Campanello d'allarme
Nei giorni a seguire, Stefan ed Adam parlarono a lungo e il loro rapporto di amicizia si consolidò e si rafforzò notevolmente. Riuscirono a mettere da parte malintesi e disguidi e trovarono la forza di dirsi sinceramente quanto si mancavano.
Stefan sembrava aver ripreso quantomeno ad essere più presente e meno scontroso e questo migliorò l'umore di Heike e Noah, che ormai avevano quasi perso le speranze nel vedere come si stesse evolvendo quella spiacevole situazione.
Ero contenta di aver aiutato Adam a compiere il primo passo verso Stefan. Una cosa buona ero riuscita a farla, perlomeno. Non avrei mai voluto vederli separati o in collera l'uno con l'altro. Anche perché, il carattere difficile di entrambi, non avrebbe aiutato per niente nella situazione in cui eravamo.
Fu anche per questo motivo che decisi - non appena terminai di scrivere la lettera per Friedhelm - di consegnarla ad Adam.
L'ultima cosa che avrei voluto ottenere era veder soffrire Stefan. Lui non era abituato ad esternare quello che sentiva e sicuramente se ciò fosse accaduto, si sarebbe incupito e avrebbe nuovamente trovato rifugio in se stesso.
Raccomandai ad Adam discrezione e lui mantenne la promessa e si diresse al parco al posto di Stefan, consegnando la lettera al signor Alesky.
Forse non sarebbe stata una buona idea agire di nascosto, ma non sapevo come avrei dovuto comportarmi e questo mi creava una tale confusione nella testa da non capirci più nulla!
Stefan provava qualcosa di molto forte per me e se avessi nominato Friedhelm dinnanzi a lui, sicuramente me ne sarei pentita amaramente. I suoi occhi parlavano al suo posto. Quando incrociava i miei, la prima cosa che notavo era il dolore e la rassegnazione.
Ed era quasi impossibile non sentirsi responsabili.
Ciononostante, durante quelle due settimane che passarono, non fui capace di parlare a Stefan ed assicurargli il mio perdono.
La rabbia era scemata oramai, avevo meditato a lungo ed ero convinta di volerlo perdonare, ma ogni volta che lo incontravo mi sembrava fosse sempre il momento sbagliato.
Mi sentivo una completa idiota!
Perché non trovavo il coraggio di affrontarlo?
Una Domenica mattina assolata e piuttosto umida, mi trovavo distesa sull'erba, circondata dai tanti fiori che popolavano l'intera rimessa in legno.
L'erba appariva soffice e morbida al tocco e si percepiva un profumo delicato nell'aria che ti riempiva i polmoni.
C'era una tale calma quel giorno... Sembrava che il mondo intero si fosse fermato e avesse messo da parte gli orrori della guerra.
Il fruscio del vento scuoteva gentilmente gli alberi e i passerotti cinguettavano sui rami dei pini e dei noci.
Chiusi gli occhi, beandomi per pochi istanti del calore del sole sul mio viso.
Era così tremendamente piacevole...
Nessuno sano di mente avrebbe osato riaprire gli occhi per tornare nel mondo reale. Se Heike e Noah non mi avessero scosso le braccia, probabilmente mi sarei assopita in quel campo.
Riaprii lentamente gli occhi, tirandomi su a sedere.
Heike e Noah sedevano di fronte a me a gambe incrociate e sorridevano. Entrambi avevano delle adorabili fossette che incorniciavano i loro dolci ed innocenti visi.
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Intertwined destinies
Fiction HistoriqueBerlino 1942; Annelies Von Falk è una giovane ragazza figlia del Colonnello delle SS Wilhelm Von Falk. Ella è costretta a vivere parte della sua infanzia e adolescenza con un padre dispotico, rigido e scostante che le porterà via le cose a cui tiene...