-Angel.-.
Appena Thor pronuncia il suo nome, la giovane viene colta da brividi lungo la schiena. Non vi è traccia di dolcezza o comprensione in quel richiamo, che, invece, risulta freddo, tagliente e contrariato o, forse, è così che lei lo percepisce.
Che le è preso? Perché ha detto a Loki una cosa simile? Sapeva benissimo che sarebbe stato un colpo basso.
-Mi dispiace.- sussurra lei, cercando di nascondere il viso tra i capelli.
Il biondo, rendendosi conto di aver parlato senza pensare, si pente immediatamente di aver usato quel tono: è scattato in difesa del moro, prendendosela con la giovane che, in fin dei conti, ha solo reagito d'impulso, ma senza dire nulla di diverso da ciò che il dio dell'inganno è abituato a sentire.
Infatti, ciò che ha completamente spiazzato l'erede al trono non è stata quella parola, ma la conseguente reazione del fratello, che, in passato, era sempre stato in grado di mostrarsi impassibile a quell'appellativo. Davanti ad Angel, invece, quella maschera impenetrabile incollata sul volto di Loki si è frantumata in mille pezzi, senza che lui potesse far nulla per evitarlo. La sua fragilità si è mostrata, dopo anni che si nascondeva persino a lui stesso. Nei suoi occhi di ghiaccio Thor ha rivisto la capacità di provare emozioni vere.
É questo ciò che si nasconde dietro quel muro, fatto di bugie ed ironia tagliente? È il bambino che conosceva, quello fedele e sensibile, che gli è parso di vedere, anche se solo per un attimo?
Conseguentemente a certi pensieri, il dio del tuono inizia a sentire una strana e scomoda sensazione di disagio farsi strada tra le sue membra. È Angel ad avere la capacità di spogliare le persone o è il moro che gliel'ha concesso?
E perché, ora, anche il biondo, ricordando la sua infanzia, percepisce un senso di colpa talmente forte da spezzargli il fiato, mentre rivede il suo fare arrogante e superficiale zittire il fratellino che, ogni volta, sorrideva per nascondere il dolore. Solo adesso, nello studiare lo sguardo cangiante del piccolo Loki riesce a capire cosa provava, quanto era forte la richiesta d'aiuto che urlava.
Vittima della sua stessa memoria, Thor si rende conto di qualcosa che, da qualche parte dentro di sé, ha sempre saputo: quel ghigno, espressione che tanto contraddistingue il dio degli inganni, è stato proprio lui a crearlo. Certo, non da solo, ma, al momento, anche dividere la responsabilità con suo padre non serve a farlo sentire meglio.
Odino.
-Angel, dobbiamo andare.- pronuncia il semi-dio, tornando alla realtà all'improvviso e afferrando il polso della giovane.
-Dove?- domanda lei, ancora impegnata a darsi addosso per l'errore commesso e ignara di tutto il viaggio che lui ha appena compiuto nella sua mente.
-Dobbiamo evitare che Loki arrivi a nostro padre.-.
-Non ti seguo.- confessa lei, ritrovandosi costretta a correre, per tenere il passo del principe.
Il dio del tuono si blocca, per poi voltarsi a guardarla e rivelarle, così, il timore che offusca la luce dei suoi zaffiri.
-Conosci la ragione per la quale mio fratello ha attaccato Midgard?-.
-Ecco...i notiziari dicevano che avrebbe voluto governarla.-.
-Sì, è quello che si racconta anche lui.-.
-Tu non credi sia per questo?-.
-Non più.- continua, serrando la mascella:-Loki, da qualche parte dentro di sé, sapeva che lo avrei fermato a New York. A lui non è mai importato di Midgard e lo stesso vale per il trono di Asgard. Me l'ha mostrato mille volte, ma io non riuscivo a guardare oltre le sue parole e, forse, nemmeno lui.-.
-Thor, dove vuoi arrivare?-.
-Lui è arrabbiato, crede di non essere parte di questa famiglia, di non aver mai avuto l'amore di Odino. Pensavo volesse farla pagare a noi, ma ora sono sicuro che, in realtà, ce l'ha con sé stesso.-.
La terrestre trattiene il fiato, iniziando a sperare che la supposizione del biondo sia completamente errata, mentre una morsa si stringe attorno al suo stomaco, facendole sentire l'impellente bisogno di vomitare.
-Non è riuscito a farsi uccidere da me e...magari vuole tentare con nostro padre.- continua il primogenito della corona, più rivolto a sé stesso che a lei.
I due si guardano, allarmati, ma con una scintilla nei loro occhi: forse, possono ancora evitare il peggio.
Iniziano a correre, con Thor che apre la strada, talmente immerso nei suoi pensieri da dimenticarsi della fatica che prova la giovane umana nel seguirlo.
Arrivati alla sala del trono, i loro corpi si paralizzano, congelati davanti a quella che, fino al loro precedente passaggio, era una delle entrate laterali. Ora, al suo posto, vi è soltanto un enorme squarcio, che ha investito anche parte delle colonne, deprivandole della loro forma sinuosa ed imponente e facendole somigliare, piuttosto, a rovine di un antico regno perduto.
Sul pavimento, invece, sono cosparsi brandelli di legno, intrisi di sangue scuro e fresco, che scorre indisturbato fino ai piedi dei nuovi arrivati. Qualche passo più avanti, poi, si trova la fonte di tale macabro fiume: una distesa di cadaveri riversa al suolo, unici resti delle malcapitate guardie a difesa del sovrano.
Angel, nel vedere l'orrore della morte per la prima volta, non riesce ad emettere un suono, mentre i suoi arti prendono a tremare, rendendole difficoltoso persino reggersi in piedi. Temendo di perdere il controllo, d'istinto si volta a cercare gli occhi dell'erede di Asgard che, adesso, puntano al centro della stanza.
Seguendo quello sguardo, trova Loki, in ginocchio, con il volto abbassato e le braccia bloccate lateralmente da corde luminose sospese nel vuoto, frutto della magia di re Tutto che, fiero e maestoso, si erge alle spalle del figlio adottivo.
Prima che la ragazza riesca a trovare la forza per aprir bocca, il sovrano, con un semplice movimento del suo scettro, blocca Thor alla colonna indenne più vicina, attirando poi nella mano libera Mijolnir, per evitare che il dio del tuono lo richiami a sé.
Subito, l'umana corre verso il principe di Asgard, per afferrare quell'accecante morsa magica stretta attorno al suo corpo e cercare di allentarla con tutta la sua forza; un gesto disperato, ovviamente, in quanto in cuor suo sa bene di non avere speranza contro certi poteri.
-Padre, sai che posso liberarmi.- ringhia allora il biondo, fissando suo padre, ma con l'intenzione di rassicurare la giovane rispetto alle sue possibilità.
-Ovviamente, ma ti richiederà tempo.- risponde il re, freddo.
A quelle parole, la midgardiana si gira a guardare l'anziano, con la rabbia negli occhi, mentre Odino, non curante, tramuta lo scettro in qualcosa di diverso che, per la troppa luce, lei non riesce subito a riconoscere.
Senza nessun preavviso e con una brutalità che non immaginava potesse possedere un uomo così anziano, l'oggetto si abbatte inesorabile sulla schiena del moro, lacerandone le vesti e costringendolo ad un grido strozzato, talmente straziante da colpire la midgardiana al petto come mille coltellate.
Il tentativo dell'umana di riprendere fiato, poi, si palesa in un urlo adirato e, insieme al nuovo ossigeno, anche quell'ira inizia a farsi strada nelle sue vene, bruciando tutto ciò che incontra e, senza rendersi conto della distanza, né tanto meno della luce accecante levatasi improvvisamente nell'ambiente, si lancia verso il principe rinnegato.
-Come puoi fargli questo?- incalza la ragazza, posizionata tra Odino e il figlio adottivo, puntando i suoi occhi fiammeggianti in quelli del primo.
-Te l'avevo detto. Non servivano i guaritori.-.
Quella frase, pronunciata dalla voce profonda e sensuale che tanto le è familiare, la porta a girarsi di scatto verso il dio degli inganni.
Lui è in piedi a guardarla, con il suo solito sorriso beffardo. Adesso, i suoi polsi sono liberi, sul corpo non vi è un solo graffio e quel bellissimo viso è rilassato, non più distorto dal dolore.
La giovane, confusa, torna con gli occhi sul re, ora immobile, lo scettro saldo nella mano destra.
Sempre più disorientata, cerca con ogni suo senso una conferma a ciò che ha appena vissuto, iniziando a temere che si sia trattato di un'allucinazione.
Nella stanza, infatti, tutto è perfetto e al proprio posto: le colonne, l'entrata e, per di più, nessun corpo è riverso a terra.
Posando lo sguardo sul biondo, poi, nota che non è più bloccato dalla magia, anche se i suoi muscoli sono in tensione e Mjiolnir nuovamente stretto tra le dita, come se fosse pronto ad attaccare.
Thor la fissa, contrariato, frastornato e preoccupato, ma rassicurandola, più o meno consciamente, di essere stato anche lui spettatore dei fatti appena accaduti.
-Perché hai fatto una cosa simile?- sibila Angel, ricollegando i tasselli e tornando, quindi, a Loki, dopo che questo ha mosso un passo verso di lei.
-Calmati, o rischi di farti male.- la invita lui, avvicinandosi ancora, senza mai interrompere il contatto visivo.
-Cosa vuoi dire?-.
-Continua a guardarmi, ma concentrati. Cerca di capire cosa provi.-.
A che gioco sta giocando?
Improvvisamente, mentre la rabbia si fa da parte e il respiro si regolarizza, nella sua mente iniziano a farsi strada sensazioni strane.
Come ho fatto ad arrivare qui? Thor è piuttosto lontano.
A quel quesito, uno strano macigno prende a montarle la schiena, insieme alla bruciante sensazione di avere delle ferite all'altezza delle scapole.
Si volta.
Succede tutto in una frazione di secondo: Angel sbarra gli occhi, il suo cuore si blocca, mentre un grido spaventato le muore in gola.
Quello che vede non può esistere.
-Che cosa mi hai fatto?- riesce ad urlare, gli occhi completamente vermigli puntati sul moro.
-Devi tranquillizzarti, stai perdendo il controllo. Non é opera mia. Questa sei tu.-. cerca di spiegarle lui, porgendole una mano.
-Non avvicinarti!-.
In un attimo, tutto diventa bianco.
Odino, vedendo il nascere di quel bagliore, riesce a farsi prontamente scudo con la magia, nonostante parte del pavimento sotto di lui ceda per la potenza dell'impatto. Loki, invece, troppo vicino alla fonte, viene scaraventato a metri di distanza e Thor, seppur più distante, è costretto ad indietreggiare e farsi scudo con la sua arma.
Subito, il moro si alza con una smorfia: sapeva che cosa sarebbe successo, eppure non ha nemmeno provato a difendersi. Completamente illeso, però, in un balzo torna al fianco della giovane, ora inerme, a terra, di nuovo nella sua normalità.
-Cosa diavolo significa? L'avete vista anche voi?- domanda il dio del tuono, incredulo, nella speranza che qualcuno gli dica che sta impazzendo.
-A quanto pare abbiamo risolto il mistero.-.
-Tu lo sapevi?-.
-Lo sospettavo, anche se sicuramente vederlo è stato tutt'altro che ordinario.-.
-Che cosa sarebbe? Perché sembra...insomma...-.
-Un angelo.- conclude Odino.
Loki nasconde un sorriso, per poi abbassarsi sulle ginocchia e prendere la giovane, priva di sensi, tra le braccia, sollevandola dal pavimento freddo, mentre il maggiore cerca le parole giuste per esplicare tutte le domande che si stanno accalcando nella sua testa.
-Ho notato delle parti mancanti nei libri sulle razze dell'universo e la cosa mi ha insospettito.- lo precede il moro, continuando il discorso precedente.
-Il sigillo magico che mio padre ha usato per eliminare quelle parti era molto potente.- risponde l'anziano, non comunque sorpreso dal fatto che il minore sia riuscito a superarlo.
-Non abbastanza.-.
-Cosa sei riuscito a leggere?-.
-Tutto quello che vi era scritto, ma erano solo frammenti e per giunta ogni libro contraddiceva quanto detto negli altri. Ho ancora molte domande.-.
-Certo, nessuno di quei testi poteva contenere la vera storia.-.
-Perché, padre?- si intromette Thor.
-Fu chiesto di non farne parola. La memoria della gente comune che aveva conosciuto quel popolo fu cancellata. Solo mio padre e pochi fedeli ricordavano la verità. Egli mi raccontò qualcosa quando ero ragazzo, prima di affidarmi i sigilli di tutti i testi segreti custoditi nei sotterranei. Allora non gli diedi troppo peso. Credevo fossero solo leggende e, per questo, non riuscivo a ricordare dove fosse ciò che cercavo. Mi ci sono voluti giorni e giorni per ritrovarlo.-.
-Strano che tu non l'abbia preceduto, fratello.- ironizza il biondo, dando una scherzosa gomitata al più piccolo, nel tentativo di alleggerire un po' la tensione.
-Non per mancanza di abilità, Thor. Semplicemente perché ho passato io stesso quasi tutto il mio tempo nell'archivio segreto.- replica il re.
Il dio dell'inganno alza un sopracciglio, fissando il re in una smorfia divertita.
Era forse una sorta di complimento?
-Sarebbe opportuno svegliarla. Anche lei deve conoscere la verità.-.
-Lo farò una volta arrivati.-.
Padre Tutto si limita ad un cenno del capo, aprendo la strada ai suoi figli e dirigendosi verso il maestoso trono, per poi aggirarlo e ritrovarsi davanti ad un enorme porta dorata.
Le guardie poste ai lati di essa, appena il gruppo si avvicina, stringono tra le mani le loro lance, guardando prima il dio delle malefatte e poi il sovrano, alla ricerca di un comando che, infatti, arriva loro con un lieve movimento della mano di quest'ultimo, che li invita ad abbassare la guardia.
Il re spalanca la porta, iniziando, poi, a scendere la scalinata in pietra levigata che porta al freddo corridoio nel quale egli conserva i suoi tesori, che spesso rappresentano alcune delle armi o fonti di energia più potenti dell'universo.
Il primo che salta agli occhi di Loki è lo Scrigno degli Antichi Inverni, fonte di energia del suo popolo di origine, che proprio lui, principe legittimo di quel regno, aveva quasi sterminato.
A quella vista, un groppo in gola costringe il dio degli inganni a distogliere lo sguardo, anche se non certo per senso di colpa. Non gli importa di quei mostri: esseri malvagi che non hanno fatto altro se non minacciare i Regni di lanciare un'altra e definitiva era glaciale.
Il fatto è che non vede lo scrigno da quel giorno orribile e, ora, gli sembra di provare di nuovo sulla sua pelle ogni sensazione vissuta in quegli attimi, quasi come se due anni non fossero passati. Si rivede lì, a prendere tra le mani quell'oggetto che Odino aveva sempre impedito a lui e Thor di toccare, in quanto pericolosa arma dei giganti di ghiaccio. Invece, quella volta, disobbedendo a quell'ordine, aveva visto la sua pelle diventare blu, un centimetro alla volta, mentre dentro di lui cresceva la terribile consapevolezza di essere uno di quei mostri che suo padre, fin da piccolo, gli aveva insegnato a disprezzare.
Poi, senza dargli neanche la possibilità di prendere fiato, comparvero la paura, l'orrore, l'ira, la disperazione. Non riusciva a fare nulla, se non vedere sé stesso sprofondare nell'oblio, mentre davanti ai suoi occhi si ripresentavano le scene della sua vita. In quel momento tutto iniziò ad avere senso. Aveva la risposta ad ogni sua domanda.
Era quello il motivo per cui, per tutta la vita, non era stato altro che un'ombra.
Ricorda le parole di Odino, le sue giustificazioni, ma nel cuore di quel principe rinnegato non vi era più desiderio di essere accettato; solo risentimento, rabbia. Per anni aveva cercato di rendere fiero quell'uomo, con ben pochi risultati, e solo allora gli era stata chiara la verità: lui non era nulla per suo padre, se non merce di scambio da usare per mantenere la tregua con i giganti di ghiaccio.
Nel vedere con la coda dell'occhio il bagliore provocato dalla magia di Padre Tutto, il dio degli inganni si volta velocemente, rendendosi conto solo ora di essersi perso nei meandri della sua mente. Con falsa nonchalance, allora, si affretta a raggiungere gli altri due, osservando la parete dietro la Fiamma Eterna, uno dei cimeli più importanti e potenti di Asgard, sparire, mostrando una stanza dalle pareti scure, scaffali e mobilio in legno massiccio.
Loki è entrato varie volte lì, sin da quando era ragazzo, di nascosto, s'intende, ma sa che, dopo le prime volte, Odino si è accorto della cosa, anche se, nonostante questo, non si è mai preoccupato di modificare l'incantesimo per entrarvi.
Thor, invece, si guarda intorno spaesato, viaggiando tra libri impolverati e sigilli magici per lui impossibili da comprendere. È la prima volta che fa ingresso in quel luogo e deve ammettere che il tutto lo immaginava più grande: vi sono solo dieci scansie, tutte con libri enormi, bloccati da strane catene. Poi, su appositi tavolini su misura, sono invece poste alcune teche di vetro, con all'interno testi dalle pagine logore e ingiallite e, nella parete più lontana dall'entrata, degli scrigni, molti di essi piuttosto antichi.
-L'ho aperto tempo fa, vi erano solo alcune vecchie pergamene con rituali superati.- incalza Loki, osservando Odino avvicinarsi ad uno di questi ultimi.
Il sovrano non risponde, si limita a toccare l'oggetto con il suo scettro e osservarlo, mentre, da solo, si apre, mostrando esattamente quello che il moro aveva predetto.
Con lo stesso strumento, poi, solleva la parte del baule contenente quegli antichi manufatti, palesando un doppio fondo e con esso, un buco abbastanza profondo nel pavimento.
Il dio delle malefatte sorride, ammettendo che, effettivamente, non aveva nemmeno pensato ad un trucco così elementare e semplice.
Il dio del tuono osserva tutto con la curiosità di un bambino, senza nemmeno rendersi conto di essere ormai al fianco del padre che, con estrema cautela, da quello scavo su misura solleva, con la magia, un enorme libro dalla copertina in legno, chiuso da quelli che, a prima vista, sembrano rami attorcigliati e con l'incisione di alcune rune antiche, come titolo.
-Che cos'è, padre?-.
-Questo è stato il primo manuale delle specie viventi, una raccolta di tutte le informazioni allora esistenti. Fu Bor, mio padre, a supervisionarne la stesura.-.
Detto ciò, Padre Tutto muove velocemente le dita, trasformando lo scrigno in un robusto leggio e posizionando il manufatto sulla sua sommità. Poi, poggia l'indice in una piccola scanalatura al centro del libro, nell'esatto punto in cui sembrano incontrarsi le chiusure. Subito, i rami iniziano a muoversi e, come nutriti dal sangue di Odino, si riesce chiaramente ad osservare il legno mentre viene, mano a mano, attraversato da una sorta di venatura rossa, fino a far ritirare tutti i suoi pezzi dentro il sigillo stesso, permettendo al manuale di essere schiuso.
-Solo il sangue del Padre degli dei può aprirlo, chiunque altro non potrebbe leggervi il contenuto.- comunica l'anziano, quietando le domande dei figli.
Loki, con un sospiro, si appoggia con un ginocchio a terra e, con delicatezza, sfiora la guancia della ragazza tra le sue braccia, nel tentativo di svegliarla, anche se controvoglia, consapevole che la verità non sarà piacevole per lei e che, soprattutto, toccherà a lui, poi, sopportarla.
-Ragazzina, svegliati.- sussurra, dandole dei leggeri colpetti sul viso.
Angel fa una smorfia, aprendo piano le palpebre, fino a trovarsi a fissare l'oceano meraviglioso che colora lo sguardo del principe dannato, sorridendo appena nel sentirsi, per qualche ragione, al sicuro.
Di colpo, però, una consapevolezza si fa spazio nella sua mente, come un fulmine a ciel sereno: quelle ali.
-Stavo sognando? Ditemi di sì, vi prego.- li scongiura, scattando seduta, già col respiro corto.
-Stai calma, Angel. Agitarsi non ti aiuterà, siamo qui per capire qual è la verità sulla tua natura.- si intromette Thor.
Nonostante quelle parole, in realtà l'erede al trono si sente sopraffatto dall'angoscia per tutto ciò che la terrestre è costretta a sopportare e non riesce a non chiedersi cosa stia provando, quanto forte sia il suo dolore, la sua paura.
-Calma? Mi sono spuntate delle ali!- sbotta lei, alzandosi in piedi e barcollando, a causa del tremore alle gambe.
-Delle ali, ragazzina. Non ti sei trasformata in un orribile mostro, vedi di darti una regolata.- la riprende il moro.
-E quale dovrebbe essere la differenza? Io ero una ragazza normale fino...-.
-Non lo sei mai stata. Non importa quello che credevi tu, la verità è questa e, francamente, non mi sembra così terribile da accettare. So poco a riguardo, ma erano creature celesti quelle con cui condividi la tua natura, belle e rispettate. Quindi respira e lascia le crisi di nervi per qualcosa che davvero le richieda, va bene?- sputa Loki, spazientito.
Angel apre la bocca, arrabbiata, pronta a rispondere per le rime e rinfacciargli il fatto di mettere in mezzo sé stesso ogni volta possibile, ma, prima di riuscire a dire qualsiasi cosa, torna a guardarlo negli occhi, notando, così, un certo velo di tristezza.
Lui non sta cercando di rimproverarla, ma solo di motivarla ad andare avanti, a combattere, come non ha fatto lui, forse anche a causa di quel padre che, anche adesso, gli mostra le spalle, senza dare importanza alla bugia con la quale l'ha cresciuto.
Nel deviare lo sguardo, per il peso di quella consapevolezza, la sua attenzione viene rapita dagli zaffiri di Thor, fissi sul fratello e, studiandolo meglio, in quell'espressione riesce a leggervi senso di colpa, sofferenza.
Possibile che Loki, così intelligente e astuto, non abbia mai portato gli occhi oltre le spalle di Odino, per capire che quel semi-dio, elogiato ed acclamato, avrebbe rinnegato tutto pur di riavere il fratello al suo fianco?
-Quindi, che cosa sono?- domanda, infine, la giovane, ormai stanca, rivolgendosi all'anziano.
-Non posso risponderti con certezza, ma i tuoi occhi, il tuo rapimento misterioso, la tua tenacia e...la tua vicinanza a Loki, mi hanno fatto sorgere dei dubbi che, poco fa, hai decisamente confermato.- inizia il sovrano, lanciando una veloce occhiata al dio degli inganni:-É la prima volta che consulto questa parte del libro.-.
-Padre, com'è possibile che lei sia qui, se questo testo è antico come dici? Insomma, le rune sulla copertina non sono più in uso da tempo immemore.-.
-Figlio mio, sospetto che presto riusciremo ad avere delle risposte e, con un po' di fatica, anche a collegare queste informazioni alle parole di mio padre che, altrimenti, risulterebbero solo fonte di ulteriori quesiti. Per quanto riguarda la lingua, sì, abbiamo abbandonato questo sistema di scrittura prima della mia nascita, ma, fortunatamente, mio padre insistette perché io lo studiassi.- dichiara il re, per poi abbassare gli occhi sulla pagina:-Se siete pronti, procedo con la lettura del manoscritto.-.
Angel, a quelle parole, inizia a sentire il bisogno di vomitare, la testa le diventa pesante e la paura si trasforma in fastidiosi brividi lungo la schiena, ma, anche rifiutandosi di ascoltare quelle parole, ciò che è diventata non sparirebbe nel nulla.
Il modo migliore per difendersi è conoscere quella storia, comprendere se e come può essere collegata a quello che le è successo.
Per questo, sospirando profondamente e con voce appena percettibile, pronuncia:-Sono pronta.-.

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Salvation || Loki
Fanfic~COMPLETATA~ (In revisione -> capitoli corretti: 12) Tutti conoscono Loki come il dio degli inganni, delle malefatte o, più ufficiosamente, lingua d'argento. Nomi utili a mettere in guardia da un uomo apparentemente senza cuore, con una mente subdo...