Capitolo 60

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Sono a corto di fiato, mentre Logan aspetta una risposta, anche se il mio corpo già dice tutto.

Sto pensando a cosa rispondere a quella fatidica domanda, quando il mio cellulare inizia a squillare.

<Lascia partire la segreteria, rossa> mi dice quasi ansimando al mio orecchio, facendo ancora scontrare i nostri corpi.

Sto quasi per assecondarlo, quando noto un orologio a parete dietro di lui, che segna 01.34 am, così scatto, spingendolo via dal mio corpo, con un suo lamento <Rossa, qual è il problema!?>

<Nessuno mi chiamerebbe a quest'ora se non fosse un'emergenza!> gli dico mentre vado in cerca del mio cellulare.

<Tranquilla, troviamo il tuo telefono> ribatte, mettendosi a cercarlo anche lui.

Quando riesco finalmente a trovarlo, ormai ha smesso di squillare, ma vedo che la chiamata è da parte di mio fratello, l'ultima volta che mi hanno chiamato a un'ora del genere, era praticamente in coma etilico, quindi compongo subito il numero, sotto lo sguardo attento di Logan.

<Ehi, tranquilla, sarà solo ubriaco, fatti dire dov'è così andiamo a prenderlo> cerca di tranquillizzarmi mentre attendo che risponda.

<Hayley..> sentendo la voce di Gian mi tranquillizzo.

<Gian, stai bene? Dove sei?>

<Io sto bene, sono all'ospedale, non volevano te lo dicessi, ma so quanto ci tieni ad esserci..> a queste parole la mia ansia cresce. Mamma, c'è un problema con mamma.

<Quale ospedale?> gli chiedo, mentre raccolgo le mie cose e faccio segno a Logan che dobbiamo muoverci.

<Christie Hospital>

<Quanto è grave?>

<Non lo so, Ley, non mi dicono nulla, si è sentita male mentre era a cena con papà ed è stata portata qui in ambulanza, non so quale sia il problema>

<Arriviamo> gli dico, concludendo la chiamata.

Logan mi guarda, senza capire cosa succede, ma adesso non ho tempo di aggiornarlo, lo farò in macchina.

<Dove sono le chiavi della tua macchina?> gli chiedo.

<All'entrata, ma non posso guidare con un braccio solo, non saresti al sicuro> mi dice, ricordandomi del suo gesso.

<Sembrava tu potessi usarlo poco fa> commento, per poi aggiungere <Comunque non fa nulla, guido io.>

<Ma non mi hai detto che non hai la patente?> mi chiede, mentre scendiamo le scale.

<Non significa che non sappia guidare, ho guidato più io la macchina di Gian che lui stesso, ho sempre dovuto recuperarlo alle feste e non era in grado di guidare, con il tempo ho imparato, anche se tecnicamente non potrei farlo perchè non ho 18 anni ancora.>

<Sicura di essere in grado?>

<Dopo mi dici come guido> mentre salgo in macchina e parto alla volta di Christie Hospital.

<Allora, hai intenzione di dirmi che succede? Che ha fatto Gian?> mi chiede dopo un po'.

<Lui non ha fatto niente, strano a dirsi. Mia madre si è sentita male mentre era a cena con mio padre. Non so altro> gli dico, anche se non so quanto sappia della situazione di mia madre.

<Andrà tutto bene, Hayley> mi dice, facendomi ridere.

<Perchè ridi?> mi chiede.

<Mi ripetono che andrà tutto bene da anni ormai, sono convinti che dirlo lo farà succedere, ma non è così.>

Logan cade in un silenzio profondo.

<Per essere figlio di una strizzacervelli non hai esattamente molte parole di conforto> commento, mentre sono a 10 minuti dall'ospedale.

<Beh forse è per questo che neanche lei è riuscita a psicoanalizzarmi..> commenta a bassa voce, ma lo sento comunque.

<Anche tu sei andato da lei? Non è strano dato che si tratta di tua madre?>

<Hanno insistito lei e mio padre, pensavano ne avessi bisogno>

<Fammi indovinare, non ti sei aperto con lei> tiro a indovinare.

<Bingo! E lei non poteva sopportare di non sapere fare il suo lavoro con il suo stesso figlio> racconta.

<Capisco perchè mi asseconda allora, non vuole che io sia il suo secondo fallimento> gli confesso.

Non ha il tempo di rispondere perchè ormai siamo arrivati all'ospedale e ho trovato parcheggio vicino all'entrata, così mi dirigo verso l'accettazione, dicendo <Sono Hayley Collins, mia madre è stata trasportata qui in ambulanza dopo essersi sentita male al ristorante, mio padre e mio fratello dovrebbero essere con lei.

<Sì, mi è stato detto che saresti arrivata, stanza 616, non può ancora ricevere visite, ma i tuoi parenti sono fuori da quella stanza.>

<Grazie> le dico, distrattamente, mentre vado verso l'ascensore.

Una volta trovata la stanza, vedo mio padre in lacrime e mio fratello con uno sguardo nel vuoto.

Appena mi vede, mio padre viene verso di me e mi abbraccia.

<Che c'è papà, cos'è successo? Quanto è grave?> gli chiedo, mentre la mia mente immagina gli scenari peggiori.

Spazio d'autrice😇
So che non sto pubblicando spesso ma devo avere l'ispirazione per scrivereeee🤦🏻‍♀️
A prestooo (spero)

Fear of what comes nextDove le storie prendono vita. Scoprilo ora