L'imprevedibilità della vita

600 37 88
                                    

L'imprevedibilità della vita


(Friedhelm POV - Aquisgrana, Germania, 6 Ottobre 1944)

Nove mesi. Erano trascorsi ben nove lunghissimi, tormentati ed inesorabili mesi da quando giungemmo ad Aquisgrana in una fredda serata invernale, senza Luna, col gelo che ci corrodeva le ossa, togliendoci il respiro poco a poco. 

Ci eravamo rifugiati in questa città - al confine con il Belgio e i Paesi Bassi - per salvarci la pelle, per sfuggire ai terribili e sanguinosi bombardamenti che avevano trasfigurato l'intera Berlino, rendendola quasi del tutto irriconoscibile, devastata, sviscerata dalle fondamenta.

E adesso, quella stessa scia di morte e distruzione stava giungendo anche qui da noi, come una pestilenza inarrestabile e contagiosa.

Avanzava spedita, implacabile, forte e potente come un uragano tropicale, polverizzando qualsiasi cosa si fosse trovata sulla sua strada.

La verità era che non esisteva nessun posto sicuro dove rifugiarci, dove poter nasconderci dalla guerra, da quel demone oscuro, infido, subdolo, letale. 

Le ultime carte poste in tavola erano state ribaltate con una tremenda manata, scaraventate per aria e distrutte pezzo per pezzo.

Avevamo fallito, miseramente, stupidamente. Avevamo perso quella partita che, fin dall'inizio, sembrava ben lontana dalla nostra portata, un passo fin troppo azzardato, un'irrealizzabile illusione. 

I nostri avversari erano troppo più forti di noi, intelligenti, tenaci, intenzionati a vincere, a farci rimangiare ogni nostro imperdonabile affronto.

Sul serio pensavamo che avremmo risolto tutto scappando?

Non eravamo altro che prigionieri in attesa della propria condanna a morte. In qualsiasi posto ci fossimo recati, anche in capo al mondo, il nostro infausto destino si sarebbe compiuto.

E così, mese dopo mese, giorno dopo giorno, avevamo vissuto nel terrore più profondo, angoscioso, torturante; in attesa che arrivasse il boia incappucciato per eseguire la nostra sentenza.

Si vociferava, ormai da tempo, che la fine fosse realmente vicina, proprio dietro l'angolo.

Il 1945 sarebbe stato ricordato, dalle generazioni future, come l'anno in cui tutto cambiò, l'anno in cui ogni battaglia cessò definitivamente di imbrattare il suolo con il sangue di migliaia di persone - innocenti e non - mettendo un punto conclusivo a tutta quella drammatica storia.

Gli alleati stavano per sfondare la nostra linea nemica e ben presto avrebbero conquistato la loro prima città della Germania: Aquisgrana.

Dalla seconda settimana di Settembre* si erano succeduti scontri a fuoco interminabili, assordanti, terrificanti. 

Sebbene la casa degli Herrmann vi si trovava in periferia, lontana dal centro abitato e dal posizionamento della linea del fronte, il nostro udito non era certamente immune al fracasso infernale scaturito dalle mitragliatrici e dai carro-armati. 

Christabel, Aaron e Liesel erano spaventati a morte, tremavano come foglie rinsecchite tutto il giorno. I loro volti erano pallidi, esattamente come lo era la Luna in inverno, riflessa nelle gelide acque dei laghi durante le notti più fredde e inospitali.

Linee distinguibili ad occhio nudo ne segnavano la pelle spenta, smunta, esangue, resa tale dalla paura; che come un lugubre ornamento ne tracciava finemente ogni tratto.

Intertwined destiniesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora