Angel si sveglia per il rumore di alcuni colpi su una superficie di legno, mentre si gira e rigira in quell'enorme letto, intrappolata tra le morbide lenzuola nere. Volta il viso verso la porta, senza aprire gli occhi e, aguzzando l'udito, per assicurarsi che quei suoni non facciano parte di un sogno, sente nuovamente bussare, così, dopo uno sbadiglio, decide di domandare un assonnato "chi è?".
-Sono Thor.-.
La voce del biondo arriva chiara e forte, forse perché, senza aspettare l'invito, lui apre già la porta, avanzando lentamente verso la giovane.
-Angel, mi dispiace svegliarti, ma devi alzarti.- intima, poi, suonando vagamente colpevole.
Lei sbatte le palpebre alcune volte, prima di riuscire a mettere a fuoco l'imponente figura davanti a sé, rimanendo per qualche secondo di troppo a guardarlo nel suo solito aspetto dannatamente perfetto, anche alle prime ore del mattino. La sua mente, infatti, si chiede se sia più opportuno odiarlo, per questo, o ringraziare di avercelo davanti.
Acquistando lucidità e abbandonando sempre di più lo stordimento dovuto al risveglio, si porta il lenzuolo sul viso, vergognandosi di averlo accolto in quello stato sicuramente pietoso, con il trucco del giorno prima ancora sul volto e i capelli completamente per i fatti loro.
-Perché?-.
Lui alza un sopracciglio, non comprendendo il motivo del suo coprirsi, ma, dati i tempi stretti, decide di passare alla cosa più importante:-Mio padre ha chiesto di poter parlare con te, di nuovo.-.
La ragazza scatta seduta, accartocciando con i piedi il lenzuolo, per liberarsi, poi salta giù dal letto, in un movimento quasi felino, barcollando per il giramento di testa e, mentre con le dita cerca di sistemarsi alla bene e meglio i capelli, domanda:-Quanto tempo ho?-.
-Diciamo quindici minuti.-.
-Che cosa?- chiede lei, in un tono un po' troppo acuto, voltandosi, nella sua corsa verso il bagno.
-Tra quindici minuti passerà la truccatrice di mia madre, che ti porterà anche un nuovo vestito.-.
Angel urla un "ok", chiudendosi la porta alle spalle e iniziando a spogliarsi, ignorando volontariamente lo specchio. Abbandona i suoi indumenti a terra, si infila nella vasca e, con foga, aziona il getto d'acqua, trattenendo il fiato e tendendo i muscoli, per prepararsi all'acqua che gelida che, infatti, le strappa un lamento, ma, come si dice "il tempo è denaro".
Certo che poteva anche svegliarmi un po' prima, pensa, però, mentre cerca di abituarsi al freddo, lasciando poi da parte questa protesta appena la temperatura diventa sopportabile.
In circa dieci minuti esce, avvolgendosi in un'asciugamano nera e, avvicinandosi al lavandino, nota, per la prima volta, di fianco ad esso, uno spazzolino, molto lavorato e ancora chiuso in una scatolina trasparente. La apre e, alzando gli occhi al cielo nel rendersi conto che si tratta di vetro e non plastica, afferra quell'oggettino pretenzioso, con tutti i suoi arzigogoli dorati, per poi cercare qualcosa di simile ad un dentifricio. Spostando lo sguardo poco sotto lo specchio, nota una sorta di distributore di vetro opaco, anch'esso finemente decorato con fili d'oro e con qualcosa di denso dentro. Sicura che non si tratti di sapone, dato che quello si trova in una bellissima vaschetta al lato del lavandino e sotto forma di saponetta, intuisce che si tratti di ciò che cerca; posizionando lo spazzolino sotto l'oggetto, esso inizia ad erogare qualcosa di colore blu, prima ancora che lei possa pensare al modo per farlo funzionare.
Lo avvicina al naso, per evitare brutte sorprese, ma, riconoscendo un odore simile alla menta, inizia a lavarsi i denti.
Il sapore è terribilmente forte per i suoi standard e, in pochi secondi, inizia a lacrimare.
-Angel, hai finito?-.
A quel richiamo lontano, ma decisamente chiaro, lei scatta, sciacquandosi velocemente la bocca, lasciando tutto com'è e correndo verso la porta.
Poi, ricordandosi di avere addosso solo un'asciugamano, apre un piccolo spiraglio e si affaccia con il viso.
Prima che possa chiedere qualsiasi cosa, vede il dio biondo sorridere nervoso, mentre le porge un abito color rosa antico e quella che sembrerebbe proprio biancheria intima.
-Fatico ad immaginare qualcosa di più imbarazzante. Perché hanno mandato te?- borbotta lei, imbarazzata e afferrando il tutto prima che lui possa controbattere qualcosa.
Chiudendosi l'uscio alle spalle, si sfila il telo scuro, appoggiandolo sul lavandino e, in pochi secondi, si veste, facendosi scivolare addosso quell'indumento liscio e morbido, meravigliata dal fatto che la regina abbia azzeccato perfettamente le sue taglie.
Solamente ora si ferma davanti allo specchio, per osservarsi con quel vestito; la stoffa, piuttosto semplice e senza nessun tipo di fantasia particolare, è davvero leggera, più di quella del giorno precedente, e il tutto è legato dietro al collo, con decorazioni argentee. Si sente quasi una donna in quell'abito aderente e lungo fino ai piedi, che la fa sembrare pesino più alta, anche se, a dirla tutta, non è esattamente a suo agio: non è abituata ad indossare cose così eleganti, preziose e sofisticate.
Evitando di guardarsi in viso e spostando i capelli bagnati indietro per non rischiare di rovinare il vestito, esce dalla stanza, trovando Thor seduto sul letto, che sfoggia uno dei suoi bellissimi sorrisi, appena la vede.
-Tra quanti secondi credi che Loki farà capolino dalla finestra?.- ironizza lei.
-Lui è uscito presto questa mattina.-.
-E dov'è andato?- cerca di informarsi la midgardiana, sentendo una strana sensazione nel petto.
No, Angel, l'hai chiesto solo per curiosità, cerca di ripetersi nella mente, mordendosi il labbro inferiore.
-Immagino a cavallo. È un altro dei suoi tanti passatempi.-.
Prima che lei possa chiedere qualcosa in più, qualcuno bussa alla porta e, pochi secondi dopo l'invito del dio del tuono ad entrare, entrambi rimangono sorpresi, appena l'uscio si spalanca, nel trovarsi davanti una guardia e non la truccatrice.
-Principe Thor, è richiesto dai suoi cavalieri al campo di addestramento. È importante.-.
-Proprio ora?-.
-Sì, altezza. Attendono.-.
La guardia si inchina, per poi voltarsi e, nel tentativo di chiudere la porta, una donna non molto alta gli passa sotto il braccio teso, lamentandosi canticchiando di dover entrare.
Lei è molto diversa da tutti quelli che la terrestre ha visto su quel pianeta finora, non ne condivide il fisico statuario, ne il viso perfetto; infatti, sul suo sono chiaramente visibili le rughe dell'età, nonostante il tentativo di coprirle col trucco.
La signora dalla carnagione ambrata e i lineamenti morbidi osserva a sua volta Angel dalla testa ai piedi, percorrendola con i suoi piccoli e tondi occhi verdi, illuminati da un ombretto dello stesso colore. Poi, dirigendosi verso il letto, per appoggiarci sopra una valigetta dorata, sfoggia un andamento allegro e giocoso, che alla midgardiana ricorda tanto quello di un qualche folletto delle fiabe. Una somiglianza che viene accentuata anche dalle gote rosee e paffute della donna e le sue labbra sottili, rese rosse dal rossetto, che ora si tendono in un sorriso.
-Angel, ti lascio nelle abili mani di Lady Vril.- attira l'attenzione il dio del tuono, chiudendosi la porta alle spalle, prima ancora che la ragazza riesca anche solo a salutarlo.
-Bambina, non preoccuparti. Non hai motivo di temere.- esclama la donna, sollevando il viso della giovane, dopo aver notato la sua espressione turbata.
-Non avrò molto lavoro da fare, il tuo viso è delizioso e, inoltre, è inaccettabile un trucco pesante al mattino.- cinguetta poi, prendendo le mani dell'altra e facendola sedere di fianco a dove, alcuni secondi prima, aveva appoggiato tutte le sue cose.
-Tesoro, non puoi lasciare i capelli così bagnati, ti verrà un malanno.- continua, iniziando a passarle un pennello sul viso:-Ma non preoccuparti, penso io a tutto.-.

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Salvation || Loki
Fanfiction~COMPLETATA~ (In revisione -> capitoli corretti: 12) Tutti conoscono Loki come il dio degli inganni, delle malefatte o, più ufficiosamente, lingua d'argento. Nomi utili a mettere in guardia da un uomo apparentemente senza cuore, con una mente subdo...