Mia madre, come sempre, "tiene banco", fa conversazione nel bel mezzo della notte come se non fosse stata ricoverata d'urgenza poche ore prima.
<Tyler, tesoro, mi dispiace per tua madre, quando l'ho saputo ero in terapia e non sono riuscita nemmeno a venire a trovarti. Margaret era una persona eccezionale, come te, non meritava di andarsene così presto> sento mia madre dire, per poi sporgersi nonostante tutti i tubicini che la collegano ai vari monitor, per abbracciare Tyler.
<Lo so, Katherine, so che se avessi potuto, saresti venuta. Ma so benissimo quanto sia lungo e difficoltoso il percorso che hai dovuto intraprendere. Mia madre mi parlava sempre di te, di come vi siete conosciute per caso a un matrimonio in cui entrambe vi eravate imbucate, di come tuo marito si è accorto che non facevate parte della lista degli invitati, ma che si è lasciato corrompere dopo le tue pessime battute> dice Tyler, raccontando con un sorriso triste.
<Non erano così brutte!> commenta mamma, facendomi ridere.
<Oh sì, conoscendoti erano delle battute terribili!> ribatto, anche se non avevo mai sentito questa storia su mia madre.
<Non ci posso credere che ti sei imbucata ad un matrimonio!> dice mio fratello.
<Oh beh parliamo della stessa persona che mi ha costretta a stare a casa di una persona che conosco appena solo per una sensazione positiva...> commento a bassa voce, ma non abbastanza, quindi tutti si voltano a guardarmi.
Prima che possano chiedermi spiegazioni, mamma con un sorriso sornione in volto, arriva un'infermiera che, vedendoci tutti e quattro conversare amabilmente, sconvolta, ci ricorda che l'orario delle visite è finito da un pezzo e che avremmo dovuto andarcene tutti, tranne al massimo il suo contatto di emergenza.
<Beh è ora, andate a riposare- ci dice mia madre, ma dopo che sono usciti tutti, continua- Ley, anche tu>
<Ma io sono il tuo contatto di emergenza!> le ricordo.
<Chiama tuo padre, resterà lui con me, non credo che Gian sia nelle condizioni di guidare in questo momento, portalo a casa>
Scocciata, mi avvio verso la porta, ma lei mi richiama <Non avercela con lui, Ley. Non voleva farci del male, ha fatto quel che poteva per non farsi del male da solo. E so che non è stato giusto nei tuoi confronti, sia il suo lasciarci, che la mia richiesta di aiuto in tutto, ma purtroppo questa è la nostra vita. Mi dispiace>
<Non scherzarci nemmeno, sono felice di poterti seguire, non mi pesa.>
<Ley, non mentire..>
<Okay, forse all'inizio era un po' difficile, ma ormai ci ho fatto l'abitudine, mi fa piacere passare del tempo con te anche se si tratta di questo>
<Va' a riposare, tesoro. Ti voglio bene> mi dice.
<Anch'io ma', torno appena posso>
Vado a riferire a mio padre che mia madre lo vuole con lui e sembra sorpreso della cosa. In realtà anche io, lui non si occupa delle sue visite da anni ormai...
Però immagino che il ricordo di Tyler su come si sono conosciuti, le abbia ricordato tempi felici.
Così trovo Tyler e Gian ancora ad aggiornarsi, quindi li interrompo <Andiamo a casa?>
<Oh sì scusate, dovete andare> dice Tyler più a me che a Gian.
<E secondo te ti lascio a piedi a quest'ora della notte? Ti diamo un passaggio> ribatto, sfidandolo a rifiutare.
<E guidi tu?> mi chiede Gian.
<Persino mamma mi ha detto di guidare al posto tuo e sa benissimo che ancora non ho la patente!> gli rinfaccio.
<Vedi cosa mi tocca sopportare?> dice Gian a Tyler mentre mi lascia le chiavi della macchina in mano.
<Oh non saprei, potrebbe essere divertente!> commenta lui con un sorriso.
Bah, i ragazzi! Mi giro e mi dirigo verso il parcheggio, sentendoli parlottare a riprova del fatto che mi hanno seguita.
Non devo neanche chiedere dove è parcheggiata la macchina, visto che le uniche macchine oltre le ambulanze sono quelle dei medici e degli infermieri, in tutto una quindicina.
Una volta in macchina, dico a Tyler di indicarmi la strada per casa sua.
Ma la conversazione ha inizio, ed è mio fratello a iniziarla.
<Allora, sorellina....di che stavi parlando prima?>
<Non so di che parli> rispondo.
<Hai accennato che eri con qualcuno prima di venire qui...>
<Sai benissimo con chi ero, deficiente, mi ci sono presentata insieme all'ospedale, ricordi?> commento tagliente.
<Ehi calmi voi due, è stata una notte movimentata per voi> dice Tyler, cercando di appianare i toni.
<Vedi, Ty, mia sorella qui, da quando me ne sono andato è cambiata radicalmente, pensa che quando sono arrivato l'ho trovata in camera da sola con questo ragazzo...> inizia mio fratello a raccontare.
<GIAN!> urlo io, frenando e girandomi verso di lui.
<Chi?> chiede Tyler allo stesso momento.
<Dai, Ley, Ty è come un fratello! Non ti può dire niente di diverso da quello che ti direi io! Comunque non credo tu lo conosca, si chiama Logan. In realtà l'ho conosciuto, non è un cretino totale> continua Gian.
<Grazie, ma non ho bisogno di approvazione da parte tua e di certo non sono fatti tuoi con chi mi vedo o no!> ribatto, ripartendo.
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Fear of what comes next
Teen FictionHayley è una semplice 17enne che frequenta un liceo scientifico a Londra. Hayley è una ragazza a cui non piace seguire la massa, una ragazza a cui niente è stato regalato e che ha dovuto contare solo su se stessa per andare avanti. Unico svago per l...