La traversata verso Aquisgrana

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La traversata verso Aquisgrana 


(Friedhelm POV - Berlino, 3 Gennaio 1944)

Quando Christabel ed Aaron rientrarono a casa, subito dopo la scuola, Dora riunì tutta la famiglia in salotto e mise al corrente i suoi due figli più grandi della decisione di lasciare Berlino al più presto possibile.

I bombardamenti, secondo Himmler, sarebbero potuti iniziare da un momento all'altro e rimanere in città avrebbe significato rischiare seriamente di perdere la vita sotto le macerie.

I rifugi antiaerei non sarebbero bastati ad ospitare tutti i cittadini che risiedevano stabilmente nella capitale. Il numero dei decessi sarebbe stato incalcolabile e spaventoso.

I due ragazzini, d'altro canto, non accettarono di buon grado la scelta della madre.

Erano ancora molto giovani per poter realmente capire che cosa sarebbe successo nella loro amata città, quale disastro si sarebbe compiuto nei giorni e nelle settimane a seguire.

Christabel era amareggiata di doversi allontanare dalle sue amiche. Tentò di dissuadere sua madre, supplicandola di ripensarci, ma anch'ella sapeva che i suoi vani tentativi non sarebbero serviti a nulla.

Dora era stata risoluta ed irremovibile fin dal primo istante. Non avrebbe cambiato idea per nessuna ragione al mondo.

Quale madre non avrebbe lottato fino all'ultimo pur di proteggere i suoi figli?

Dora era una donna forte nel corpo e nello spirito. Aveva assunto le redini della famiglia dal momento in cui suo marito e suo figlio maggiore si erano arruolati. Badava ai suoi figli e alla casa senza mai lamentarsi o fermarsi per riposare.

Sebbene nei loro riguardi fosse spesso severa e intransigente, avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro. 

«Io non voglio andare via!» Si impuntò Aaron, alzandosi dal divano e sbattendo i piedi per terra in segno di protesta.

«Beh, non aspetterò che tu mi dia il consenso, figliolo!» Controbatté Dora, scrollando le spalle. «Mi dispiace, capisco quanto possa essere difficile per voi lasciare i vostri amici, la scuola, questa casa...» allargò le braccia, guardandosi attorno. «ma io sono vostra madre e le decisioni difficili spetta prenderle a me in assenza di vostro padre.»

Liesel venne ad accucciarsi accanto a me alla ricerca di un po' di conforto. Subito le cinsi la vita, attirandola maggiormente alla mia figura. Le accarezzai dolcemente la sua morbida capigliatura, sperando di poterla consolare.

«Questo non è vero! Papà e Igor non avrebbero mai acconsentito a fuggire come dei codardi, di contravvenire alle regole emanate dal nostro Reichsführer Himmler!» Piagnucolò Aaron, arrabbiato e risentito.

Non riuscii a trattenere un sorriso amaro sul mio volto. 

Quel ragazzino ne aveva ancora di strada da fare...

Non riusciva proprio a capire che sua madre avesse preso quella decisione esclusivamente per il suo bene e non perché avesse voluto di proposito dargli un dispiacere.

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