Capitolo 39

30 5 0
                                    

«Dai, rossa, non vuoi giocare con me?» mi chiede Logan con una faccia da cucciolo, quasi ingenuo.
«Non è con te che non voglio giocare, sei tu a non dover giocare con altri» mormoro solo a lui, ma non è in grado di prendere decisioni lucide, quindi mi giro verso Jade in cerca di un aiuto, così lei mi sussurra all'orecchio «Digli che farete a casa obbligo o verità, entrato in casa crollerà molto probabilmente in poco tempo, nostra madre non sarà a casa, puoi restare se vuoi»
«Dovrei accompagnare mio fratello a casa...ti assicureresti non guidi? Ti do le chiavi, lo trovi sicuramente in giardino, sarà già mezzo andato, si chiama Gian» le dico prendendo dalla tasca di Logan, ancora in attesa di una risposta, le chiavi della macchina di mio fratello.
«Grazie» le dico, rivolgendole uno sguardo eloquente.
«Vieni con me, giochiamo noi due, vuoi?» chiedo a Logan all'orecchio, lasciandogli una scia di baci a partire dalla mascella fino all'angolo della bocca.
Lui sorride genuino e urla «LA MIA RAGAZZA HA BISOGNO DI ME, ADDIO SFIGATI»
«Zittooo» gli dico prendendolo per mano e trascinandolo fuori ridendo.
«Sei impaziente di me, roscia?» mi chiede sbagliando la pronuncia di 'rossa' e mi fa scoppiare a ridere.
«Di quale te? Qui non vedo Mr Strafottenza, solo un Logan brillo, forse anche un po' ubriaco, che però sembra dolce» gli confesso ancora col sorriso sulle labbra.
«Giochiamo ad obbligo o verità?» mi chiede mentre camminiamo verso casa, con lui che sbanda e ogni tanto si ferma e alza la testa al cielo.
«Va bene, inizia tu. Obbligo o verità?» ribatto.
«Verità»
«Veramente? Pensavo scegliessi obbligo! Allora... Dimmi 3 cose per cui sei felice»
«Mhh... Il mio rapporto con mia sorella, di aver cambiato scuola e... beh, te» dice guardando a terra e passando una mano sulla testa, lasciando scoperto una parte del ventre che lascia intravedere la V che prosegue sotto il tessuto dei pantaloni.
«Io? Che cosa intendi?»
«Ho già risposto alla tua domanda» risponde facendomi una linguaccia, per poi aggiungere «È il tuo turno, obbligo o verità?»
«Verità» dico a mio rischio e pericolo.
«Perché vai da mia madre? Non sembri una persona che ha bisogno di una psicologa»
Lo guardo, pende dalle mie labbra e probabilmente domani neanche ricorderà questa conversazione, quindi decido di ammetterlo «Incubi, su mia madre»
Lo vedo confuso, quindi continuo, di mia spontanea volontà «Ha una malattia terminale e sogno di perderla.. in continuazione»
Non parla, ormai cammina solitamente con le mani in tasca, calciando una pietra che si sta portando dietro da almeno 5 minuti.
Mormora solamente un "mi dispiace" abbracciandomi, per la prima volta, senza malizia.
Mi piace abbia capito che nessuna parola sarebbe servita, ma non voglio che la conversazione muoia, quindi continuo, con un sorriso falso sulle labbra «Tocca a te, obbligo o verità?»
Lui mi guarda e con un sorriso genuino mi dice «Obbligo», sembra un po' più lucido, camminare gli ha fatto bene.
«Mh togli un indumento a tuo piacere e corri utilizzando quell'indumento come mantello versione Superman» gli dico con un risolino al sol pensiero.
«Rossa, lo sai che per togliermi qualcosa non hai bisogno di un obbligo, vero?» ed ecco tornato Mr Strafottenza!
«Oh lo so, ma io ti farò un video in modo da poterti ricattare per sempre» gli spiego con un'espressione di vittoria.
«Uuuhh cattivaaaa» commenta ridendo mentre si toglie la maglietta, con qualche difficoltà dato il braccio rotto.
«Se vuoi che faccia il tuo obbligo ho bisogno di un aiutino» mi dice con la faccia coperta dalla maglietta, è incastrato.
«Oh beh comodo» commento ridendo e avvicinandomi a lui, osservandolo senza il suo sguardo addosso.
Il cellulare è già pronto a registrare, quindi mi viene in mente di fotografare quel ragazzo - o meglio, quegli addominali - che mi fanno impazzire.
«Hayley, ci sei?» chiede riuscendo a far fuoriuscire la testa dalla maglietta proprio mentre immortalo la scena, facendomi morire dalla vergogna per via della sua espressione divertita.
«Se vuoi tolgo tutto eh, sono pronto a un book fotografico, se posso fare lo stesso con te»
A tali parole vorrei sprofondare, quindi mi copro la faccia con le mani per evitare di guardarlo in faccia.
«Ehi, da quando volevi farlo?» mi chiede mentre allargo le dita per osservarlo e noto come il suo telefono sia adesso a portata di mano, sicuramente facendo foto a quella scema che gli sta davanti.

😇😇😇😇

Spazio d'autrice😇
Ed eccoci ad ottobre, oggi è il mio onomastico e sono sommersa dai compiti anche se non ne ho la minima voglia😭
Voi come siete messi?
Buona lettura, alla prossima settimana!

Fear of what comes nextDove le storie prendono vita. Scoprilo ora