finiscila.>> Le tiro una manata sulla pancia e lei scoppia a ridere.
<<Ammettilo!>> Continua.
<<Oh Cla, Ale ed io ci siamo solo baciati una volta: io ero particolarmente alticcia e lui ... lui ha diciotto anni, salterebbe addosso perfino ad un albero.>> Faccio scivolare gli occhiali da sole sul naso e la guardo. <<Infatti, dopo quella sera e sottolineo che da quella sera sono passate due settimane, non è più successo nulla tra di noi: se ci incontriamo parliamo normalmente, nessuno di noi ha più fatto cenno a quel bacio e, probabilmente, lui se l'è già dimenticato e va bene così.>> Sorrido per farle capire che la cosa non mi tocca più di tanto. <<E poi te l'ho detto che cercava di aiutarmi con chiodo scaccia chiodo.>> Finita la spiegazione mando un bacio con la mano nella direzione della mia amica e lei finge di mettere il broncio.

<<Sta di fatto che, da due settimane, sei più serena: non ti isoli più, non ti perdi nei tuoi pensieri, ridi più spesso ...>>
<<Non è merito di Alessandro.>> La interrompo prima che inizi a fare uno dei suoi monologhi lunghi da qui fino alla Cina.
<<E allora di chi è merito?>> Si appoggia gli occhiali sulla testa e mi fissa intensamente.
<<Mio.>> Mormoro orgogliosa.
<<Tuo?>> Chiede confusa e, per disfare i nodi dei suoi pensieri, le spiego ciò che sono riuscita a fare la notte in cui Ale mi ha baciata.
Alla fine del racconto Claudia mi guarda con gli occhi emozionati e mi stampa un bacio croccante sulla guancia. <<Sono fiera di te.>>
Ammette mentre si distende, nuovamente, al sole.
<<Anche io.>>

<<Del, però adesso ci dobbiamo per forza alzare: l'esame di pedagogia è settimana prossima e questo lo dobbiamo passare, lo sai. E' passata un'ora.>> Fa camminare l'indice e il medio della mano sulla mia pancia e mi strappa un sorriso.
<<Lo so ma non mi va di alzarmi: oggi è una così bella giornata, si sta così bene al sole e mi sembra un peccato sprecarla studiando.>> Mi volto anche io sul lato e la guardo.
So che ha ragione: dovremmo iniziare a studiare per arrivare preparate all'esame di settimana prossima ma, in contemporanea, spero che la coscienza di Claudia si spegna e che decida che possiamo rimanere ancora un po' nel suo giardino stese a prendere il sole.

<<Adele lo sai che se rimani qui a poltrire e non ti metti a studiare sul serio, settimana prossima, durante l'esame, di pentirai della tua pigrizia.>> Grillo Parlante ha ragione.
<<Come sempre.>> Mormoro e mi convinco a mettermi, almeno, seduta.
<<La vuoi prendere la laurea?>> Mi chiede e io sbuffo buttando indietro la testa.
<<Sì.>> Rispondo esasperata. Mi manca il liceo, mi manca avere tre mesi di vacanza tutti per me in cui poter poltrire senza fare niente.
<<E allora ti devi alzare e devi andare a studiare.>> Lei, scattante come una lince, si alza e mi tende la mano con una strana luce di concentrazione negli occhi. Io le mostro la lingua in una smorfia e, accettando il suo aiuto, mi alzo con un piccolo balzo.

"Era finita. Era proprio finita. Così è successo che ho deciso di andarmene. Chissà dove l'ho presa la forza per farlo."

Alessandro Baricco –Castelli di rabbia

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