Attorno a me, c'era il silenzio. Non sentivo nemmeno Stacey, che mi aspettava fuori dalla porta. Forse, era andata via.
Mi rialzai, debole, facendo fatica persino a vedere la mia mano che si appoggiava alle pareti scure dei separatori. Mi ci volle qualche minuto per riprendere completamente il controllo delle gambe, senza che mi facessero cadere ad ogni passo. Quando riuscii a tornare quasi completamente lucida e forte, uscii da quel piccolo angolo e mi avvicinai ai lavandini, sperando di non cadere, nel frattempo. Ogni parte di me, era sottosopra, dallo stomaco, alla testa, alle gambe. Anche il punto in cui, poco prima, era nato il calore accogliente che mi aveva ridotta in quella condizione era scombussolato. Anzi, sembrava normale, come se il dolore che avevo sentito non fosse dovuto a qualcosa di fisico, ma a qualcosa di mentale.
Per mia fortuna, riuscii ad aggrapparmi saldamente alla ceramica dei lavandini, evitando brutte figure di fronte a Stacey, che si stava rimirando e ritoccando il viso, di fronte allo specchio. Quasi, non si accorse della mia presenza.
Aprii il rubinetto e mi lavai le mani accuratamente, strofinandole l'una contro l'altra, come per avere la conferma che ci fossero, che non mi ero inventata niente. Loro erano lí. Il calore, peró, non tornava.
Presi un po' di acqua nelle mani, fatte a coppa, e mi sciacquai la bocca, sporca e dal sapore acido. Era come se qualcosa, dentro di me, se ne fosse andato, ma, allo stesso tempo, era come se fossi tornata la me stessa di sempre, quella prima di James e della Cerimonia. Era tutto cosí complicato!"Che schifo!" si lamentó Stacey, accanto a me, dedicandomi, finalmente, il primo sguardo, da quando ero tornata nella sua traiettoria visiva.
Speravo non lo dicesse. Invece, aveva avuto la splendida idea di sottolineare ció che avevo appena fatto.
Le rivolsi uno sguardo ed un sorriso amari, consapevole di essere stata colta sul fatto. Eppure, nessuna di noi due avrebbe potuto cambiare niente. Stacey, allora, tornó a guardarsi con cura le ciglia, velate da un leggero strato di mascara, allo specchio.
"È disgustoso. Se avessi saputo che stavi veramente male, non ti avrei accompagnata qua. Secondo me, sei abbastanza intelligente e forte da farcela da sola. Certo, peró: se non avessi avuto una guida adatta, non avresti mai trovato il bagno. Dovresti ringraziarmi.".
Come se avessi programmato anche questo.
Tornai a sciacquarmi la bocca sporca, fino a quando non sentii la pelle accaldata per le sfregature. Mi guardai allo specchio e vidi che era rossa, nel punto in cui l'avevo pulita.
Già, come se l'avessi veramente programmato."C'è qualcosa che mi stai nascondendo, che ci stai nascondendo. Se n'è accorto anche Mike." continuó, sempre guardandosi allo specchio.
"Certo," aggiunsi, dopo qualche secondo, "il tuo cane.".
Mi morsi la lingua quando realizzai ció che avevo appena detto: avevo appena insultato Stacey a cuore aperto, le avevo appena detto ció che pensavo di lei e di Mike. Non riuscivo nemmeno ad alzare lo sguardo, per accertarmi che non si fosse arrabbiata.
Chiusi il rubinetto e, con le mani bagnate, mi affrettai all'uscita, ma venni bloccata da Stacey, che mi pose davanti un suo braccio. Tentai di superarlo passandoci accanto o sotto, ma Stacey riusciva a prevedere le mie mosse, perció rimasi bloccata lí. Fui costretta a guardarla negli occhi. Non avevo mai visto Stacey con quello sguardo rivolto a me, l'avevo visto riservato solo a poche persone, le sue concorrenti nell'essere le ragazze piú carine della scuola, ma non avevo mai visto Stacey cosí interessata a me, tanto da rivolgermi uno sguardo furioso.
Mi allontanai dal suo braccio, cauta. Avevo commesso un errore, perció, ora, dovevo anche cercare di riparare a quello. Ma come avrei potuto calmare Stacey, dopo che avevo appena insultato lei e il suo amato Mike? Era come riuscire a sfuggire alla rossa da sola: non impossibile, ma molto, molto difficile. Uno Scusa sarebbe bastato?
"M-Mi...mi dispiace." sussurrai, abbassando lo sguardo.
Sperai che mi credesse e dimenticasse tutto. Invece, conoscendola, sapevo che avevo solo rovinato la nostra possibile alleanza.
Alleanza? Ma quale alleanza? Lei è mia nemica, mi ha derisa per tutti questi anni senza mai chiedermi scusa."Prova a ripeterlo un'altra volta." mi fulminó con lo sguardo.
"Mike mi ha baciata." mi scappó, in un altro sussurro.
Mi tappai la bocca, incredula. Avevo appena rivelato un altro dettaglio pericoloso a Stacey sul suo Mike, sul suo fidanzato. Se prima, insultandolo, aveva avuto quella reazione, adesso, alla mia confessione, come avrebbe reagito?
Tentennai con gli occhi.
Non guardarla. Se la guardi, potrebbe fare qualcosa. Se non la guardi, potrebbe solamente pensare che te lo sei inventata. O è il contrario?
Non sapevo cosa fare. Cosa avrebbe significato il fatto che tenevo lo sguardo fisso sulle sue gambe coperte?
Riportai lo sguardo sul suo viso, prima sulle guance leggermente truccate, poi sulla bocca semi-aperta, sui capelli curati attentamente, infine sui suoi occhi. In un attimo, riuscii a dimenticare, quasi, il fatto che avevo appena sputato quello che avevo mangiato negli ultimi giorni: l'azzurro intenso dei suoi occhi mi entró dentro, mi scavó in profondità, arrivó fino ai polmoni, prendendo tutta l'aria che avevo dentro, fino a sentirmi quasi soffocare. Le palpebre riducevano i suoi occhi a fessure, il mascara delle ciglia della palpebra superiore toccava quello sulle ciglia della palpebra inferiore. Con i suoi respiri leggeri bruciava l'aria."Che cos'hai detto?" domandó, tra i denti, con una voce cosí calma da mettere inquietudine anche allo scagnozzo piú fermo e sicuro che c'era, dentro quella struttura di pietra.
Riuscii a deglutire un briciolo di saliva acida, mentre pensavo a cosa risponderle.
E, ora, che cosa faccio? Ripeto ció che ho detto? È fuori discussione! Faccio finta di non averla sentita? Sa che l'ho sentita.
Arretrai di un altro passo, sperando di sfuggire alla sua rabbia, che avevo causato solamente io. Tuttavia, cosí, non feci altro che provocarla ancora di piú. Mi afferró il braccio e mi tiró con forza verso di sè. Per poco, non caddi a terra.
"Ripeti quello che hai detto." mi ordinó, sibilando.
Mi tremava il labbro, sembrava che mi fossi dimenticata come si fa a parlare.
Un secondo di silenzio bastó, a Stacey, per ottenere le risposte che cercava. Mi liberó e si affrettó ad uscire dal bagno."La mia padrona sarà contenta di sapere che te la fai con altri uomini." aggiunse, quando fu sulla porta, con un sorriso subdolo sul volto.
Mi guardó un'ultima volta, poi uscí, lasciandomi sola, in quel posto a me ancora sconosciuto.
Non sapevo se considerare questa sua ultima frase in modo positivo o in modo negativo. Ma il problema piú grande era il fatto che non conoscevo la struttura abbastanza bene per poter andare dove volevo io.
E, ora, come faccio a trovare la mia camera?
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Regno ribelle
Vampire2° libro di "Uno di noi" 《Se me l'avessero raccontato, non ci avrei creduto. Eppure, era lí, davanti ai miei occhi. Si muoveva con decisione, sapeva ció le spettava e non si sarebbe fatta problemi a chiedere niente a nessuno. Ma, soprattutto, era vi...