17. And now?

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Angel fissa i suoi occhi, oceani in tempesta, e, in essi, riesce a vedere anche i propri: vuoti e completamente color cremisi.
Stava per uccidere un uomo e l'avrebbe fatto, se lui non l'avesse fermata.
A tale consapevolezza, la testa inizia a girarle e l'aria diventa rarefatta, costringendola a respiri più frequenti, per cercare l'apporto d'ossigeno necessario a reggerla in piedi.
Vorrebbe gridare, piangere, prendere quel coltello e conficcarselo nel petto, ma non lo fa, rimane immobile, immersa in quello sguardo magnetico, che sembra l'unica sua salvezza, per non cedere al panico.
Non capisce cosa le sia preso, perché quella rabbia sia riuscita ad accecarla fino a trasformarla in un'altra persona, qualcuno che lei non conosce e non vuole essere: un'assassina.
Più ci pensa, più non riesce ad immaginare cosa possa significare togliere la vita ad un uomo, quanto questo possa pesare sulla coscienza o, addirittura, quanto possa rendere diversi; peggiori, probabilmente.
Di riflesso, l'immagine di Loki che taglia la gola a quell'asgardiano le si impone nella mente, sconvolgendola, per la facilità con la quale ha compiuto quell'esecuzione.
È la prima volta che si rende conto di cosa significhi la parola "assassino" e, inevitabilmente, sa che lui lo è.
Ha massacrato anche gli altri prigionieri allo stesso modo? E quegli umani innocenti, durante la strage di New York?
In fondo, c'è un motivo se tutti sostengono che sia stato battezzato dal male, per una natura che non ha scelto, è vero, ma che si è costretto ad assecondare, fino a non rendersi più conto di cosa vuole, o cosa può realmente essere.
Lei, però, nonostante sia confusa e terribilmente turbata, sa che non è tutto così semplice e che c'è dell'altro, perché non esiste solo bianco o nero.
In quello sguardo cangiante, nemmeno adesso riesce a vedere un omicida, ma solo una persona consumata dai sensi di colpa, che soffre e si nasconde, mostrandosi crudele, per non dover subire le angherie altrui.
Quindi, se è vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, non è di Loki che si dovrebbe preoccupare: il suo sguardo sembra quello di un angelo.
E quello di lei, invece? Dell'esatto opposto: un demone. Ma perché? Perché quegli impulsi incontrollabili, che non ha mai avuto?
Forse, sta solo impazzendo, magari tutto il discorso appena fatto non ha nemmeno senso, ma è arrabbiata, furiosa per tutto quello che sta passando e, una delle cause, era anche quell'asgardiano che ora è solo un cadavere. Magari, è normale che l'istinto l'abbia portata a volerlo uccidere, ma non può essere certa del fatto che non si sarebbe fermata.
-Angel.-.
Il suo nome, pronunciato con quella voce calda e soave, la riporta alla realtà, provocandole un brivido, quasi fosse una carezza, che parte dal dorso del suo collo fino a scendere lungo la schiena.
-Mi dispiace.-.
È l'unica cosa che la ragazza riesce a dire, ancora frastornata.
-Non devi dispiacerti.-.
-No, Loki, devo eccome.- sbotta lei, senza mai lasciare i suoi occhi, che ora vacillano.
-Non è colpa tua.-.
-Per l'appunto. Allontanati da lui, Angel Rose Clark.-.
La voce di Odino fa sussultare la giovane, che si volta verso il corridoio alle sue spalle, trovando il re, nella sua solita tenuta elegante e fiera, con le guardie che poco prima erano chiuse in una cella più indietro.
Il moro, invece, non si scompone e, già consapevole della presenza di Padre Tutto, si limita ad indirizzare la sua attenzione verso di lui.
-Guardati. Tu rappresenti il destino dell'universo e lui ti sta portando a firmare la nostra condanna a morte.- continua quest'ultimo, con rabbia.
Lei si morde il labbro inferiore: era certa che, prima o poi, qualcuno le avrebbe detto quelle parole.
Solo che lei non avrebbe voluto sentirle e, ora, che non sono soltanto un orrendo dubbio da scacciare via, paiono persino più dolorose, soprattutto, perché pronunciate da un padre.
-Come può parlargli così? Lui è suo figlio.- si accende Angel, alla luce dei suoi pensieri, arrabbiata e delusa.
-Lo pensavo tale, ma prima che cercasse di uccidere suo fratello e spodestare me, oltre a macchiarsi di azioni orribili.-.
-E io sarei il bugiardo?- ride nervosamente il moro:-Io non sono mai stato tuo figlio. Nei tuoi occhi vi era solo Thor e non ti sei mai preoccupato di spiegarmi il motivo. Se ti dispiaceva così tanto avere un mostro sotto il tuo tetto avresti potuto lasciarmi morire su Jotunheim.-.
La giovane si volta verso Loki. Quelle parole, dette tutte d'un fiato, come fossero un cerotto da strappare velocemente per sentire meno male, non avrebbe mai pensato di sentirle da lui, non in quel modo poco trattenuto, almeno, così estraneo al semi-dio, che di solito si vede bene dal tradire insicurezza o dolore.
Anche Odino ha un cedimento: minimo, quasi impercettibile, ma la giovane ibrida, tornando a guardarlo, è quasi sicura di averlo notato nei suoi occhi, nella sua espressione.
-Vi ho trattati come era più giusto.- risponde, poi, il sovrano, tornando impassibile.
-Mentendo? Per poi dare a me l'appellativo di ingannatore?- ringhia Loki, senza nascondersi dietro la sua tanto cara ironia.
Angel perde un battito, sentendo le lacrime bagnarle appena le ciglia.
Le sembra quasi di percepire su di sé la sofferenza dietro quelle parole, come un macigno nel petto.
-Io l'ho fatto per difendervi.-.
-Da me, padre?- conclude il moro, marcando, con particolare disprezzo, l'ultima parola.
La ragazza continua a fissare il suo principe dannato, non curante della goccia solitaria che le sta scorrendo lungo il viso.
È questo ciò che si porta dietro, allora: voleva solo rendere fiero suo padre.
-Perché piangi?- domanda Loki, voltandosi e cogliendo la giovane in quello stato.
-Visto che non lo fai tu, lo faccio io.- risponde lei, osservando il viso di lui tornare neutro.
-Smettila di fare la...-.
Prima che il semi-dio possa finire la frase, lei gli si avvicina, afferrandogli la casacca e attirandolo alle sue labbra.
Lui asseconda il tentativo, prendendo, però, il controllo della situazione e dando il suo ritmo a quel bacio, cosa che gli permette di lasciare andare tutta la sua frustrazione.
Nonostante ciò, lei non subisce affatto, perché, ad essere sinceri, era proprio quello il suo scopo: appena si è resa conto di avergli fatto fare un passo indietro con la sua lacrima, ha pensato che baciarlo fosse il modo migliore per evitare di perdere il contatto con lui. Infatti, Loki fatica a gestire le emozioni; le intellettualizza o le sfoga attraverso un canale più fisico.
-Speravo fosse semplice attrazione, ma ero in errore. La storia insegna.-.
Il moro si allontana da Angel, mantenendo gli occhi bassi, per poi incrociare lo sguardo di lei, solo un secondo, prima di rivolgersi a Padre Tutto.
-Giusto. E io nella storia sarei sempre l'antagonista crudele, confermi?-.
-Non tentare questi trucchi con me. Ti conosco bene.-.
-No, non mi conosci affatto.-.
-Hai già avuto ciò che ti aspettavi da lei. Se vuoi dimostrarti migliore, lasciala andare.-.
-Credi di sapere tutto, Padre degli dei, ma non fai altro che commettere errori.- risponde il semi-dio, tradendo tristezza, mentre si volta, per prendere la mano della ragazza.
-Andiamo.- la invita, poi.
Prima che lei possa dare voce alla sua espressione confusa, il re richiama l'attenzione del figlio rinnegato:-Vi concedo la giornata, ma da domani in poi, sarò io a decidere cosa sia meglio per lei. Verrà presentata a tutti coloro che contano. Devono sapere per chi combatteranno.-.
Lei ha quasi un mancamento; anche se non è certa se sia per l'ostilità verso Loki o per il fatto di dover essere lanciata in mezzo a sconosciuti, per convincerli di essere una sorta di angelo con il compito di sconfiggere il male.
Non era meglio quando i suoi unici problemi erano il dover scegliere se frequentare il college dei suoi sogni, per coltivare il sogno di fare la ballerina o rendere orgoglioso suo nonno e frequentare l'università più prestigiosa degli Stati Uniti, che da tempo bramava la sua fastidiosissima intelligenza?
-I Nove Regni stanno impazzendo. Ormai, non ho più soldati da inviare per sedare le rivolte. È chiaro che manca poco alla resa dei conti. E lei dovrà essere addestrata in ogni tipo di arte. Una volta presentata, penseremo a tutto.- continua il reggente, quasi leggendo i dubbi della terrestre sul suo viso.
-Ora, andate.- ordina il re:-La midgardiana Hope Coals incontrerà, tra poco, alcuni miei fidati uomini. Rimarrà come ha richiesto. Ci aiuterà negli scambi con Midgard, dato il suo ruolo.-.
-Ci andrà di mezzo anche il mio pianeta?- domanda la ragazza ibrida, l'ansia ad attanagliarle lo stomaco.
-Temo che sarà teatro principale dello scontro.- risponde Padre Tutto, facendo chiaro riferimento all'inferno, o Hel, che dir si voglia.

Salvation || LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora