Risorgeremo

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Non doveva arrivare
Ma il tempo è troppo importante per soffermarsi sui momenti delle persone.
Il giorno poco atteso era arrivato con un'alba mozzafiato che io e thomas ammiravamo dalla terrazza.
Lui dietro di me che mi avvolgeva ed io che vivevo di quel momento.
Non era niente di che,ma era l'ultima volta che avremmo potuto fare quel niente di che.
E questo già cambiava tutto.
Il volo era alle undici.
E ogni ora ce la godevamo esattamente perché era l'ultima.
I miei pensieri erano continuamente tormentati dal cosa succederà,come succederà e quando finirà.
Ora che mi sentivo finalmente parte di qualcosa,qualcosa di più grande di me,più grande di noi sono costretta ad uscire da quel cerchio di felicità.
Thomas:cosa farai una volta arrivata a Londra?
Io:non so,andrò un po' in giro,a vedere il big bang,il Tamigi...
Thomas:e pensi che troverai un altro posto come questo a Londra?
Io:un posto come questo non lo troverei da nessuna parte.
E neanche uno come te lo troverei da nessuna parte.
Thomas:dicono che gli inglesi sono molto affascinanti...
Io:ma gli italiani lo sono di più
Thomas:non abbiamo neanche visto l'ultimo tramonto insieme...
Io:ma stiamo vedendo un'ultima alba insieme,un nuovo giorno sorgere.
Pensavo,forse un giorno risorgeremo anche noi.
Io:ora però dobbiamo proprio andare a casa.
Passeggiamo per il centro con l'alba da sfondo ai nostri esili corpi che si legavano con le mani intrecciate,incatenate l'una all'altra che non volevano staccarsi.
La nostra energia era in circolo in tutto il corpo e lucente si trasferiva in quello dell'altro per donargli forza e coraggio.

Mamma:mi raccomando,non fare cazzate perché io non ci sono,torna presto la sera perché dicono che le metropolitane di notte non sono sicure,e soprattutto stammi bene,e studia!
Conclude il discorso con un abbraccio e mi lascia uscire dalla porta con tutte le mie valige ed è un po' come se mi staccassi per sempre dalle sue braccia,dal suo cordone ombelicale pronta a vivere la mia vita da sola senza che lei mi protegga.
Sono in pullman con Thomas da circa un'ora e forse,penso,dovremmo usare questi ultimi momenti per parlare ma stare insieme in silenzio era quello che ci veniva meglio.
In aeroporto cominciò il vero inferno.
Una volta consegnati i bagagli da mettere nella stiva eravamo lì,in mezzo a tante persone che tornavano,partivano,riabbracciavano i loro cari o li salutavano per sempre.
Io:è arrivato il momento...
Gli scende una lacrima sul viso che prontamente gli asciugo.
Thomas:non mi importa dove andremo,cosa faremo,chi saremo,chi incontreremo,tu rimarrai per sempre con me.
Non importa se cambierai,se ti fidanzerai,se ti sposerai,per me non cambierà niente.
Eri destinata a rimanere con me per sempre dal momento in cui mi hai impedito di buttarmi giù da quel cornicione.
Eri destinata a rimanere con me per sempre sin da quando nonostante ti trattavo male continuavi,anche involontariamente ad aiutarmi.
Quando cercavi di migliorarmi anche se per te non ero niente.
E piano piano poi ti accorgevi che miglioravi anche tu.
La nostra storia era sin da quei momenti destinata a non finire.
E non mi importa se ci saranno migliaia di chilometri a dividerci.
Non mi importa se ci sarà una vita a dividerci.
Spazio e tempo sono sopravvalutati per noi che ne abbiamo superate di peggio.
Non ho ancora finito di scrivere la canzone ma ti prometto che un giorno in un modo o nell'altro la ascolterai.
Io:ne sono sicura
Esclamo cominciando a singhiozzare.
Io:non so come finirà,se finirà ma ti prometto che un giorno ci rivedremo.
Non so come sarà,quando sarà ma farò il conto alla rovescia a partire da adesso.
Se si potesse tornare indietro nel tempo,e non dico di un'anno fa ma ai tempi delle medie,ti permetterei ancora di prendermi in giro e di farmi stare male perché se questo significa doverti salvare la vita ancora un'altra volta e conoscerti allora ne è valsa la pena.
Sei stato il mio primo amore,il mio primo bacio e mentre tutti erano impegnati a fare le solite cose che si fanno a fine adolescenza io vivevo tutto per la prima volta,con te.
Non so spiegarti che cosa è stato ma è vero,più cercavo di migliorarti e più miglioravo me.
Non credo molto nel destino,ma se affidarmi a lui vorrà dire che un giorno ci rivedremo allora gli do la mia più completa fiducia.
Thomas:sai quando mi hai detto per la prima volta che saresti dovuta partire per due anni?
ero convinto che il mio egoismo di non voler che tu partissi fosse giustificato.
Io:lo era
Thomas:ma ho capito una cosa:io ti amo,e proprio perché ti amo non ti impedirò niente nella vita in modo che tu possa non far star male la mia.
In amore bisogna anche perdere qualche volta.
Ho capito che posso amarti e lasciarti andare allo stesso tempo.
Perciò,Meg,io ti amo
E ti lascio andare...
Io:anch'io ti amo
Dico ormai in lacrime
Non ce lo eravamo mai detti e quale momento migliore di questo per dirselo.
Era qualcosa a cui tutti e due esitavamo per paura che ci avrebbe spaventati a vicenda ma non sapevamo che avrebbe chiuso solo delle ferite;ma questa volta per sempre.
Le mie labbra e le sue si toccarono per un'ultima volta intrecciandosi in un amore cui entrambi ci aggrappavamo come naufraghi.
E poi qualche minuto dopo io ero in fila al check in e lui che dietro le sbarre mi osservava volare via.

Thomas era un ragazzo tutt'altro che normale,ma era quello a renderlo così compatibile con Meg.
Meg era un uragano di pensieri,emozioni e sentimenti repressi che aveva bisogno di buttare da qualche parte e liberarsene per sempre.
Al contrario Thomas aveva buttato un po' tutto,rapporti,anni e quasi la sua vita.
Meg era un enigma,il suo enigma,che continuava a tenerlo impegnato senza nessuna speranza di riuscire a risolverlo.
Forse,era stata proprio lei a tenerlo in vita così a lungo.

Prima di avanzare verso il check-in,thomas mi richiama un ultima volta.
Thomas:mi hai salvato la vita una volta,non esitare ancora.
E poco dopo c'era un Gate che ci separava.

Thomas alla stazione dei pullman poco fuori dall'aeroporto pensava a quanto sarebbe stata dura la sua nuova vita senza di lei,e una lacrima involontariamente gli rigò il viso.
Aveva capito che quell'amore si era un po' concluso nel momento in cui lei ne parlava al passato.

Io ero seduta davanti ad una grande vetrata dove si vedevano benissimo gli aerei decollare e scomparire tra quelle nuvole grigiastre.
Ci sono tante cose che non gli ho detto,ma tante altre che gli racconterò.
Quando eravamo lì,in quella città e non capivamo se fosse la mia partenza o la città stessa ad opprimerci,continuavo a pensare a come si sarebbe sentito lui da solo in quel posto.
E una parola mi veniva subito in mente:abbandonato.
Abbandonato perché molti degli amici che aveva non erano veri amici,abbandonato perché io sarei stata solo un ricordo,abbandonato perché una madre come la sua di certo non lo avrebbe consolato una volta rientrato a casa dall'aeroporto.
Pensai che agli amici non potevo rimediare,nemmeno per quanto riguarda la mia situazione purtroppo non potevo rimediare,ma per quanto riguardava sua madre invece si.
Così chiamai i servizi sociali e mentre sul treno attendevo nervosamente che thomas esprimesse un suo parere a riguardo,ignaro del fatto che dietro a tutto questo ci fossi io,coprivo quell'ansia con un sorriso che un po' si nascondeva dentro il cappuccio della felpa
Adesso so che ho fatto la cosa giusta.
Avrà dei genitori che lo tratteranno bene nonostante non siano realmente i suoi e avrà quel fratello di cui forse ha sempre avuto la necessità.
Una volta decollato l'aereo tutto quello che vedevo dalla terrazza diventava ancora più piccolo,piccolo come lo avrei sempre voluto vedere ma qualcuno sarebbe sempre apparso un po' più grande del resto.
Infondo,guardando fuori da quel finestrino,sapevo che come il sole di stamattina era risorto in un nuovo giorno anche noi,un giorno,saremmo risorti.

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Non preoccupatevi.
Non è ancora la fine.
Manca un capitolo...

Segui il suono//Thomas Bocchimpani Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora