Non era successo niente tra di loro in quella vasca. Nemmeno un bacio.
Erano stanchi e alla ricerca di qualcosa che li consolasse, rassicurasse, riempisse. Il piacere fisico sarebbe stato solo una distrazione, per quanto bella e appagante, ma loro non volevano pensare ad altro. Anche senza rendersene conto, desideravano provare fino in fondo ogni singola sfumatura di quelle emozioni che si stavano portando dentro. Semplicemente, però, non erano ancora in grado di farci i conti da soli e, come bambini, necessitavano di qualcuno che li capisse, facesse coraggio, tenesse la mano. Cercavano un affetto innocente, vero, in una situazione in cui il confine tra verità e menzogna non era più distinguibile alla loro vista offuscata dal dolore.
Angel, in pochi minuti, si era addormentata. Quell'abbraccio così intimo, che mai avrebbe pensato di riuscire a mantenere senza sentirsi totalmente a disagio, l'aveva fatta sentire protetta, sicura, permettendole di zittire ogni pensiero o dubbio.
Lui, invece, non era riuscito a fare lo stesso, a lasciare andare i suoi tormenti.
Per la prima volta nella sua vita, sentiva dentro di sé di non voler mentire, non a lei, ma, nonostante questo, aveva comunque deciso che, quando lei avesse preteso delle risposte, lui non le avrebbe detto la verità. Anche se, al pensiero di inventarsi qualcosa da rifilarle, la sua mente si era svuotata delle idee e il suo stomaco si era chiuso; cosa molto singolare dato che, normalmente, non sarebbe da lui avere così tanti ripensamenti per una bugia e, ironia della sorte, doveva proprio averne quando decideva di agire per una buona causa?
Dopo quasi un'ora di discussione, per cercare di mettere d'accordo tutti i suoi demoni interiori, Loki aveva perso la pazienza, già piuttosto fragile di suo, e aveva svegliato la ragazza, in modo non troppo delicato, per potersene andare. Coprendosi con un'asciugamano, mentre lei guardava altrove, imbarazzata, lui le aveva ordinato solo di fare in fretta ed andare a dormire, perché il giorno seguente l'avrebbe addestrata lui.
Ora, infatti, con il sole ancora basso nel cielo, il dio dell'inganno si trova in cortile, lo stesso che Sif ha utilizzato in quei giorni con la midgardiana, in attesa di quest'ultima.
In pochi minuti, la giovane si presenta davanti a lui, camminando velocemente e accompagnata da quella che, per ordine del re, non è più solo un'insegnante, ma anche la sua scorta.
La divisa della ragazza è simile alla precedente, eccezione fatta per il corpetto, ora rivestito con una corazza di metallo asgardiano, lo stesso che le ricopre anche le spalle, mentre la schiena è nuda, fino a poco più della sua metà, per permetterle una trasformazione più semplice.
Loki non può far altro che studiarla da capo a piedi e, nonostante avrebbe dovuto immaginarsela, dato che è stato lui stesso a mettere a punto gli indumenti quella notte, se possibile il risultato gli pare persino più apprezzabile delle migliori aspettative; in quelle vesti, Angel sembra una vera guerriera, fiera e inarrestabile.
-Assisterai anche tu?- domanda il moro, diretto all'asgardiana, seppur senza staccare gli occhi di dosso all'altra che, ormai a disagio, abbassa i suoi.
-Così potrò ucciderti appena farai un passo falso.- risponde la donna dagli occhi chiari, facendo sorridere l'uomo.
-Non hai tolto la fasciatura, vero?- interroga poi quest'ultimo, diretto alla più giovane.
-No, ma...non rischio di far aprire la ferita?-.
-Certo che no.- ribatte lui, quasi sia qualcosa di ovvio.
-Ora cambia forma.- ordina, poi.
-Ma...-.
-È l'unico modo per assicurarci che la causa della tua difficoltà fosse la malattia e, francamente, mi auguro proprio sia così.- la precede lui, dando voce ai suoi timori.
Angel non sa la verità sulla sua situazione, benché sia quasi certa che non si trattasse di un tumore, ma, tra le teorie passate al setaccio quella stessa notte, non è riuscita a trovare una soluzione soddisfacente e, per questo, è arrivata alla conclusione che, forse, le hanno mentito solo in parte. Probabilmente il male che l'affliggeva era semplicemente originario di un altro mondo, qualcosa trasmesso da quelle bestie che l'hanno rapita e, anche se gli asgardiani non si ammalano, magari possono comunque contagiare, come una sorta di portatori sani o, chissà, potrebbe darsi che l'unico essere che Loki non ha ucciso non fosse un Æsir o un Vanir.
Non ci può essere altra spiegazione in fondo: lei ha una cicatrice sul ventre e ha chiaramente visto i vestiti del moro sporchi del suo sangue, il giorno precedente. Non le hanno detto nulla per non farla preoccupare, perché non sapevano come il suo corpo umano avrebbe reagito o quali cure utilizzare e, anche adesso, evitano di raccontarle la verità per non aggiungere altri elementi all'incubo che ha vissuto e che ancora la tormenta.
Sì, deve essere così, cerca di convincersi lei, più per non dover indagare oltre e rischiare di scoprire qualcosa che, ora, non saprebbe come gestire, che perché ne sia davvero convinta. Qualcosa non le torna; ma è solo una sensazione.
La ragazza scuote la testa, come per scrollarsi di dosso tutti i dubbi e il peso che sente alla bocca dello stomaco, pensando che, adesso, la cosa più importante su cui concentrarsi è l'esistenza di una speranza e, nonostante non riesca a capire appieno come tutto questo possa collegarsi alla sua difficoltà nel mantenere la forma angelica, se il principe dannato lo sospetta, beh, in questo caso, deve esserci un fondamento.
Forte di queste considerazioni, la giovane si concentra, per ripetere la solita e dolorosissima prassi e, in pochi secondi, le sue bellissime ali piumate si liberano nell'aria, insieme ad un grido, mentre lei crolla su un ginocchio.
Ansimando, si solleva, con decisione, alzando il viso e puntando i suoi occhi color cremisi in quelli del moro.
Sente male, in ogni fibra di sé, ma cerca di non farci caso, di convincersi che passerà, che è soltanto questione di qualche minuto, il tempo che il suo corpo si abitui a quel cambiamento.
Poggia una mano sull'elsa della spada, ma, prima di riuscire a sguainarla, il semi-dio la ferma.
-Togli quell'impiccio. Sono qui per vederti usare la magia, non una banale arma.-.
Lei, con l'ansia a divorarle ogni organo vitale, slaccia il cinturone posto sul suo fianco, lasciandolo cadere il fodero a terra e, in un sospiro, si mette in posizione da combattimento.
-Credi davvero che anche solo uno dei tuoi nemici aspetterebbe in questo modo i tuoi comodi?- la rimprovera lui, colpendola con la sua magia, ma, inspiegabilmente, qualcosa va storto e, in meno di un secondo, il moro si ritrova con la schiena a terra.
Serra la mascella, per scaricare quell'impatto e, mentre si alza, un sorriso soddisfatto si accende sul suo viso, in quanto, l'unica spiegazione che riesce a trovare è che, questa volta, sia stato lui ad essere stato soggiogato; lei deve aver imparato a creare una sorta di scudo protettivo capace di respingere quel tipo di attacco.
-Sono colpito, devo ammettere che...-.
Le sue stesse parole vengono interrotte da ciò che vede una volta in piedi: anche Angel si sta sollevando da terra, tossendo la polvere del terreno ed è quasi sicuro che non sia per causa sua, in quanto quel colpo era volutamente quasi inoffensivo.
-Che cosa avete fatto?- domanda Sif, confusa e, ora, tra i due.
-Avete?- chiede la ragazza, ripulendosi:-Io non ho mosso un dito.-.
-Che cosa hai visto?- interroga Loki, diretto all'asgardiana.
-Tu hai attaccato, ma, prima che l'energia la raggiungesse, si è manifestata una luce molto potente, che mi ha accecata per alcuni momenti e, appena sono riuscita a vedere di nuovo, entrambi eravate a terra.-.
-Deve essere uno scudo, come immaginavo.-.
-No, io non ho usato la magia.-.
-È assurdo che una sua difesa ferisca anche lei.- aggiunge Sif.
-Non ci resta che riprovare. Non muoverti.-.
La più giovane fa per aprire bocca, ma, subito, lui posiziona una mano in direzione di Sif e una verso di lei, allontanando con la magia e poco garbatamente la prima, mentre sferra un secondo colpo all'altra. Di nuovo, però, i due avversari si ritrovano stesi al suolo.
-Non capisco.- commenta Loki, alzandosi ancora e incrociando gli occhi della donna appoggiata alla sua spada, ad alcuni metri di distanza.
-N-non mi era mai successo.- sussurra Angel, dolorante e con un filo di voce.
-Non avevi mai combattuto con la magia.- ribatte lui.
-Prova ad attaccare tu, ora. Devo comprendere come insegnarti a controllare questa forza.-.
Lei, in tutta risposta, crolla sulle ginocchia, iniziando a respirare in modo irregolare, serrando le palpebre e i denti, per sopportare il dolore allucinante che le sta invadendo il corpo, quasi fosse ripetutamente trafitto da lame, in ogni minimo millimetro.
-N-non resisto più.-.
Loki, incredulo, osserva la giovane, senza riuscire a muovere un muscolo, immobilizzato dalla profonda delusione verso sé stesso. Temeva che sarebbe successo, ma sperava veramente di aver trovato una soluzione. Come può l'universo essere così crudele con lei? Perché darle una natura che non può sopportare? A questo punto, in fondo, l'unica spiegazione è quella più semplice: la sua umanità non riesce a gestire quella forma.
Niente di più semplice e di più ingiusto, allo stesso tempo.
-Non doveva essere tutto risolto, Loki?- ringhia Sif, afferrando il braccio del principe e riportandolo alla realtà.
-Evidentemente non è così.- si libera lui.
-Devi resistere.- le ordina il moro, in piedi davanti alla midgardiana:-Alzati e combatti.-.
-Loki, non...-.
-Fatti da parte.- fulmina lui la guerriera, zittendola con un solo sguardo, deciso e irremovibile, oltre che terribilmente minaccioso.
-Vedi di essere certo di quello che fai.- pronuncia la donna, allontanandosi, ma senza mai togliere gli occhi di dosso ai due.
Angel barcolla, nel tentativo di sollevarsi, ma il dio degli inganni la afferra, offrendole un sostegno in quei movimenti che, ora, non sono così semplici come dovrebbero. Nel farlo, lei aggancia le iridi sfuggenti del semi-dio, mostrandosi vulnerabile, sofferente ed esattamente come lui avrebbe volentieri fatto a meno di scoprirla.
-Morirete tutti. Per colpa mia.- sussurra lei, mentre le lacrime già le bagnano le ciglia.
-Troveremo un modo, ma tu devi resistere.- mente lui, in modo convincente, non sapendo che altro fare per motivarla a non mollare.
La midgardiana prova a calmarsi, per non cedere al panico, comprendendo da sola che, così, davvero non sarebbe utile a nessuno. Inspira profondamente e, chiudendo le palpebre e portandosi le mani sul petto, prova a raccogliere tutte le energie rimastole, cercando, allo stesso tempo, di relegare in un angolino il dolore insopportabile che sta patendo.
-Colpisci, adesso.- la incita lui, vedendo la luce bianca che ora circonda le dita della giovane.
Lei apre gli occhi di scatto, mostrando uno sguardo di fuoco, deciso e determinato e, in un grido, libera quella debole magia, sferrando l'attacco.
Tutto si ripete; entrambi vengono scaraventati a terra e, lei, perde la sua forma, tornando umana tra atroci sofferenze, che la lasciano esausta, con appena le energie per voltarsi su un fianco e buttare fuori tutta quella fatica e malessere.
-Sangue, ancora.- pronuncia l'asgardiana, piegandosi sulle ginocchia per sollevare la testa della ragazza.
-Lo vedo.- risponde lui, infastidito.
-Portala nella sua stanza.- aggiunge poi, sparendo, senza permettere alla donna di obiettare in alcun modo.

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Salvation || Loki
Fanfiction~COMPLETATA~ (In revisione -> capitoli corretti: 12) Tutti conoscono Loki come il dio degli inganni, delle malefatte o, più ufficiosamente, lingua d'argento. Nomi utili a mettere in guardia da un uomo apparentemente senza cuore, con una mente subdo...