Oscurità.
Versi sinistri.
Alberi spogli e spaventosi.
Sono da sola.
Vago per una città fantasma fin quando non sento delle urla familiari che chiedono il mio aiuto.
Inizio così a correre, seguendo le grida che invocano il mio nome.
Arrivo davanti all'orologio più famoso della città, il Big Ben, e mi fermo.
Le grida provengono da sopra di me, ma non riesco ad individuarne la fonte.
«DOVE SEIII??» inizio ad urlare, il più forte che posso.
«HAYLEYYYY» mi sento chiamare, questa volta riconosco la voce, così un impeto di paura mi paralizza.
«Mamma» dico a bassa voce, sperando non sia vero.
«MAMMA DOVE SEI???» grido dopo due secondi.
«TI VOGLIO BENE TESORO» grida e finalmente la individuo, è sull'orologio, sul Big Ben, come diavolo ci è arrivata??
«MAMMA SCENDI DA LÍ, POTRESTI CADERE!!!» urlo ancora di più.
Però non mi risponde, non parla più.
Dopo poco vedo qualcosa precipitare, non capendo cosa sia.
Quando finalmente lo capisco, spero di stare sbagliando, la paura mi paralizza.
«MAMMAAAAAAA» riesco solo a gridare, mentre le si schianta a terra.Mi sveglio nel mio letto mentre sto ancora urlando.
Mia madre entra con un volto stralunato, ma subito vigile.
«Tesoro, sono qui, tranquilla» mi dice in tono amorevole mentre l'abbraccio.
«Io....ho avuto un incubo» dico titubante, senza sciogliere l'abbraccio.
«È tutto a posto, ti va di raccontarmelo?» mi dice allora.
Io scuoto la testa, non vorrei mai si angosciasse per la mia stupida mente che produce incubi terribili.
«Va bene tesoro, allora dormi, hai bisogno di riposare» dice, alzandosi a fatica dal mio letto.
«Mamma, sta' con me, per favore» le dico quasi supplicandola.
«Certo tesoro, ma sei grande, non raccontare queste cose in giro» mi dice facendomi l'occhiolino, strappandomi un sorriso.
Mi addormento fra le sue braccia come quando ero piccola, ma quando mi sveglio, all'indomani, lei non c'è più, se ne sarà andata dopo avermi fatta addormentare.
Non avuto altri incubi.Scendo le scale per andare a fare colazione e trovo mia madre a preparare dei pancake, come ogni volta che sono giù di morale o ho una giornata no.
Così l'abbraccio e le do il buongiorno.Mentre mangio quella delizia allo sciroppo d'acero, vedo i miei genitori guardarmi in modo apprensivo.
«Che c'è?» dico con la bocca piena di impasto di pancake.
«Tesoro, il tuo incubo riguardava me, vero?» mi chiede mia madre.
«Mh perché lo chiedi?» ribatto evitando una vera risposta.
«È così?» mi chiede mio padre.
«...Sì» dico senza guardarli in faccia.Quindi mi alzo per andare a scuola, evitando la miriade di domande che di lì a poco sarebbe arrivata.
Mi avvio verso la fermata dell'autobus, mentre i miei coetanei mi sfrecciano di lato nelle loro auto di lusso.
La giornata passa noiosa, eccetto per l'ora di chimica e quella di conversazione inglese, le mie materie preferite.
Mi avvio verso la fermata dell'autobus ma lo vedo partire senza di me, quindi continuo a camminare verso casa mia.
Entrando, trovo i miei genitori con dei sorrisi stampati sulla faccia, troppo larghi per essere veri.
«Dobbiamo parlarti, Hayley» incomincia mio padre.
«Di cosa?» chiedo cauta.
«Ecco, del tuo incubo» dice mia madre.
«Non c'è niente di cui parlare, era solo un incubo» dico io.
«Tesoro, hai bisogno di parlarne con qualcuno, visto che non ne vuoi parlare con noi, siamo costretti a portarti da una specialista» dice mio padre.
«Una specialista? Intendi una strizzacervelli? Neanche per sogno!» dico io.
«È una bravissima psicologa, ti può solo aiutare» mi dice la mamma, amorevole come sempre.
«Fallo per me» aggiunge poi.
Colpo basso.
Non posso dire di no adesso.
«E va bene» dico allora, rassegnandomi.Tre ore dopo, sono in macchina, in viaggio verso la 'psicologa' e sono un fascio di nervi.
Mi innervosisce dover parlare con una persona che non conosco.Vengo quindi lasciata davanti la porta che mi separa da una persona che mi considererà solo una pazza.
Busso e aspetto che qualcuno mi venga ad aprire.
Due minuti dopo una donna alta e snella mi apre la porta e, con sorriso gentile, mi chiede di aspettare altri 5 minuti, così mi accomodo nella poltrona accanto alla porta e guardo le pareti a vetri che mi permettono di osservare il London Eye e, in lontananza, il luogo dei miei incubi, il Big Ben.
La porta si apre lasciandone uscire un ragazzo con uno strano tatuaggio sul braccio, che si intravede leggermente dalla maglietta a maniche corte.
«Va bene, Tyler, ci vediamo domani alla stessa ora» dice la donna snella con lo stesso sorriso di prima.
«Puoi entrare adesso, cara» dice poi rivolgendosi a me.🦄🦄🦄🦄🦄
Spazio autrice🙈
Salve a tutti (sarete pochi ma anche buoni), io sono Angela, questa è la mia seconda storia qui su wattpad (la prima è "Un viaggio per la vita", che mi farebbe un piacere immenso se la leggeste)
Ho deciso di postare una volta alla settimana, però sono buona quindi inizierò da domani, posterò sempre il lunedì sera verso le 7, salvo cause di forza maggiore (in quel caso mi farò perdonare)
Spero questo capitolo vi abbia messo curiosità e che apprezziate la mia storia, mi farebbe molto piacere se commentaste e metteste una stellina, per mostrarmi che ci siete🙈
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Fear of what comes next
Teen FictionHayley è una semplice 17enne che frequenta un liceo scientifico a Londra. Hayley è una ragazza a cui non piace seguire la massa, una ragazza a cui niente è stato regalato e che ha dovuto contare solo su se stessa per andare avanti. Unico svago per l...