Il passaggio

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Se fossimo stati in tempi di pace e serenità,Hagrid ci avrebbe offerto una tazzona di tè e quei suoi biscotti durissimi.Ma non perde tempo,raccatta una enorme borsa di pelle che si infila a tracolla,si tira il portone alle spalle,curandosi di far uscire Zanna,e c incamminiamo insieme verso la foresta,che raggiungiamo in pochi minuti. Durante il tragitto Hagrid ha anche rivolto una burbera carezza scompigliando i capelli di Draco,così alto che gli arriva ormai alle ascelle.La foresta è così buia che sembra ancora notte,anche se ormai un timido sole sta spuntando da dietro e montagne in lontananza. Si respira un'aria tesa e pesante,e appena mettiamo piede nel suolo proibito,tutti i rumori cessano,sento quasi il battito del cuore delle persone che mi sono accanto. Hagrid si avvia deciso in una direzione.
-Harry aveva la pietra quel giorno che Vo-Voldemort,ha tentato di ucciderlo. Eravamo in una radura ampia ed io ero lì,intrappolato.Sentivo le chele dei ragni schioccare di tanto in tanto.-
Dopo una mezz'oretta di cammino,raggiungiamo uno spiazzo sovrastato da un ramo caduto.Ron sobbalza. Deve essere stato qui che lui ed Harry sono stati aggrediti da Aragog e i suoi amichetti. Hagrid dà una sbirciatina e poi svolta a destra. Qui gli alberi sono così alti che a stento se ne vede la fine. È buio,quindi un coro di "Lumos",si sprigiona nell'aria.
-Uno per ogni albero.-dice Hagrid osservando i tronchi centenari della radura.Ognuno si mette a frugare come un automa all'interno delle gigantesche cavità. Mi si strappano le unghie e mi si graffiano le dita a furia di scavare tra legno marcio alla ricerca di una pietruzza poco più grande di una biglia ma dalla forma squadrata in un albero dal tronco violaceo.Dopo aver controllato la maggior parte dei tronchi,mi siedo a terra sfinita e sconsolata.Respiro profondamente per impedirmi di piangere.Non abbiamo trovato nulla. Vedo un vecchio tronco secco e carbonizzato e penso che sia stato probabilmente proprio quello uno dei bersagli su cui Voldemort si è esercitato.Mi alzo e mi avvicino cauta.Infilo una mano nella sua piccola cavita e stringo una pietra dai bordi squadrati e appuntiti. Quasi piango dalla felicità.
Poi però sento un pizzico sotto l'ombelico e noto che la mia mano ancora dentro la cavità sta iniziando a diventare evanescente fino a che scompare. Il tutto si diffonde così velocemente che ho appena il tempo di irlare a squarciagola prima che il dolore sotto l'ombelico si amplifichi e precipiti come in un pozzo profondo chilometri,come alice nel paese delle meraviglie.

Mudblood.                                      ||Dramione||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora