Non è successo un granché poi.
Nessuna delusione da primo bacio,ma neanche tutto questo entusiasmo.
L'ho riaccompagnato a casa,sorreggendo tutto il suo peso sulla mia povera spalla ormai dolorante.
Gli ho detto che ne avremmo riparlato,ma in realtà non so nemmeno io se sono pronta a farlo.
Per tutto il tragitto nessuno dei due ha aperto bocca e solo alla fine lui si è girato verso di me e ancora un po' barcollante mi ha accarezzato la guancia per poi entrare dentro quel portone viola.
Ciò che è successo è una di quelle cose che non riesci a spiegare.
Non riesco neanche a trovare le parole per spiegarlo a me stessa,e da una parte sento che potrebbe averlo fatto solo perché era ubriaco ma d'altra parte sento che potrebbero esserci realmente dei sentimenti.
È che è tutto così strano e tremendamente confuso e il problema forse è che non ho neanche il coraggio di spiegarmelo.
E così mi ritrovo a camminare come per sfuggire dai miei pensieri con le cuffiette nelle orecchie e "giudizi universali" di Samuele Bersani che risuona nelle orecchie.
La terrazza è sempre lì che mi aspetta come a braccia aperte,pronta ad asciugarmi le lacrime e ascoltarmi.
Quel posto è come un piccolo e stupido paradiso terrestre e la cosa più bella è che lo è solo per me.
Quante volte mi sono ritrovata qui,dopo un litigio a casa,dopo una giornata scolastica andata male o semplicemente per sfuggire a quella normalità che mi opprimeva.
Non ho mai pensato a niente qui,era come un vortice che ti risucchiava il cervello,e a dirlo così sembra una cosa spaventosa,ma dava libertà agli occhi del cuore.
Così mi siedo sul muretto e osservo la luce che si riflette sui pannelli solari.
E poi la cisterna d'acqua che occupa gran parte della visuale,e penso che se un giorno dovesse cadere e rompersi allagherebbe la città e distruggerebbe tutti gli edifici per i quali quei poveri operai edili mal pagati si sono fatti il culo per costruire.
Ed io sarei ancora qui,anche se ci fosse la fine del mondo e una grossa voragine si aprisse nel centro della città;io starei seduta proprio dove sono ora e attenderei che arrivi da me osservando intanto la città che mi ha cresciuta mentre sta morendo.
Detta così sembra che allora niente mi spaventi,e allora perché scappo da thomas?
Era solo uno stupido bacio,e lui era solo un ragazzo
Ma era tutto così inspiegabilmente complicato.
Perché detta così è troppo semplice,ma cominciare a domandarsi "cosa è significato quel bacio?" O "che ruolo aveva quel ragazzo nella tua vita?" rende già l'argomento un po' più articolato.
E non saper nemmeno rispondersi da soli lo rende definitivamente inspiegabile.
Non era una cosa programmata,e odio le cose che non riesco a prevedere.
Ma lui era riuscito quasi a farmele amare,come se una volta accadute,si riuscisse a scoprirne la bellezza collaterale.
Ma una volta che bruci l'agenda poi non puoi più ricomporla incollando tra loro le sue ceneri.
E per me valeva un po' lo stesso concetto:lui era riuscito a stravolgere la mia monotonia, che era ormai diventata come piccoli pezzetti di carta bruciata e adesso che non c'era più era come se una folata di vento li stesse spazzando via disperdendoli nelle strade.
E di me cosa rimaneva?
Neanche la cenere...
X:sapevo di trovarti qui...
Mi volto spaventata ma ormai rassegnata all'idea che non c'è alcuna via di fuga.
Si avvicina e si siede vicino a me sfiorandomi la mano poggiata come per reggermi da un possibile svenimento.
Fa un sospiro prima di riprendere a parlare
Thomas:è buffa questa situazione,no?
Rimango muta aspettando che sia lui a continuare il discorso.
Thomas:per anni ci siamo odiati,poi ci siamo ritrovati e ci siamo incontrati per quelli che eravamo davvero.
Senza maschere,senza veli,così che la vista fosse migliore.
E in effetti è stato proprio così!
ho potuto capire tante cose...
Dice prendendomi le mani
Thomas:E contemporaneamente però tante altre ne ho perdute,dopo che hanno girato nella mia mente veloci come uragani,devastando tutte le mie sicurezze.
Ieri sera sarò stato ubriaco qui
Dice puntando la mia fronte con l'indice destro
Thomas:ma non sono mai stato più sobrio qui
Dice puntando sempre con lo stesso dito il suo petto.
E poi mi guardava con quegli occhi,verdi e marroni allo stesso tempo che scavavano i miei verdi smeraldo.
Mi sono avvicinata a lui
E dopo avergli lasciato un bacio sulla guancia mi sono poggiata sulla sua spalla.
lui mi ha stretto a se con le sue esili ma confortanti braccia.
E siamo rimasti in quella posizione,in silenzio, a guardare il cielo.
Lui non voleva una risposta,e neanche io la volevo.
Volevo solo attendere lì con lui la fine del mondo.
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Segui il suono//Thomas Bocchimpani
FanfictionThomas:No no! Tutti mi odiano! Anche tu! Disse con un tono rabbioso ma pronto a scoppiare a piangere da un momento all'altro Lo abbracciai Io:io non ti odio Gli sussurrai all'orecchio Lui cadde a terra scoppiando in un pianto isterico. Mi poggiai s...