Una volta in camera, decido di mettermi comoda mettendo un paio di pantaloncini da basket e una maglietta bianca a maniche corte; una volta messa in comodità, mi lascio cadere sul letto, sul quale mi metto a guardare il cellulare per poi ritrovare 143 messaggi da Logan, in cui si scusa e cose del genere, ma non ho nè voglia nè interesse a dargli retta in questo momento, per questo chiudo nuovamente il Wi-Fi e cerco di addormentarmi, per recuperare un po' di forze.
Mi giro e mi rigiro per quella che sembra un'eternità, finché sembro finita in un'altra dimensione, molto più cupa, che mi fa venire i brividi.
No. Non di nuovo.
Mi ritrovo di nuovo sotto il Big Ben, con mia madre che invoca il mio nome in suo aiuto, ma non riesco mai a raggiungerla.
Non riesco mai a salvarla.
E non ci riuscirò mai.Era passato qualche giorno dall'ultimo incubo, pensavo che la mia mente volesse darmi una pausa da questa angosciante verità, ma non è così.
Mi sveglio di soprassalto, come se dovessi raggiungere mia madre su quella torre, per questo cerco di spostare qualcosa che mi impedisce di andare da lei, che mi impedisce di andare a salvare la donna che mi ha dato la vita. Calci, pugni, arrivo addirittura a gridare perchè mi sento costretta sul letto, finchè Logan non mi blocca i polsi sul letto ed io non mi accorgo che è solo lui.
Giro la testa verso la porta e vedo mia madre con un volto mortificato che si rifugia fra le braccia di mio fratello Gian dicendo <Non ce la faccio a vederla così> e scoppiando a piangere mentre lui stesso mi guarda abbastanza scioccato: manca da un bel po' a casa, ha visto solo l'inizio della mia storia con gli incubi e, quando se n'è andato, sono peggiorati. Devo sembrare una ragazza posseduta o qualcosa del genere, ma farò i conti con loro dopo.
<Che ci fai tu qui?> chiedo a Logan, liberando i polsi e spostandolo da sopra di me.
<Io...ecco io...ero venuto per scusarmi, tua madre mi ha fatto entrare...> mi dice con un tono timoroso. Perfetto, ora ha paura di me, meraviglioso.
<Sì, ora che hai visto il fenomeno da baraccone puoi anche andare, non c'è bisogno delle tue scuse, tanto sarebbe finita lo stesso molto presto. Ora che hai la coscienza pulita puoi andare da Courtney senza alcun problema, buona vita. Ora ti pregherei di andartene e di lasciarmi stare> sono sempre stata brava a mentire, ma questa è stata la bugia più dolorosa che io abbia mai detto. Eppure non posso fare altro, non ho bisogno di qualcuno che mi spezzi il cuore più di quanto stiano facendo questi incubi.
<Rossa..lo sai che non è come pensi, posso spiegare..> cerca di iniziare a dire Logan, lo so che hai una scusa, i ragazzi come te ce l'hanno sempre, ma non sono la tipica ragazza che cade ai piedi di un belloccio che mi fa le corna e per nasconderlo mi distrae con il suo sorriso.
<Ed io non voglio sentire. Esci da casa mia da solo o devo farti scortare alla porta?> chiedo mentre vorrei solo mettermi a piangere sul mio letto.
<Hayley, non puoi chiudere così, non sai neanche cosa è successo!> tenta di ribattere lui, cercando un contatto visivo che non gli do la soddisfazione di vedere.
<So che è successo qualcosa, questo basta, ora va' via> gli dico, alzandomi dal letto e spingendolo verso l'uscita della mia stanza, dove mio fratello poggia una mano sulla mia spalla dicendo <Tranquilla, faccio io> a cui rispondo con un debole sorriso, per poi dirigermi di nuovo in camera mia chiudendo la porta dietro di me.
Faccio partire la mia playlist triste che inizia subito a risuonare per tutta la stanza, anche se solo come sottofondo, mentre fuori inizia a piovere e ciò mi porta a chiedermi perchè la mia vita sia come una giornata a Londra: momenti sporadici in cui il sole mi illumina con la felicità, che a volte può durare per giorni, stupendo tutti, ma si sa che presto tornerà la pioggia e con lei l'oscurità.
Questo mi fa riflettere su ciò che era il pensiero di un filosofo tedesco, Schopenhauer, che consisteva nella teoria del pendolo: la vita umana è come un pendolo che oscilla fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia.
Ecco, la mia vita, purtroppo, rappresenta questa filosofia, la felicità è solo un intervallo fugace per me, non avrò di che essere felice per molto perchè ricadrò sempre nel dolore che mi attanaglia lo stomaco.
🙏🏻🙏🏻🙏🏻🙏🏻🙏🏻
Spazio d'autrice🙏🏻
Vi prego di scusarmi per non aver pubblicato lunedì scorso ma non ho proprio avuto tempo di scrivere🤦🏻♀️
Questi impegni mi stanno uccidendooo😩
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Fear of what comes next
Подростковая литератураHayley è una semplice 17enne che frequenta un liceo scientifico a Londra. Hayley è una ragazza a cui non piace seguire la massa, una ragazza a cui niente è stato regalato e che ha dovuto contare solo su se stessa per andare avanti. Unico svago per l...