Capitolo 79

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Uscimmo dalla mia camera per non destare sospetti. Se ci avesse visti anche solo una guardia, questa avrebbe avvertito subito la rossa. Era inevitabile. Quindi, lei avrebbe potuto accusare anche Mike di avermi messa incinta.
Ancora non potevo crederci: ero andata a letto con un ragazzo solo una volta!
Ho solo diciassette anni!, aggiunsi, mentalmente.
L'idea di avere un figlio a quest'età mi faceva venire voglia di appoggiarmi al muro e rimanere lí, lasciando trascorrere il tempo che scorreva già troppo veloce. Avrei voluto avere istruzioni dalla rossa. Sarei rimasta lí. Ma avere un figlio cosí, all'improvviso...era troppo.
Mike mi seguiva come seguiva Stacey. Al contrario di Stacey, peró, io non gli tiravo la cravatta, per farlo sottostare ai miei ordini. Lo faceva lui, di sua spontanea volontà.

"E se ci vedesse Stacey?" domandai, cercando di allontanarlo da me.
Il dubbio che mi avesse mentito era ancora troppo grande per poterlo ignorare.
Accelerai il passo.
Mike non cercó di raggiungermi, come, invece, mi ero aspettata. Anzi, rallentó, come preso alla sprovvista da quel piccolo particolare.
Avrei voluto continuare a camminare, lasciarlo in mezzo al corridoio, mentre cercava una risposta a quella domanda. Avrei potuto scappare da lui sotto i suoi occhi. Ma la mia curiosità fu tale da farmi fermare e voltare.
Mike guardava il pavimento, pensando, apriva e chiudeva le mani, un tic nervoso che avevo imparato a riconoscergli durante gli anni. Era nervoso. Era davvero stato preso alla sprovvista dalla mia semplice domanda.
"Mike, Stacey dovrebbe essere già qui. Di solito ti cerca come se fossi il suo gioiello piú prezioso. Non riuscirebbe a perderti di vista un attimo! Se non ti sbrighi a trovare una soluzione, arriverà qua. E sai cosa succederà dopo.".

"Mi fidavo di te!" sentii sibilare, dal fondo del corridoio.
Un brivido mi percorse tutto il corpo. Era qui. Aveva visto tutto. Stacey.
Guardai Mike con gli occhi spalancati, allarmata, ma lui non ricambió: mi rivolse lo sguardo, ma sembrava confuso, non agitato. Strinse gli occhi e corrugó la fronte.
Com'era possibile che non vedesse Stacey, poco distante da me? E com'era possibile che non l'avesse sentita?

"Ti assicuro che non è cosí." rispose un'altra voce, piú profonda e roca, maschile.
Una voce che non sopportavo: il Capitano.
Mi fermai. Cosa ci faceva il Capitano con Stacey? E che cosa voleva dire con quella frase?
Non potei fare a meno di girarmi, per scoprire che dietro di me non c'era nessuno. Nè i capelli ossigenati di Stacey nè gli occhi magnetici del Capitano. Sembrava che solo io avessi sentito quelle voci.

"Come fai a dirlo?" chiese Stacey, con una punta di dubbio nel suo tono di voce.
A questo punto, assunsi la stessa espressione confusa di Mike: da dove venivano quelle voci?
Mi voltai verso Mike, per essere certa di non essere stata l'unica a sentire Stacey e il Capitano parlare. Lui pose l'indice sulle labbra, dicendomi di stare in silenzio, quindi mi superó. Lo seguii con lo sguardo, ancora piú confusa: dove stava andando?
Camminó fino in fondo al corridoio, dove si trovava una piccola porta di legno, di un colore brillante, come se fosse stata nuova. Si fermó e mi guardó, in attesa che lo raggiungessi.
Solo allora mi accorsi della luce che proveniva dal buco della serratura.
Raggiunsi Mike, con passo incerto. Cosa aveva intenzione di fare? Le voci provenivano davvero da lí?

"Pensi davvero che potrei anche solo avvicinarmi a Lilith senza il tuo consenso? Se potessi, non le rivolgerei nemmeno la parola!" sentii il Capitano, oltre la porta.
Era vero: Stacey e il Capitano si trovavano davvero lí dietro.

"Sai che non è solo Lilith." ribattè Stacey.
Una folata di vento investí me e Mike, anche se nel corridoio non c'erano finestre, aprendo la porta di fronte a noi. Stavo già per scappare, quando la porta si fermó, lasciando lo spazio per un occhio. Lo spazio giusto per riuscire a guardare la scena senza essere scoperti.
Mi allungai verso la porta, in cerca di Stacey o del Capitano.
La stanza era grande, con un letto semplice di fronte alla porta, come nella mia stanza. Si intravedeva lo spigolo di un tavolo di legno, nuovo, e della luce entrava da una finestra che, dalla mia angolazione, non riuscivo a vedere. Davanti a me c'erano dei riccioli rosso fuoco, le pareti-
Riccioli rosso fuoco?!

"Come posso crederti?" domandó la ragazza.
Non era Stacey. Era la rossa.
Il rosso dei suoi capelli mi onduló davanti agli occhi, come se stesse scuotendo la testa.

"Come puoi non credermi?" rispose il Capitano.
In un attimo, le braccia forti del Capitano si legarono alla vita della rossa, i suoi occhi si puntarono su di lei. Lei lo guardava con uno sguardo intenso.
Poi, prima che qualcuno potesse prevederlo, le labbra del Capitano si posarono su quelle della rossa, dapprima dolcemente, come se avessero paura entrambi della reazione dell'altro a quel bacio. Poi, lo sfiorarsi diventó piú deciso e piú intenso.
Forse non vedevo bene. Sicuramente, ero ancora a letto. Tutto ció, la notizia del bambino, la confessione di Mike, ció che stavo vedendo, era falso. Doveva esserlo.
Invece, piú me lo ripetevo, piú la scena diventava nitida, ai miei occhi.
Il Capitano si staccó dalla rossa, guardandola.
"Non ti tradirei mai." sussurró.
Lei gli sorrise, fiduciosa.
Mi ero persa qualcosa?

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