Capitolo 75

1.1K 72 17
                                    

Avevo sentito male. Non c'era altra spiegazione. Forse, avevo solo immaginato le parole di Stacey, come se avessi cercato una risposta a quello che mi stava succedendo e, non trovandone altre, avevo pensato a quella soluzione. Probabilmente, sicuramente, avevo sentito male. Non avrei potuto sbagliarmi di piú.
Stacey chiuse gli occhi e cercó di contenersi, mentre i denti le si scoprivano. Mike mi guardava, sbalordito, ora, dal fondo del letto. Rivolsi lo sguardo a James di nuovo. La sua espressione sconvolta non era cambiata. Muoveva la bocca, come per dire qualcosa, una qualsiasi scusa accettabile, ma non ne aveva. Cosí come non ne avevo nemmeno io.
Avvertii una nuova fitta allo stomaco, dolorosa e lancinante. Appoggiai una mano sulla pancia, come se, cosí facendo, avrei potuto far smettere quel dolore. Se fossi stata davvero incinta, avrei sentito qualche movimento del bambino o qualche segnale, oltre alle fitte. Invece, sentivo solo dolore. Inoltre, a soli pochi giorni da quando James e io eravamo diventati una cosa unica, non avrei potuto avvertire niente del bambino, nemmeno un dolore. Quindi non potevo essere incinta.

"Non lo sono." sussurrai, piú a me che agli altri.
Ripetendomelo, forse, avrei convinto anche gli altri. E Stacey, solo leccandomi e stuzzicandomi la pelle, era riuscita a capire che una ragazza era incinta?
"Non lo sono." ripetei, ad alta voce, in modo che gli altri sentissero.
Il Capitano accentuó l'irritazione, nel suo sguardo. Sembrava mi intimasse di tacere. La rossa, che si trovava ancora tra le sue braccia, riprese forza e mi guardó, con le sopracciglia aggrottate.

"Cosa non sei?" domandó, sussurrando.
Sembrava davvero che non riuscisse a reggersi in piedi da sola.
Deglutii. Dire quella parola, una sola parola, era molto piú difficile che dirne cento. La rossa avrebbe davvero voluto sentirmi dire quella parola?

"Non sono...Stacey si sbaglia!" cercai di farla intendere con altre parole.
Stacey scoprí ancora di piú i denti, ma non mi guardó. Io arretrai appena, per evitare che Stacey mi mordesse.
La rossa si staccó dal Capitano, delicatamente, ma con decisione. Aveva ripreso le forze.

"Perchè dici questo?" mi chiese.

"Io...." non sapevo come spiegarle i miei dubbi.

"Dimostrami che non hai mai avuto alcun rapporto.".
Spalancai gli occhi, a sentire quelle parole, ma li riportai in fretta alla grandezza naturale: quella che mi stava chiedendo era una prova incontrastabile, ma che io non potevo darle.

"Non è quello. È che...." ...è da pochi giorni che io e James abbiamo avuto rapporti.
Avrei preferito baciare altre cento volte Mike, piuttosto che pronunciare quella frase. Mi vergognavo per ció che avevo fatto. Come avevo fatto ad essere cosí sprovveduta? Avrei dovuto prestare piú attenzione a quel vampiro: lui era ubriaco e io avevo sprecato la mia prima volta. Inoltre, avrei dovuto considerare di piú il rischio di rimanere incinta.
Mi diedi uno schiaffo mentalmente.

"Chi è il padre?" intervenne la rossa, forse per aiutarmi.
O, forse, per avere qualcun altro da incolpare, come avevano fatto con Reinold.

"Ho detto che non sono...non ho un bambino nella mia pancia!" esclamai, cercando di difendermi dalle accuse di quella ragazza.
Ad ogni parola, peró, sembravo incriminarmi sempre di piú.

"Allora, con chi hai avuto rapporti?" sospiró lei.
Abbassai lo sguardo. Era troppo imbarazzante da dire. Non avrei rivelato nulla su James, non davanti a tutti loro. Non sapevo che cosa avrebbe fatto la rossa a James, una volta scoperto che era venuto a letto con me.

"È importante?" chiesi, cercando di guadagnare tempo.

"Portate via quel vampiro. Capitano, prepara la pistola." ordinó, prima alle guardie che tenevano James, poi al Capitano.
Alzai la testa di scatto.

"No!" urlai.
Provai a scendere dal letto, per fermarmi, ma Mike mi teneva per le gambe, mi aveva bloccata.
"Mike! Mollami!" urlai, scalciando, nel tentativo di liberarmi dalla sua presa.
Le guardie aprirono la porta per uscire, portando con sè James.
"James!" urlai, disperata.

"Lilith!" urló lui, di rimando, provando a liberarsi a sua volta dalle mani dei due uomini.

"Lascialo andare!" mi rivolsi alla rossa.
Lei mi guardó, tranquilla.

"C'è qualche problema?" domandó.

"Lascialo andare!" le chiesi, ancora, scalciando piú forte.
Mike aveva una presa ferrea, quindi mi era difficile persino muovere le stesse gambe, oltre che liberarle.

"È un mio nemico. E mio prigioniero. È un mio diritto portarlo dove voglio.".
Le guardie avevano quasi superato completamente la soglia.

"È lui! Con lui! La persona che stavi cercando è lui! Ma non fargli del male!".
La rossa mi guardó, inerme. Le guardie erano appena uscite completamente, quando la rossa fece un gesto con la mano, in direzione delle guardie. Nonostante queste fossero di spalle, si fermarono. James stava ancora tentando di liberarsi.

"Bene, bene." disse, tra sè e sè la ragazza.
Fece un gesto con un dito, rivolta ancora alle guardie che tenevano James. Queste si voltarono e lo portarono di fronte alla rossa.
James fulminó con lo sguardo la ragazza. Lei si limitó a sorridere.
Il dito con cui aveva fatto il gesto si spostó velocemente verso il basso, come per spegnere la luce con un interruttore invisibile, ma la luce non si spense: le guardie fecero pressione su James, spingendolo verso il basso.
James cercó di opporre resistenza, intuendo quello che la rossa avrebbe voluto che facesse, ma le sue forze furono scarse, in confronto a quelle delle guardie, che lo fecero inginocchiare di fronte alla rossa.
Avrei voluto aiutare James, ma non sapevo come fare e non potevo farlo, perchè bloccata da Mike. E, piuttosto di non vederlo piú, preferivo vederlo in ginocchio di fronte a quella ragazza.
La rossa gli prese il mento tra le dita affusolate e ben curate, quindi gli fece alzare la testa, in modo che la guardasse negli occhi.
"E, cosí, è questo il tuo uomo." quasi sputó, come se quelle parole fossero veleno, nella sua bocca.
James tentó di liberarsi dalla stretta al mento della rossa, ma inutilmente.
"Lilith, sai che i vampiri rimangono con il loro aspetto giovanile per il resto della loro vita, se cosí si puó chiamare." strinse la stretta al mento, con piú rabbia.
"Ed è per questo che i bambini dei vampiri crescono in fretta: per permettere alla figura del vampiro di rimanere tale anche da piccoli." sibiló.
"Ma non ti preoccupare, mio caro James. Sarai un ottimo padre." sorrise.

Regno ribelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora