Attentato alla scuola superiore san Paolo;10 bombe nelle macchinette uccidono 290 studenti.
Isis? Resta ancora un punto di domanda.E all'improvviso tutto diventa veloce,un'esplosione dal fondo del corridoio percorre l'atrio come un'onda sulla spiaggia.
Vedo i ragazzi presenti sul suo cammino saltare in aria come tante palle da basket lanciate in ogni direzione,prima di girarmi e correre verso l'uscita che ora è l'unica possibilità di salvezza.
chiudo gli occhi e poi non sento più niente.
Non sento più i miei piedi che corrono ansiosamente sul pavimento e quando li riapro mi ritrovo qualche metro più in là.
La fronte sanguina e le mani sono nere.
Mi alzo stordita e la visione che mi si presenta davanti è una di quelle che non vorresti mai vedere in tutta la tua vita:centinaia di corpi sono distesi immobili sul pavimento,forse senza vita o forse svenuti.
Mi alzo correndo verso di loro mentre qualche lacrima mi solca il viso.
Io:Daniel daniel!
Dico scuotendo il corpo del ragazzo disteso tra le macerie
Io:dai daniel dai! Svegliati! Svegliati cazzo!
Nessuna risposta
Vado più avanti scuotendo tutti i corpi che mi ritrovo davanti ma nessuno di loro mi risponde.
E poi più mi avvicino al punto dove è scoppiata più sento odore di fumo,e una volta girato l'angolo vedo che un grosso incendio si sta propagandando.
Io:dai svegliati!svegliati!
Dico scuotendo violentemente il corpo di un ragazzo a me sconosciuto.
Quando sto per rinunciarci questo emette un verso e lì scoppio a piangere nel vedere che ce n'è ancora uno vivo.
Lo sollevo mettendomelo sulle spalle e correndo verso l'uscita prima che l'incendio provochi un'altra esplosione.
E mentre esco da quella porta vedo centinaia di ambulanze,camion dei pompieri e macchine della polizia parcheggiate nel cortile qui davanti e subito due uomini in tuta arancione ci raggiungono dividendoci.
Mentre il paramedico mi porta in braccio fino all'ambulanza sento che sto per svenire.
Vedo tutto un po' sfuocato,i miei compagni di classe che si sono salvati tutti attendono terrorizzati l'arrivo dei loro genitori sul marciapiede mentre molti di quei ragazzi là dentro non li rivedranno mai più.
Non potranno mai più litigare con loro perché non gli danno i soldi o perché non li fanno uscire.
Non gli potranno mai più dire ciao o ti voglio bene perché sono tutti morti.
E poi cosa ne sarà di loro?
Verranno onorati con una stracazzo di manifestazione e finiranno sulle prime pagine di tutti i giornali e poi?
Ve lo dico io poi
Poi nessuno se ne ricorderà più,gli studenti nuovi si iscriveranno a quella scuola e prenderanno il posto di quelli vecchi,il loro banco,dove scarabocchiavano disegnini e scrivevano frasi di vita che neanche loro capivano.
E queste cose succederanno ancora e ancora e ancora e nessuno le fermerà.
Ma è questo quello che vogliamo?Mi hanno caricata sull'ambulanza ed estratto i pezzi di vetro che sono finiti dentro la testa e le mani.
Mi hanno curato la ferita e fasciato la caviglia che si è slogata.
Ma non gli ho permesso di mettermi su quella barella,e portarmi in ospedale quando ci sono ragazzi più feriti di me che ne hanno davvero bisogno.
E mentre sto seduta sul retro dell'ambulanza a dondolare i piedi mentre mi faccio coraggio vedo da lontano thomas che guarda tutto ciò che ha davanti a se con un volto sconcertato misto a terrore.
Rimane lì bloccato a pensare chissà cosa,forse che sono morta o forse che sono ancora viva.
Poi gira leggermente lo sguardo verso le ambulanze e subito mi vede,ed io vedo lui.
Comincia a correre nella mia direzione ed io nonostante i dolori gli corro in contro.
E poi mi butto tra le sue braccia piangendo silenziosamente mentre lui mi stringe forte.
Anche lui sta piangendo e una volta sciolto l'abbraccio mi guarda bene in faccia,come per analizzare che stessi bene,che fosse tutto apposto...non lo era,ma poteva diventarlo.
Mi guarda attentamente negli occhi accarezzandomi i capelli e cercando di calmarsi dallo spavento appena preso.
E poi non sono servite tante parole,nessun metodo,nessuna para che le nostre labbra si sono unite in un bacio.
Mi sembrava un po' inopportuno,soprattutto in quel contesto ma oggi stavo per morire e se fosse successo non avrei mai potuto fare questo.
Non c'era momento migliore per farlo se non nel momento peggiore.
Ed era proprio in quel momento che mi sentivo viva,non viva perché ero appena scampata ad un incendio ma veramente viva,nel senso più bello della parola.
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Segui il suono//Thomas Bocchimpani
FanfictionThomas:No no! Tutti mi odiano! Anche tu! Disse con un tono rabbioso ma pronto a scoppiare a piangere da un momento all'altro Lo abbracciai Io:io non ti odio Gli sussurrai all'orecchio Lui cadde a terra scoppiando in un pianto isterico. Mi poggiai s...