Coinvolto dalla passione
Ero rannicchiata ancora sotto al letto, in sagrestia, con un turbinio di emozioni inesplicabili ed intense, tanto forti da annebbiarmi la ragione.
Il cuore aveva ripreso a battere con regolarità, ma il pianto incontenibile non si era arrestato e lacrime veloci continuavano a bagnarmi il volto.
Non riuscivo a parlare, né tantomeno a pensare lucidamente a quello che era appena accaduto pochi minuti prima.
Anche se avessi voluto uscire e raggiungere Padre Nikolaj e Marek, il mio corpo, scosso e febbricitante, non me lo avrebbe ugualmente permesso.
La morte mi aveva cercata nuovamente; l'avevo persino sfiorata con le mani e percepito nell'aria il suo odore sgradevole, eppure, qualcuno aveva impedito che mi avesse portata via con sé per sempre.
Avevo sentito chiaramente una presenza accanto a me, un'energia potente e dominante avvolgere interamente tutta la mia figura, donandomi un'inspiegabile senso di protezione e calore.
Era come se mia madre si fosse materializzata in questa stanza ed avesse respinto con le proprie mani quel soldato intenzionato a scovare dappertutto pur di trovarmi.
Un'idea sciocca, forse dettata dalla febbre troppo alta che non mi permetteva di creare un discorso che avesse avuto senso, ma non avrei potuto certamente ignorare quella sensazione così forte e nitida che aveva pervaso il mio corpo, annidandosi nel mio intimo più profondo.
Stringevo nel palmo della mano il ciondolo che la mamma mi aveva donato ben dieci anni prima a Berlino e riuscii, almeno in parte, a tranquillizzarmi, smettendo in questo modo di tremare convulsamente a causa della paura.
Quell'oggetto, semplice, ma incredibilmente prezioso per me, possedeva lo straordinario potere di mettermi in contatto con lei, come se non fosse mai andata via, quella notte.
Entrambe, anni addietro, eravamo convinte che saremmo state divise per poco tempo, nessuna di noi avrebbe mai potuto immaginare quello che sarebbe capitato in seguito.
Nonostante gli orrori che la guerra stava seminando, la nostra promessa rimaneva incastonata nell'oro del ciondolo a forma di cuore.
Quando i miei occhi leggevano quella piccola frase, la speranza si riaccendeva e il desiderio di resistere riaffiorava.
Ero altrettanto sicura che anche la mamma, racchiusa in quel campo, cercasse di farsi forza quotidianamente.
Io mi fidavo ciecamente di lei e sapevo quanta determinazione possedesse. Sarebbe tornata da me e Charlie, ne ero sempre più convinta.
Passarono interminabili minuti in compagnia del silenzio più cupo e sinistro. La preoccupazione maggiore per Padre Nikolaj e Marek, era quella di un possibile ritorno dei due soldati, profondamente insoddisfatti nel aver penosamente fallito nel compito che gli era stato assegnato dai loro superiori.
La porta, lasciata spalancata dalla SS, mi permise di osservare i movimenti lenti, ma allo stesso tempo decisi, del religioso e del dottore, come se lo avessero fatto altre volte e fossero stati perfettamente preparati.
Esaminavano con attenzione che nessun sospettato si fosse aggirato nel perimetro da loro visibile e quando furono sufficientemente tranquilli, si avvicinarono con passo scalpitante in sagrestia, sussurrando il mio nome con voce flebile.
«Annelies, figliola!»
Distesi il braccio destro affinché entrambi avessero potuto vederlo. Di parlare o di indicargli dov'ero non ne avevo proprio le forze.
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Intertwined destinies
Historical FictionBerlino 1942; Annelies Von Falk è una giovane ragazza figlia del Colonnello delle SS Wilhelm Von Falk. Ella è costretta a vivere parte della sua infanzia e adolescenza con un padre dispotico, rigido e scostante che le porterà via le cose a cui tiene...