La furia di Wilhelm

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La furia di Wilhelm


(Charlotte POV - Oswiecim, Polonia.)

"Cara Anne, sorella mia...

Sono qui a scriverti una seconda lettera per metterti al corrente di cosa sta accadendo in questa casa. La situazione è notevolmente peggiorata. Nostro padre ha completamente perso il senno. Comincio sul serio ad avere paura, paura che possa farmi qualcosa di molto brutto.

Da quando sei andata via, è diventato più intrattabile di quanto già non lo fosse stato prima.

Io non riesco a capire cosa gli stia accadendo, ma credo che non riuscirò a resistere ancora per molto.

Quando torna da quel campo, è già completamente ubriaco. Urla e dice cose senza alcun senso.

Si chiude nella sala da pranzo e annega letteralmente nell'alcol.

Olga e Claudia sono terrorizzate. Non mi permettono più di scendere, di pranzare o cenare in sua compagnia. Preparano il cibo e lo portano direttamente nella mia stanza.

E in tutto questo macello, Hanna passa la maggior parte del tempo fuori casa.

Vedendo papà in queste condizioni così disperate, lei, da brava e devota moglie, se ne infischia altamente. Anzi, credo sia contenta... E' contenta di vedere suo marito ridursi in questo stato.

Pochi giorni fa Claudia era impegnata nelle faccende domestiche ed ha intravisto Hanna mentre frugava nella giacca di papà. Mi ha detto che è sicura di averla vista infilarsi parecchi soldi in tasca.

Capisci?

Ci sta rubando tutto, Anne! E chissà cosa fa durante il giorno...

E' una sporca arrampicatrice sociale, un'arrivista dal cuore di pietra.

Le poche volte che si trova in casa mi guarda con un tale odio... I suoi occhi verdi sembrano fulminarmi ogni qual volta.

Ma purtroppo io non sono come te... Non sono capace di guardarla dritta negli occhi. Non sono capace di sostenere il suo sguardo. Riesce sempre a farmi sentire un essere inferiore.

Mi dispiace, Anne. Ci provo con tutta me stessa, ma non sono forte quanto te.

Quella donna non fa che provocarmi. Quel ghigno malvagio stampato sul suo volto non l'abbandona mai.

"E tua sorella che fine ha fatto? Non l'avranno mica catturata le SS, spero...!" Mi ha detto questo qualche giorno fa ed è scoppiata a ridere con cattiveria.

Le ho risposto di andare all'inferno, perché è solo quello il posto adatto a lei, ma non sono riuscita a guardarla in faccia.

Non riesco a spiegarmi il perché io sia così debole e stupida!

Lei non mi ha picchiata. Prova repulsione persino ad avvicinarsi. Mi guarda solo con disgusto, come se avessi una malattia contagiosa.

Purtroppo papà in quel momento era appena rientrato e ha sentito quella frase, non ho avuto modo di scappare e rifugiarmi in camera mia. Era ubriaco, ma sfortunatamente per me, ancora lucido da comprendere le mie parole.

Hanna lo ha incitato affinché mi picchiasse dinnanzi a lei e lui non ha avuto nessuna pietà.

Urlavo e piangevo disperatamente, ma lui continuava a colpirmi ripetutamente, urlandomi: "Tu non sei mia figlia, sei una bastarda ebrea!"

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