Cosa mi stai nascondendo, Lena?

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Che cosa mi stai nascondendo, Lena?


(Lena POV - Oswiecim, Polonia, orfanotrofio)

«Lena!» Urlò Daria, con voce acuta. «Ti prego, vieni a darmi una mano!» Aggiunse spazientita, affacciandosi alla ringhiera dell'imponente scalinata.

Erano da poco passate le sette di sera e un'oscurità cupa e nebbiosa aveva intrappolato l'atmosfera esterna, rendendola più tenebrosa del solito.

Terminai di lavare l'ultimo piatto sporco e lo lasciai grondante d'acqua nella bacinella, asciugandomi velocemente le mani sul grembiule.

Sospirai, portandomi dietro l'orecchio una ciocca ribelle che mi solleticava noiosamente il viso.

A giudicare dal gran chiasso che proveniva dal piano superiore, ero certa che fosse scoppiato nuovamente un'ennesimo battibecco tra Marta e una sua coetanea. Uscii dalla cucina e mi affrettai a salire le scale, rispondendo a Daria: «Sto arrivando!» 

Percorsi il lungo corridoio, avvertendo sempre più nitidamente pianti, urla assordanti e vani tentativi da parte di Daria di far riappacificare le due bambine.

Scossi la testa e soffocai appena in tempo una risata incontenibile. 

Ogni sera era sempre la solita storia! Ero certa che se avessimo avuto dei vicini, le discussioni sarebbero state all'ordine del giorno!

Marta e Amelja non riuscivano proprio ad andare d'amore e d'accordo. 

Ci avrebbero fatto perdere la testa prima o poi...

Possedevano due caratteri impegnativi non semplicissimi da gestire. 

Marta era un concentrato di energia, vitalità, cocciutaggine e furbizia letale. L'altra era l'esatto opposto, ma condividevano una sola cosa in comune: la permalosità. 

Si beccavano in continuazione! Litigavano per qualsiasi sciocchezza, anche quella più irrilevante.

Daria era esasperata, non ne poteva più di rimproverare e impartire ramanzine. 

La suddetta scena era davvero spassosa ed esilarante. 

Daria assumeva la sua consueta espressione severa e accigliata, arcuava la schiena e puntava un dito nella loro direzione ammonendole di smetterla immediatamente, mentre le due bambine continuavano indisturbatamente a discutere, facendosi smorfie e linguacce.

Non l'ascoltavano neppure! Daria non aveva il benché minimo controllo su Marta ed Amelja.

Solo io riuscivo a farle calmare; perlomeno durante la notte nessuna delle due osava riaprire bocca!

Ecco il perché Daria invocava disperatamente il mio aiuto quando le due superpotenze si scontravano.

Poco dopo mi fermai davanti alla porta, spalancata, dove dormivano Marta ed Amelja. 

Daria si accorse della mia presenza ed eseguì un lungo sospiro di sollievo, ringraziandomi con lo sguardo. «Dio, ti ringrazio!» Esclamò, alzando gli occhi verso il soffitto.

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