Faceva freddo. Molto freddo. L'aria si era congelata, ogni parte di me tremava. Era terribilmente frustrante. Avevo amato cosí tanto Dimitri. Ora, sembrava che quell'amore non fosse mai esistito.
Appena uscii dalla stanza, la porta, dietro di me, si riaprí, per un secondo, poi venne richiusa.
Non volevo sapere perchè la porta si fisse riaperta. Mi bastava sapere che Dimitri fosse lí dentro. Rinchiuso. Senza sangue. Con solamente rocce ed un tavolo.
Tutto il resto era insignificante.
Mi portai le mani alle braccia, sfregandomele. Il vuoto che sentivo dentro mi distruggeva gli ultimi pezzi di cuore che mi erano rimasti. Troppo pochi per poter far battere ancora il mio cuore. Troppi per poterli contare.
Eppure, non mi sembrava che mi avesse detto chissà cosa. Mi aveva solo detto delle piccole verità. Nulla di sconvolgente.
Non lo amavo da un paio di giorni. Ma si puó davvero smettere di amare qualcuno?
La rossa mi venne affianco, tenendo il mio passo lento e scostante, troppo scossa per poter camminare normalmente.
L'avevo sempre saputo: ero una ragazza come un'altra, scelta per diventare una principessa, formalmente sua moglie.
Il braccio della ragazza mi passó dietro le spalle e si appoggió su queste. Non parló. Ogni passo era uno sforzo immenso."Mi dispiace." mi sussurrava la ragazza, ma non le davo ascolto.
Ormai, non piangevo piú: perchè avrei dovuto piangere per uno come lui? Dopotutto, non avevamo fatto granchè, insieme. Un bacio. Ma niente di piú. Non mi aveva mai confessato di amarmi, perchè non l'aveva mai fatto. Lui non diceva bugie. Su questo ero sicura.
La ragazza mi appoggió qualcosa di caldo e morbido sulle spalle.
Non mi girai per vedere cosa fosse, lo sapevo già."Levamelo." ordinai.
Sentivo gli occhi bruciare, l'unico segnale della mia sofferenza.
La ragazza non se lo fece ripetere due volte e tolse il mantello nero, di velluto, di Dimitri dalle mie spalle. Non avrei voluto piú avere a che fare con lui."So che, dicendotelo, probabilmente, mi insulterai, ma devo: te l'avevo detto." mormoró la rossa.
È vero, me l'avevi detto.
Una parte, dentro di me, cominció a pensare che, forse, non tutta la recita della rossa era stata una farsa: un fondo di verità c'era. Il solo difetto di quella messinscena era che la ragazza aveva l'obiettivo di mostrare solo i lati negativi dei vampiri.
Perchè, hanno lati positivi?
Lentamente, annuii con la testa alla frase della ragazza.
Aveva ragione. L'aveva sempre avuta.
"Sicura di stare bene? Sei un po' pallida." osservó.
In effetti, bene non era proprio la parola giusta che descriveva il mio stato d'animo.
Non risposi e guardai la pietra sotto di me. Come in un film, le pietre cominciarono a muoversi autonomamente, deformandosi e spostandosi. Sentivo mancarmi l'equilibrio, di fronte a quella vista.
Decisi di focalizzare lo sguardo sulle pareti del corridoio, per distrarmi. Anche quelle, peró, si muovevano confusamente, si deformavano e ritornavano al proprio posto.
Il peso della testa si fece sentire, d'improvviso, facendomi perdere completamente l'equilibrio e rendendomi le palpebre pesanti.
L'ultima cosa che vidi furono le pareti di pietra sovesciarsi su se stesse, poi il buio."Tu dici che stia bene?" urlava una voce stridula, insopportabile.
Chissà perchè, ma mi sembrava di averla già sentita, apparteneva, forse, ad una persona che non avevo mai sopportato."Certo che sí. Sarà stato per qualcosa che le ha detto il suo caro principe." ipotizzó un'altra voce, morbida e calda, ma, allo stesso tempo, tagliente.
"Secondo te, è coinvolta anche questa cosa?" chiese la prima voce.
Sentii un formicolio alla pancia, di fianco all'ombelico, che mi fece rinvenire appena.
Tentai di aprire gli occhi, ma erano troppo pesanti per farlo."Non sappiamo ancora di cosa si tratta. Peró, non posso escludere nemmeno quest'ipotesi, qualunque essa sia." rispose la voce morbida.
Attorno a me, c'era caldo ed un liquido denso mi avvolgeva.
Uno strano odore mi pizzicava le narici.
Riuscii a sollevare appena le palpebre, un'immagina confusa, prima di tornare a vedere il buio: una parete di roccia.
Sapevo di essere ancora dentro la residenza dei licantropi.
Intanto, le due voci continuavano a parlare, un po' piú sommessamente. Si stavano allontanando.
Aspettai di non sentire piú le due voci, scomparse dietro ad una porta che si chiuse rumorosamente, poi aprii gli occhi.
La luce era scarsa, proveniva, perlopiú, da una piccola lampada appoggiata su uno scaffale, attorno al contenitore di ceramica dove mi trovavo, sdraiata.
Il collo era indolenzito, perció mi alzai a sedere, per massaggiarlo. Quando le mie mani si appoggiarono sul collo, avvertii un senso di bagnato.
Mi fermai e mi presi un attimo per controllare dove fossi: acqua, schiuma, un rubinetto, una vasca, delle manopole per regolare il calore dell'acqua, shampoo e bagnoschiuma, balsamo. Mi guardai, preoccupata, il corpo e vidi ció che temevo: ero nuda.
Mi scappó un urletto e mi reimmersi nella vasca piena d'acqua, immergendo anche la faccia e i capelli, che, fino ad allora, erano rimasti asciutti.
Sott'acqua, il sapone mi entró nel naso, costringendomi a riemergere e a tossire l'acqua ingurgitata.
Mi aggrappai al bordo bianco della vasca ed osservai le bolle di schiuma bianca che coprivano la superficie dell'acqua, impedendo la vista del mio corpo a qualsiasi persona fosse entrata.
Per il momento, il mio corpo era al sicuro.
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Regno ribelle
Vampire2° libro di "Uno di noi" 《Se me l'avessero raccontato, non ci avrei creduto. Eppure, era lí, davanti ai miei occhi. Si muoveva con decisione, sapeva ció le spettava e non si sarebbe fatta problemi a chiedere niente a nessuno. Ma, soprattutto, era vi...