Un nuovo inizio (Parte I)

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Un nuovo inizio (Parte I)


Ripensai per tutta la notte al viaggio che avrei dovuto intraprendere con Alexander, emozionata ed agitata al tempo stesso.

Non mi sembrava vero che, nei prossimi giorni, avrei visto New-York con i miei stessi occhi, che avrei camminato sulle sue strade, che avrei visto quei grattacieli così alti e imponenti, tanto da sfiorare il cielo.

E men che meno riuscivo a capacitarmi della tempestività che avevo avuto nell'accettare tale proposta da uno sconosciuto, entrato nella mia vita come un violento uragano.

La mia testa era satura di pensieri e il mio cuore gonfio di entusiasmo e adrenalina.

Come avrei potuto prendere sonno? 

Nonostante la paura dell'ignoto, dell'incertezza del mio futuro, Alexander mi aveva regalato un sogno, la prima cosa bella e positiva dopo mesi trascorsi nell'oscurità più fitta e tenebrosa.

Gli ero infinitamente riconoscente e lo sarei stata per sempre, probabilmente. 

Se lui non mi avesse offerto quella possibilità, io non avrei mai avuto il coraggio di compiere quel passo, di stravolgere interamente la mia vita senza sapere cosa mi avrebbe riservato il mio avvenire.

Sentivo di potermi fidare di quel ragazzo. Nei suoi occhi non avevo letto cattive intenzioni, li avevo trovati così simili ai miei, così affini... 

Era quel tipo di sensazione che una persona avrebbe potuto avvertire per il proprio fratello, per un famigliare ritrovato dopo tanto tempo.

«Buongiorno splendore!» Esclamò Alexander, comparendo furtivamente alle mie spalle.

Il tè caldo oscillò pericolosamente nella tazza che tenevo tra le mani, provocandomi un piccolo sobbalzo. 

«Voi americani avete proprio un bel modo di socializzare con la gente...» dissi, posando la tazza sul tavolo e voltandomi nella sua direzione con un'espressione fintamente infastidita.

Alexander rise, mostrandomi la sua candida dentatura. Dopodiché si sedette sulla sedia di fronte alla mia con nonchalance. «Hai già fatto colazione? Vuoi che ti offra qualcosa?» Domandò.

Annuii. «Sì, ho già mangiato, ti ringrazio lo stesso.» Gli indicai, con lo sguardo, il piatto vuoto su cui, precedentemente, vi avevo adagiato il croissant. 

«Ti serve qualcosa per il viaggio? Tra poco devo recarmi in centro per comperare il biglietto. Non hai cambiato idea, vero?» I suoi occhi cercarono i miei, fissandoli intensamente per alcuni istanti.

«Non mi sono pentita della scelta che ho fatto, se è a questo che alludevi. Nella vita bisogna rischiare, no?» Lo guardai a mia volta, decisa come non lo ero mai stata prima di quel momento.

«Hai assolutamente ragione Annelies.» Egli si alzò, rimirandomi dall'alto. «Sai... ci avrei scommesso che avresti risposto così.» Sulle sua labbra apparve un sorrisetto soddisfatto.

«Oltre al soldato, fai anche l'indovino di professione?» Lo punzecchiai scherzosamente.

Il capitano esplose in un'ennesima risata spontanea, attirando alcuni sguardi indiscreti dei clienti. «I trucchi del mestiere non vanno mai rivelati. Però con te potrei fare un'eccezione se me lo chiedessi.» 

«No, preferisco che questo tuo potere sovrannaturale continui a rimanere avvolto dal mistero.» Accennai un breve sorriso, abbassando di poco lo sguardo.

«D'accordo, come vuoi tu.» Alexander alzò le spalle e le mani nello stesso momento. «Adesso vado, tornerò per l'ora di pranzo. Potresti avvisare tu Lauren?» 

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