Capitolo 2

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Nessuno faceva rumore. Niente faceva rumore. Eravamo figure silenziose, che attraversavano il bosco con passi piccoli e cauti, lenti e leggeri.
La schiena di Dimitri era proprio di fronte a me, il suo mantello nero, che, a proposito, aveva recuperato chissà come, aderiva al suo corpo, come una coperta adagiata, che lo copriva dal freddo. E dai sensi di colpa.
Incrociai le braccia al petto, sia per stizza, sia per il freddo, ora che un po' della mia rabbia si era placata, il vento gelido aveva cominciato a penetrarmi nelle ossa, ricordandomi che eravamo a metà novembre e il tempo si stava preparando ad accogliere la neve candida. Niente a che vedere col mio vestito marrone di fango e rosso per le rose cucite sopra.
Dietro di me, James teneva il passo, dopo essersi ripreso dalla gomitata del cuginastro.
L'ultimo della fila era Mike, ancora troppo sconvolto per voler fare il capo della situazione, come suo solito. Aver rischiato la vita doveva avergli ricordato dove si trovasse, cioè in un luogo pieno di vampiri e pericoli.
Sentii il naso cominciare a diventare intorpidito, perció tirai su col naso.
Subito, mi si affiancó James, mentre delle braccia calde mi cingevano la vita e non solo: cominciarono a strofinarmi le braccia, per farmi caldo.
Era confortante sapere che qualcuno si occupava di te, come una madre, un padre. E non come un fidanzato.
Casa mi mancava. Mi mancava tutto del posto in cui ero vissuta fino a poche settimane prima. Compreso l'affetto dei miei familiari.
Dimitri continuava a camminare imperterrito per la sua strada e noi lo seguivamo come pecore al pascolo.
Cominciavo a chiedermi dove ci stesse portando.
Stavo per rivolgere la parola a Dimitri, ma mi morsi la lingua, prima di commettere quell'errore: avevo deciso che non gli avrei piú rivolto la parola. Perció, mi limitai ad alzare lo sguardo verso James, che abbassó il suo verso di me proprio in quel momento. Ci sorridemmo.

"Grazie." sussurrai.
La mia voce era cosí flebile, che temevo non mi avesse sentita.
Invece, mi aveva sentita eccome, perchè mi strinse ancora piú a sè e acceleró il passo, tenendosi piú vicino a Dimitri, che aveva aumentato la velocità.
Faceva cosí perchè mi aveva sentito ringraziare James? Se questo era il motivo della sua fretta, avrebbe dovuto farci l'abitudine.
Aggrottai la fronte, provando a dargli un pugno sulla schiena col pensiero, guardando intensamente il punto in cui si incontrano le scapole.
Improvvisamente, si bloccó. Ci fermammo anche James e io.
Stavo cominciando a pensare che il mio colpo mentale aveva funzionato, quando Dimitri si giró verso di noi, coi suoi occhi-bufera, ma non si soffermó nè su di me nè tantomeno su James. Stava guardando alle nostre spalle.
Mike?
Mi girai anch'io curiosa di sapere cos'avesse, che non andava.
Capii perchè la sua schiena si era irrigidita.

"Dov'è andato?" sibiló Dimitri.
Era scomparso nel nulla. Mike, che un attimo prima se ne stava appena dietro di noi, ora, non si vedeva da nessuna parte.
E se lo avessero attaccato i licantropi? Significava che erano vicini.
Da quanto tempo non ci stava seguendo?
Feci un passo indietro, preoccupata.
Il vento gelido.
Dimitri aveva detto che era un segnale per i visitatori del bosco per dire che si trovavano vicino ad un branco di lupi. O licantropi.
Feci un altro passo indietro, sbattendo contro il petto di...James?
Mi voltai a controllare.
No, Dimitri.
Tornai sui miei passi, staccandomi sia da Dimitri sia da James. Dei brividi mi percorrevano il corpo, sentivo i piedi pesanti e gli occhi scattanti, che controllavano ogni antro, ogni particolare del bosco. Ogni cosa che vedevo mi faceva sentire sempre piú in pericolo, sempre piú vulnerabile.
Avevo paura.
Guardai, con occhi imploranti, James.

"Torniamo indietro." sussurrai, con voce ancora piú bassa.
Le mie corde vocali sembravano non voler collaborare.
James si avvicinó a me, con aria triste, e fu in quel momento che tutti e tre sentimmo qualcosa. Il primo rumore del bosco dopo tanto.
Tre paia di occhi si fiondarono a fissare quel punto del bosco, quello da cui eravamo venuti, l'angolo piú buio.
Scappiamo.
Avrei voluto dirlo, urlarlo, sussurrarlo, non ne avevo idea, ma mi sentivo bloccata in quel posto, vicino a James, nel bel mezzo della foresta. Avrei voluto anche chiudere gli occhi, ma non ci fu verso di fare collaborare niente del mio corpo.
Le prime a spuntare furono le scarpe da ginnastica nere, poi comparvero i suoi jeans firmati ed infine la maglietta bianca pulita prima del suo viso stanco.
Stanco?!
Avrei...avrei...!
Mi morsi il labbro inferiore per evitare di urlare.
Mike, dov'eri finito?
Invece, James prese il mio posto. Avanzó, minaccioso, fino ad arrivare a pochi centimetri di distanza dall'umano.
Mike sembrava calmo, non c'era niente che non andava nell'avere un vampiro infuriato cosí vicino.

"Che sia l'ultima volta..." cominció, sibilando e puntandogli un dito contro il petto, "...che te ne vai a spasso cosí, facendoci prendere uno spavento tale da poterti attaccare senza accorgerci di chi stiamo attaccando. E, soprattutto,..." aumentó di poco il volume della voce, piegandosi su di lui.
Non gli fu permesso di riprendere a parlare, perchè Mike lo stupí, mostrandogli tutta la sua superbia, staccandosi, con una sberla, il suo dito dal petto e fronteggiandolo con lo sguardo.

"E, soprattutto,..." riprese Mike, al posto del vampiro, "toglimi le mani di dosso, succhiasangue.".
Mi misi una mano sulla fronte.
Un dolore lancinante mi colpí la testa, tanto che neanche il caldo delle mie mani riuscí ad alleviare quella sofferenza improvvisa.
Un'altra fitta.
Strinsi i denti.
Che avevo?
Pian piano, le immagini, di fronte a me, divennero offuscate, fino a quando non vidi e non sentii James che mi teneva ancora attaccata a sè, mentre stavamo ancora camminando, non sapevo dove, con Dimitri davanti e....
Mi girai indietro, presa dalla preoccupazione.
No, Mike era ancora lí, che teneva il passo, dietro di noi, con un'espressione...da Mike.
Un'altra ondata di mal testa di investí, provocandomi persino il mal di collo.
Mi premetti il palmo della mano sulla fronte, cercando un qualsiasi rimedio a quella sofferenza.
Strinsi gli occhi.
Nemmeno quello funzionó.
Sentii qualcuno chiamare Dimitri, ma persino le orecchie erano tappate.
Basta! Fatela finita!
Mi tappai le orecchie, ogni minimo rumore mi provocava una fitta.
Sentii i miei piedi fermarsi, qualcuno si stava avvicinando, sentivo i suoi passi, anche se leggeri. Quando riaprii gli occhi, c'era Dimitri che stava parlando, improvvisamente non sentivo piú nulla, mentre James mi guardava preoccupato e annuiva.

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