Capitolo 29

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Lo sguardo del capitano mi trafiggeva, sembrava che stesse aspettando il momento giusto per mettermi fuori combattimento completamente. Tutto, attorno a noi, creava uno sfondo cupo e misterioso, a partire dalle fauci bramanti dei licantropi attorno a me e James.
Mi spostai un po' piú verso questo, per evitare che l'ennesima goccia di saliva mi cadesse sui pantaloni. Era disgustoso, ma, piú di tutti, era spaventoso: pensare che, da un momento all'altro, tutti quei lupi avrebbero potuto attaccarci era un'idea tutt'altro che irrealizzabile.
Il capitano chiuse di nuovo gli occhi ed inspiró a fondo l'aria, alzando ed abbassando le spalle.
Infine, li riaprí.

"È lei." mormoró, facendo comparire un piccolo sorriso sul volto.
Nel mentre, il suo sguardo percorreva le mie spalle, le mie braccia, i miei fianchi, le mie gambe. Ogni pezzo di me venne esaminato dal suo sguardo indagatore.
Che cosa voleva dire è lei? A chi si stava riferendo? Non era forse sicuro che fossi io la ragazza inviata in sposa a Dimitri?
A proposito, Dimitri era vivo, ma di lui non c'era ancora nessuna traccia.
Sempre ammesso che Mike non abbia mentito.
Il suo tradimento gravava ancora sul mio cuore. Come aveva potuto abbandonarci? Come aveva potuto darci in pasto ai lupi?
Non è la stessa cosa che ho fatto io?
Mi sentivo terribilmente in colpa per aver abbandonato Dimitri di fronte alla minaccia dei licantropi. Ora, sapevo come si era sentito: atterrito, sconvolto e abbandonato.

"Avevate detto che non avreste fatto loro del male." sussurró Mike, con un tono di protesta, protendendosi oltre la spalla del capitano, per guardarlo in faccia, ma questo rialzó il braccio, impedendo a Mike di avanzare.

"Non si discutono gli ordini, non dovrebbe farlo nemmeno un novellino come te." rispose severo il capitano.
Un novellino come te?
Un lupo scuro come l'ebano fece un piccolo balzo in avanti, verso di noi, tentando di azzannarmi la caviglia da dietro, ma James si interpose fra noi e lo allontanó con un calcio.
Il cerchio si restrinse.
Avevo il cuore in gola, sentivo che stavo sudando freddo, mentre le zanne dei licantropi diventavano sempre piú vicine. Mi sentivo affogare.
"Piano, andateci piano. Avete sentito tutti gli ordini. Nemmeno voi dovete disobbedire a queste indicazioni o sapete benissimo cosa rischiate." il capitano parlava in modo calmo, ma severo: non avrebbe accettato disguidi.
Mi voltai verso di lui, lasciando James a coprirmi la spalle e io a lui, guardando dritto in faccia il capo del gruppo.
Nonostante fossero in gruppo, nonostante fossero in maggior numero, nonostante sapessi già quale sarebbe stato l'esito di quell'attacco a sorpresa, questo non significava che erano esentati dal compito di rispondere alle mie domande.

"Dov'è Dimitri?" chiesi, straordinariamente sicura di me.
In una situazione del genere, chiunque avrebbe tenuto la bocca chiusa o avrebbe urlato dalla paura, ma non io. Sentivo una forza innata scorrermi nelle vene, come se stessi parlando con un amico e non con il capo dei nemici.
Lui non è il capo, lui è un comandante. Lui deve rispettare gli ordini. Ció significa che qualcuno deve aver dato questi ordini.
E, probabilmente, Dimitri era proprio con quella persona.
Il capitano mi fulminó con lo sguardo, ma sulle sue labbra comparve un piccolo ghigno. I suoi denti bianchissimi comparivano, dalla fessura delle labbra. Non sembravano di un animale, quanto di un umano qualsiasi. In effetti, non mostrava il minimo segno di ferocia.
Cercai di non tremare, mentre sentivo che le spalle di James si stavano irrigidendo, mentre la cerchia di lupi si restringeva.
Avremmo dovuto sbrigarci, a scappare.
Stavolta, il capitano non sgridó i suoi compagni perchè avevano ristretto il cerchio, anzi il suo sorriso perverso divenne ancora piú accentuato, formando un solco profondo sulla sua fronte morbida.
Era la prima volta che vedevo una ruga, su di lui. Non era un adolescente, ma non era nemmeno adulto: aveva l'età sulla trentina, ma non mostrava alcun segno dei suoi anni. Quella ruga ne era l'unico simbolo.
I lupi si avvicinarono ancora di piú a noi, costringendo James e me ad alzarci in punta di piedi, schiacciati l'uno contro la schiena dell'altra. La situazione stava diventando critica.
"A-allora? Dov'è?" provai a domandare di nuovo, consapevole che un'altra mia parola avrebbe solamente gravato a quella situazione.
Ora, sentivo i respiri pesanti ed affannosi dei lupi sulle mie gambe, attraverso i pantaloni.
Ero stata una sprovveduta per aver parlato senza riflettere. Se non avessi parlato, i lupi non si sarebbero avvicinati cosí a noi.
Ormai, non c'era piú via d'uscita.
Nemmeno James respirava piú: stava trattenendo il respiro, in attesa del vero attacco.

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