Capitolo 76

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<Io vado da mamma> urlo mentre scendo le scale portandomi dietro Logan.
<Quando vuoi che ti do il cambio? Torni per pranzo?> mi chiede mio padre.
<Ehm ci sentiamo per messaggio> rispondo, nello stesso momento in cui Logan dice <Pranziamo insieme>, facendomi girare con un'espressione interrogativa.
<Ecco, sì, se per te va bene> aggiunge subito dopo, stranamente imbranato.
<Ehm sì, allora per pranzo vieni a darmi il cambio?> chiedo a mio padre.
<Va bene>
Mentre usciamo gli chiedo <Eri nervoso perché eri davanti a mio padre o perché mi stavi chiedendo un appuntamento?>
<Non ero nervoso> commenta mettendomi il muso.
<Certo, quello di poco fa era esattamente il mio Mr Strafottenza> ribatto ironica.
<Posso accompagnarti?> mi chiede cambiando discorso.
<Hai guidato fin qui con un braccio solo stanotte?> se mi dice di sì gli faccio una ramanzina che non si dimenticherà facilmente.
<No, Rossa. Sapevo mi avresti ammazzato se l'avessi fatto. Sono a piedi>
<E vuoi sprecare tutto quel tempo a camminare avanti e indietro per accompagnarmi?>
<Se sono con te, non è tempo sprecato> ribatte alzando le spalle.
<Uffa, la devi smettere di dire sempre le cose giuste al momento giusto! Non è leale!> commento prendendogli la mano sana e avviandomi.
<Beh, se non lo facessi, non saremmo insieme, non credi?> mi fa notare.
<Sì, perché trattare male tua madre era una cosa calcolata, vero?> chiedo ricordando il nostro primo incontro.
<Non il mio momento migliore, lo ammetto, ma mi sono ripreso subito, o no, rossa?>
<Mh forse> commento evasiva, non riuscendo a trattenere un sorriso.
<Non sembravi titubante nella doccia> ribatte, facendomi arrossire.
<E va bene, ci sai fare. Non mi stupisco tutte ti sbavino dietro> penso fra me e me.
<Ah sì, mi sbavano dietro?> mi chiede con un sorriso malizioso. Merda, l'ho detto ad alta voce?
<Non fare finta di non averlo notato> commento, infastidita dalla sua malizia.
<Rossa, non so quante altre volte te lo devo dire, io noto solo te> ribatte, fermandomi per guardarmi negli occhi.
<Ai tuoi occhi sarò anche un playboy, ma quando ho qualcuno in testa non vedo nessun altro> aggiunge, al che io distolgo lo sguardo. Possibile che non veda come lo guardano, come ci guardano?
Lui appoggia il pollice e l'indice sul mio mento, riportando i miei occhi sui suoi, che invece fissano per un momento le mie labbra prima di baciarmi, prima dolcemente, poi con più convinzione, finché io ricordo di essere su un marciapiede e mi scosto, notando la sua espressione corrucciata dico <Siamo in pubblico>
<Allora riprendiamo dopo> mi dice all'orecchio, facendomi rabbrividire alla promessa di una continuazione a cui il mio corpo mi prega di arrivare da quando ci siamo baciati per la prima volta.
Poi riprende a camminare tirandomi per la mano, che sembra elettrica al suo contatto.
<Comunque non va bene che tu possa baciarmi quando vuoi in pubblico e io no eh> mi fa notare.
<Ma di che parli?>
<L'uscita della scuola> mi ricorda con un sorrisino a cui io mi imbarazzo.
<Vabbè ma era solo un bacio...> dico, sapendo benissimo che non lo era.
<Se quello era solo un bacio, il mio era a malapena un abbraccio, piccola> ovviamente ironico, ma non mi è sfuggito il suo "piccola", anche se non dico niente a riguardo un sorriso mi si stampa in volto.
Una volta arrivati in ospedale, Logan insiste per accompagnarmi da mia madre prima di andare a togliersi il gesso.
Appena entro nella stanza mia mamma mi accoglie con uno dei suoi soliti sorrisi rassicuranti.
<Ehi ma', come stai?> le chiedo dopo averla abbracciata.
<Bene, tesoro, sapevamo che presto avrei iniziato a sentire gli effetti delle terapie, ma sto bene> mi risponde, strofinandomi il braccio come faceva quando avevo paura da piccola.
<Ci hai fatto prendere uno spavento, Kat> dice quindi Logan, avvicinandosi dall'altra parte del letto. Mia madre sembra averlo appena notato e mi lancia uno sguardo sornione, come se sapesse qualcosa che io non so.
<Mi dispiace avervi rovinato la serata> dice con una risata, facendomi diventare un peperone.
Logan però, sfrontato quale è, ribatte <Tranquilla, non hai rovinato niente, anzi> con un sorriso da ignobile bastardo.
<LOGAN> lo richiamo, ma lui scrolla le spalle come a dire "Cosa ho detto di male?"
<Non devi andare a toglierti il gesso?> gli ricordo, per evitare che parli di queste cose con mia madre.
<Oh giusto, torno a riprenderti quando ho fatto> mi dice dandomi un bacio sulla fronte che per qualche strana ragione è molto più intimo di quanto pensassi.
<Kat, mi raccomando, riprenditi che voglio sapere tutti gli aneddoti che imbarazzanti su Ley appena te la senti> aggiunge poi prima di ricevere un <È un appuntamento> da parte di mia madre.
Logan non era neanche così lontano quando la natura pettegola di mia madre fa capolino <Allora, com'è andata? È bravo? Avete usato delle protezioni, vero?>
<MAMMA> urlo coprendomi il volto per l'imbarazzo. So che Logan non è lontano e me lo immagino ridere sommessamente alle domande indiscrete di mia madre.

Fear of what comes nextDove le storie prendono vita. Scoprilo ora