~COMPLETATA~
(In revisione -> capitoli corretti: 12)
Tutti conoscono Loki come il dio degli inganni, delle malefatte o, più ufficiosamente, lingua d'argento. Nomi utili a mettere in guardia da un uomo apparentemente senza cuore, con una mente subdo...
Loki è nella sua stanza, steso sul letto, con un braccio a coprire gli occhi chiusi, come se questo gesto possa in qualche modo tagliare fuori tutti i pensieri che, invece, non vogliono dargli pace. Non spera di addormentarsi, sa bene che non ci riuscirebbe e, in ogni caso, ultimamente non fa altro che incubi. Per la prima volta, in tanto tempo, si ritrova privo di una qualsiasi strategia, idea, o via d'uscita e nemmeno riesce dare una motivazione ai suoi stessi comportamenti, come, ad esempio, le ultime parole pronunciate. Quel momento con Angel è stato strano, naturale e lui non ricordava nemmeno più che sapore avesse questa sensazione, tanto è abituato ad avere sempre tutto sotto il suo rigido controllo. "Nessuno è immune a certi tipi di sentimenti, nemmeno tu". Le parole di Sif ora sovrastano tutte le altre voci nella sua mente, gravando su una sensazione di angoscia già ai limiti della sua sopportazione. E se fosse vero?, si chiede lui. È inutile continuare a mentire a sé stessi, nascondersi. Sono anni che fugge, per non dover più provare l'abbandono, la delusione, il dolore. Però, la verità, che lui ha sempre saputo e volutamente ignorato, è che l'amore, come il peggiore dei veleni, non può essere sputato una volta che lo si è assaggiato. È il più crudele degli ingannatori, perché conosce le debolezze e i punti deboli di ognuno, sa trasformarsi nel desiderio più grande, attraendo anche la volontà più forte. Mente, in modo spudorato, convincendo tutti che lui sia la bontà, la giustizia, la serenità, ma Loki ha capito da molto tempo che si tratta solo di una bugia, accettata da molti, per non dover ammettere di aver dedicato la propria vita a qualcosa che ha portato solo dolore. Nonostante questo, gli sforzi, le energie sprecate ad allontanarlo, a tentare di pulire il sangue da quell'infezione mortale, ora capisce di non esserci mai riuscito. Lo ha nascosto, mascherato, convincendosi di non averlo mai voluto, mai provato, ma è evidente a chiunque che non sia così, adesso, persino a lui. Infatti, il dio dell'inganno ha amato tanto, forse più di altri, e a nulla ha giovato trasformare questo sentimento in odio, perché, in fin dei conti, quest'ultimo è banalmente suo figlio, seppur nessuno sia in grado di accettarlo. Dopo secoli passati a lottare, a rimandare questi pensieri, ora, si rende conto di non aver più voglia di farlo; è stanco e, probabilmente, la causa di tutto è quella dannata ragazzina. Non che questo ammettere la verità a sé stesso possa cambiare qualcosa, perché lui non ha intenzione di farlo e, anche se lo volesse, non è più un bambino, inconsapevole e con l'entusiasmo di scoprire la vita come un dono meraviglioso. Loki è cresciuto come un assassino, un ingannatore, un sadico e come può, questo, convivere con l'amore? Non può e non lo farà, si risponde il semi-dio, alzandosi dal letto e uscendo in fretta dalla camera.
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Angel apre gli occhi alle prime luci dell'alba, dopo tutta la notte trascorsa a rigirarsi nel letto. Ha dormito poco e niente e la testa le fa male da morire, ma, su questo, era già stata preparata da Regan. Non sono di certo i postumi, comunque, ad averle impedito di riposare, bensì quella frase che ha udito nel dormiveglia, pronunciata da Loki. "Perché io non ti toccherò più, ragazzina. Non fino a che non sarai tu a desiderarlo." Si è chiesta per molte ore se fosse solo frutto di un sogno, ma scommetterebbe qualsiasi cosa sul contrario. Ha sentito il suo tocco, il brivido, quello che solo lui sa provocarle. Non sa cosa pensare, quell'uomo non fa altro che confonderla e, ora, il suo cuore sembra fare le capriole, impazzito, gridandole allegramente che tutto quello per cui la sera precedente aveva sofferto così tanto, in realtà, fosse solo un tentativo del moro di difenderla. La testa, ovviamente contraria, le ricorda, invece, che dovrebbe smetterla di sognare la storia d'amore da commedia romantica e restare con i piedi ben piantati a terra, dato che su di lei grava il destino dell'universo. Ecco, adesso le viene da vomitare. Grazie cervello. Fortunatamente, due colpi alla porta la salvano, facendola scattare a sedere e sottraendola ai suoi pensieri. -Chi è?-. Senza degnarla di una risposta, la maniglia si abbassa, per permettere a Sif, con uno strano oggetto color nero lucido ripiegato sull'avambraccio sinistro, di fare il suo ingresso, richiudendo l'uscio alle spalle. -Sei già sveglia, bene. Preparati.- le ordina perentoria la donna, avvicinandosi e lanciandole sul letto ciò che trasportava, rivelandolo come una sorta di porta abiti, piuttosto pesante, a giudicare dal rumore sordo che provoca cadendo sul materasso. -Per cosa? E quello cos'è?- domanda la giovane, confusa. -La tua prima tenuta da allenamento.-. -Allenamento?-. -Cosa pensavi? Di salvare l'universo con il tuo bell'aspetto?-. -E secondo te potrei farlo imparando a combattere in...quanto tempo, esattamente?-. -Nessuno lo sa. Per questo non c'è tempo da perdere. Questa mattina ti insegnerò qualche base di combattimento e oggi pomeriggio ti aspetta la regina per tutto ciò che concerne la magia, il controllare e mantenere le tue risorse. Se non superi la forma umana, tutto sarebbe inutile.-. -Grazie per la fiducia.- ironizza Angel, iniziando a sentire l'ansia stringerle un cappio intorno al collo. -Bevi questa e preparati. Ti aspetto fuori, per non più di dieci minuti.- le comunica l'altra, ignorando le sue parole e porgendole una piccola boccetta di vetro. -Che cos'è?-. -Un siero per gli incoscienti che cercano consolazione nell'alcol. Bevi e zitta.- la sgrida la donna, per poi uscire e chiudersi la porta alle spalle. Qualcuno si è svegliato più storto di me, questa mattina, borbotta la ragazza nella sua mente, mentre solleva il tappo trasparente e obbedisce agli ordini. Fortunatamente, nonostante il colore verde non promettesse troppo bene, il liquido non ha alcun sapore e, appoggiando il contenitore sul comodino, la terrestre si alza, con ancora qualche insicurezza nei movimenti, per poi afferrare quel "regalo" sul suo letto e avviarsi in bagno.